10-01-2023
Davide Caranchini, chef-patron del Materia a Cernobbio (Como)
Stringi stringi e arrovellandosi per trovare difetti, l'unica cosa non positiva che si possa dire è: la sede del ristorante è inadeguata, per l'angustia degli spazi, alla grandissima qualità non solo della cucina, ma anche del servizio, che slalomeggia peraltro con agilità e una certa eleganza tra i tavolini, coordinato dalla bravissima Ambra Sberna, efficienza totale e un sorriso per amico. (Spoiler: presto, infatti, il Materia cambierà indirizzo, spostandosi di qualche centinaio di metri, in un edificio molto più vasto. Sarà tutta un'altra storia. Aspettiamo in questo senso le comunicazioni ufficiali).
Ma per il resto: già si sapeva come Davide Caranchini fosse uno dei migliori interpreti della nuova cucina italiana. Si sapeva pure come - giovane quale era quando ha iniziato ad affermarsi, anni fa. È un classe 1990 - non avrebbe che potuto consolidare la propria struttura di pensiero e di stile, depurandola da quelle influenze vere o presunte che all'inizio lo catalogavano "chef alla maniera di", per sedimentare invece una propria dimensione personale, identitaria, autentica perché figlia del territorio nel quale è nato e opera, ossia quel Lago di Como quando si parla del quale «tutti pensano solo all'acqua. Invece c'è montagna, c'è campagna. Ed è la nostra fortuna più grossa! Qui noi riusciamo a distinguere benissimo le due macrostagioni, quindi la primavera-estate è tutta dedicata alla parte lacustre e vegetale di campagna, invece quella autunno-inverno al bosco e al vegetale di montagna».
L'attuale sala del Materia, a Cernobbio (Como). Nota bene: il ristorante chiude dal 16 gennaio per un paio di settimane. Il menu di selvaggina A walk on the wild side sarà disponibile finché la natura lo consentirà, verosimilmente la metà di febbraio o giù di lì
Poi, c'è l'altro elemento che abbiamo citato, la sostenibilità: «L'80% per cento della carne proviene dai dintorni. Esiste nella mia Val d'Intelvi un comprensorio di caccia davvero ben strutturato, il Comprensorio Alpino di Caccia Prealpi Comasche. Fa un gran lavoro. Ha anche un sede equipaggiata di celle frigorifere: i circa cento soci-cacciatori, che seguono la quote di abbattimenti decise dalla Regione Lombardia, vi conferiscono i capi che vengono lì macellati, stoccati, vidimati dal medico dell'Asl e possono infine essere venduti. In un mondo in cui non si parla mai abbastanza - ma a un certo punto fin troppo, a sproposito! - di sostenibilità, mangiare carne cacciata in questo ambito è secondo me l'unica strada percorribile, perché qui da noi siamo letteralmente invasi dagli animali selvatici, al punto che stanno persino distruggendo l'ecosistema. Cinghiali, cervi, caprioli... Sono tantissimi! Fino a dieci anni fa era impensabile, ma ora li si trova sempre lungo la strada». La caccia così ha un senso, dice Caranchini, proprio per l'equilibrio ambientale. E cucinare piatti di selvaggina diventa la chiusura di un circolo virtuoso.
Lo staff di cucina: Simone Arnaboldi, Davide Caranchini, Jordi Prenga e Fuyu Lin
Caranchini: «Penso che avessimo una nostra specifica identità anche prima dello scoppio della pandemia. Certo: eravamo più acerbi, spingevamo al massimo per dire qualcosa al mondo, per farci notare. Probabilmente non avevamo piena fiducia nei nostri mezzi. Il periodo del Covid e dei lockdown ci è stato utile perché ci siamo dovuti fermare e ne abbiamo approfittato per analizzare cosa stessimo diventando, cosa si era fatto e cosa si fosse detto di noi. Ecco, troppe volte venivamo associati al Noma, "tu fai quella cucina lì" e non era vero, mi sentivo come mi ponessero dei paletti entro ai quali operare. Ora mi sento più libero, il mio stile non è cambiato, mantiene le sue caratteristiche, la nota amara, l'acidità... Ma credo si sia evoluto in una maniera più elegante, meno brutale. Abbiamo pure messo le tovaglie! Siamo supercontenti».
