24-09-2019

Il compleanno, il rilancio, la qualità:
120 candeline per Sella & Mosca

Ad Alghero festa per l'azienda vinicola più importante della Sardegna: la nuova proprietà Terra Moretti pensa in grande...

C'è stato un vero e proprio endorsement, appena sussurrato eppure molto significativo: «L'azienda è in buone mani. C'è grande capacità manageriale e rispetto per il territorio. Sono davvero contento di come sta andando». Parola di Vittorio Sella, 92 anni: suo nonno Erminio - ingegnere di famiglia illustre, era nipote di Quintino Sella, il fratello Gaudenzio fu il fondatore della Banca Sella - giunse in Sardegna da Biella insieme a un cugino, avvocato Edgardo Mosca, per una semplice battuta di caccia nella piana di Alghero, vasto terreno allora perlopiù acquitrinoso e adatto alla pastorizia o poco altro. Tutto da bonificare. Lavori che iniziarono in effetti qualche anno più tardi: Sella e Mosca non solo s'innamorarono di questi spazi ancora incolti, ma vi intravvidero la possibilità di convertirli alla viticoltura: nel 1899 fondarono quindi la realtà che porta ancora oggi il loro nome, Sella & Mosca appunto, che nacque come vivaio di barbatelle.

Brindisi tra Vittorio Moretti e Vittorio Sella

Brindisi tra Vittorio Moretti e Vittorio Sella

Dunque 120 anni dopo, ecco Vittorio Sella dire: «L'azienda è in buone mani». Non le sue, il marchio negli ultimi decenni è transitato nel Gruppo Bonomi e poi dal 2002 in quello Campari; piuttosto in quelle di Vittorio Moretti, fondatore e presidente della holding Terra Moretti (Bellavista, Contadi Castaldi, Petra, Teruzzi, Acquagiusta) che proprio da Campari ha rilevato Sella & Mosca nel 2016 per 62 milioni di euro. Una spesa importante, per una realtà che la gestione precedente aveva ben poco valorizzato. Ma dal potenziale enorme: basti pensare che è la più grande estensione vitata a corpo unico in Europa, 650 ettari a fondo chiuso dei quali 520 dedicati ai vitigni, in particolare quelli autoctoni: a farla da padrone, col Cabernet Sauvignon, sono infatti Cannunau, Torbato e Vermentino, più piccoli appezzamenti di Carignano, Merlot, Sangiovese, Nasco e Sauvignon Blanc.

Questo 120° compleanno, che giunge a un triennio dall'acquisizione, coglie dunque Sella & Mosca in una fase di pieno rilancio: rendendo così più gioiosi i festeggiamenti che si sono tenuti la scorsa settimana, con tre giorni di eventi e una cena d'autore che ha avuto come protagonisti gli chef Cristiano Andreini, Luigi Pomata, Stefano Deidda e Oliver Piras.

Vittorio Moretti con Luigi Pomata, Stefano Deidda, Oliver Piras e Cristiano Andreini

Vittorio Moretti con Luigi Pomata, Stefano Deidda, Oliver Piras e Cristiano Andreini

«Questa azienda è coetanea della Fiat e della San Pellegrino - ha spiegato con orgoglio Vittorio Moretti - Mi chiedono sempre: ma chi te lo ha fatto fare a rilevarla, a 75 anni? E io rispondo che a 75 anni mi diverto a fare impresa e non a riposarmi. Voglio creare un futuro per chi verrà dopo di me (coadiuvato in questo dalle figlie Carmen, Francesca e Valentina, ndr). Nel rispetto di questa straordinaria terra che ci ha accolto». Un rispetto che, per prima cosa, ha comportato una trasformazione complessiva di Sella & Mosca: proprio il 15 maggio scorso è stata completata la conversione totale al biologico, questa del 2019 sarà la prima vendemmia interamente bio, «tante le difficoltà, com'è ovvio - ci spiegano gli agronomi - Ma l'uva che arriva in cantina è sana. Per difenderla, usiamo il rame, lo zolfo, la lotta sostenibile».

E il rispetto che Terra Moretti porta per la natura di Sella & Mosca - di gran lunga la più importante azienda sarda del settore - traspare anche nella scelta di rafforzarne ulteriormente il già intenso legame con il territorio: «Lo stile della nostra produzione sarà sempre più identitario», ci dicono. Dalle parole ai fatti: già è partita la valorizzazione di un gioiello dell'enologia, il già citato Torbato, un bianco autoctono apprezzato per le sue note agrumate e la sapidità marina. «Difficile da coltivare e vinificare, perfetto connubio tra terroir e vitigno», commenta Giovanni Pinna, enologo di Sella & Mosca.

Moretti con Giovanni Pinna

Moretti con Giovanni Pinna

Una delle tante novità è dunque il Torbato brut nella versione metodo classico, ora prodotto ad Alghero. Un'altra, presentata qualche mese or sono, è la collaborazione con lo stilista algherese Antonio Marras, che ha disegnato le etichette di quattro nuovi vini monovitigno, proprio quelli più legati alla Sardegna: Catore e Oscarì, ossia i due Torbato, in versione ferma e spumantizzata, poi Ambat (100% Vermentino) e il rosso Mustazzo (100% Cannonau).

«Con Sella & Mosca condividiamo l’amore per Alghero. Abbiamo in comune i profumi del mirto e dell'elicriso, l'ambat, il maestrale, il mare, le tinte scure degli uliveti e il rosseggiare delle vigne» (Antonio Marras)

L'etichetta di Ambat disegnata da Antonio Marras

L'etichetta di Ambat disegnata da Antonio Marras

Una rivoluzione di prodotto - non solo dal punto estetico e di marketing - che è propedeutico a un obiettivo di fondo. Lo enuncia sempre Vittorio Moretti: «Questa è un'azienda straordinaria che deve produrre straordinaria qualità. Abbiamo dei numeri in mente: produrre 5 milioni di bottiglie delle quali almeno un milione di alta gamma, gli altri quattro comunque di livello», con un pricing minimo di 5 euro. Alzare l'asticella, pensare in grande, basta vino industriale, selezione, più valore alle etichette pregiate, a partire da fiori all'occhiello storici come Marchese di Villamarina e Anghelu Ruju. «Siamo qui da tre anni, due ci hanno regalato vendemmie difficili. Ma certo non ci fermiamo. Stiamo lavorando molto in vigneto, estirpiamo le vigne esauste e le rinnoviamo», sta già accadendo per circa 80 ettari.

Anche con interessanti novità tecniche: come l'adozione sperimentale di un nuova metodologia di piantumazione, si posano non solo le barbatelle, ma si attende 2 o 3 anni che sviluppino un importante apparato radicale, per poi trasferire il tutto nei campi, «questo ci consente di ottenere vitigni con radici più profonde, dunque più resistenti, longevi, di qualità». Perché il senso è: trovare il giusto equilibrio tra spinta al rinnovamento e fedeltà al tratto identitario: «Esaltare i vitigni espressione del terroir per dar vita a vini di grande equilibrio è il tratto distintivo della nostra cantina. Puntiamo a un vino che si aggiorna senza rinnegare la tradizione». Il tutto «con un senso di responsabilità sociale nel promuovere e nel raccontare il territorio», aggiunge Francesca Moretti.

Francesca Moretti

Francesca Moretti

Intanto sua sorella Valentina, non a caso di professione architetto, pensa anche alla splendida sede della tenuta, località I Piani ad Alghero: qui è stato inaugurata da poco Casa Villamarina, l'agriturismo nel cuore dell’azienda, 7 camere negli edifici che a inizio secolo ospitavano la residenza del Marchese di Villamarina, le abitazioni dei contadini, le pertinenze e una chiesa. Non ci si fermerà: Vittorio Moretti tempo fa aveva dichiarato: «Aumenteremo le stanze a 20. Con alcune di alto livello. E ovviamente organizzeremo una ristorazione all'altezza della situazione». Ne sa qualcosa, basti pensare all'Albereta e all'Andana...

La tenuta Sella & Mosca, dove ha aperto anche l'agriturismo

La tenuta Sella & Mosca, dove ha aperto anche l'agriturismo

La cantina del 1903

La cantina del 1903

La cantina del 1923

La cantina del 1923


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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