Lo staff di sala: Luca Sberna, Ambra Sberna, Daniel Crimella
L'Insalata alla griglia e tartufo nero è un piccolo capolavoro con almeno quattro croccantezze diverse, ti racconta l'inverno in bocca. Il fuori menu (Fagiano ripieno alla royale e tartufo bianco) è ovviamente molto più tondo, una specie di pausa gaudente per ricominciare poi a spingere già con Lepre, lampone, ginepro e i suoi contorni, proposta finissima. I successivi Tagliolini al fegato di seppia, il suo nero, finanziera di lepre e ostrica pongono un quesito: ma perché inserirli in questo percorso? «Troppo spesso il finale di un menu degustazione presenta una sorta di "deriva noiosa", si appiattisce tutto, le ultime portate passano quasi inosservate. Volevamo invece creare un filo logico tra l'ultimo piatto di proteina, la lepre, e i successivi dolci. Abbiamo voluto inserire questo assaggio che voglio spiazzante. Per staccare e poi ricominciare».
In definitiva: «Questo è il nostro percorso ora: la sottrazione massima. Un lavoro più difficile, ma che dà le maggiori soddisfazioni e un riscontro gustativo diverso».
Di seguito i nostri assaggi uno a uno, le foto sono di Tanio Liotta.
Tartelletta di koji, lievito, limone, caviale di aringa ed erba cipollina
Cialda di carote, burro all'anguilla affumicata, gel di cipolle rosse e foglie di cerfoglio
Carbonara di lago: alla base crema di uovo cotto, poi uno strato di trota disidratata, pecorino e pepe
Crème caramel salato con alga kombu, soia e wasabi
Tartare di cervo, pesto di alghe e bergamotto, ricci di mare, pinoli, plancton, mizuna
Capriolo e cacao: tataki di capriolo con brodo di fave di cacao
Colombaccio, cicoria ripassata, pepe Voatsiperifery e bagna cauda
Insalata alla griglia e tartufo nero: crema di zucca cotta e marinata con gli ingredienti del carpione, maionese di noci, semi di zucca, sedano rapa fermentato, sedano rapa croccante, cavolo riccio cotto al bbq, tartufo nero e una salsa di funghi, licheni, tartufo e frutti rossi
Bottoni di selvaggina in brodo di bosco e rosmarino: il ripieno è di ritagli di lepre, cinghiale e cervo. Poi fegatini di lepre a dare cremosità. Il brodo di bosco è di funghi, frutti rossi, corteccia, muschi ed erbe aromatiche. Per finire, olio al rosmarino
Cinghiale, barbabietola e rose: stracotto di cinghiale con succo di barbabietola, acqua di rose, barbabietola marinata e velo di barbabietole e acqua di rose
Fuori menu: Fagiano ripieno alla royale e tartufo bianco
Lepre, lampone, ginepro e i suoi contorni: filetto di lepre, semi di senape sottaceto, timo limone, ginepro, lampone. A parte crema di tartufo con topinambur sottaceto e flan di rafano, da usare in abbinamento
Tagliolini al fegato di seppia, il suo nero, finanziera di lepre e ostrica ghiacciata e grattugiata
Insalata di betulla: crema di betulla, sciroppo di betulla, frutti rossi, erbe, foglie selvatiche
Porcini, frutto della passione e "sanguinaccio" vegetale di carciofi: crema pasticcera ai funghi porcini, riduzione di frutto della passione, topinambur croccante, tartufo bianco liofilizzato, "sanguinaccio" di carciofi (carciofi ossidati e cacao)
Mascarpone, lievito e frutti rossi: crema di mascarpone leggermente zuccherata, gelato di garum di lievito, olio di eucalipto, granita di more e lamponi ghiacciati
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Davide Caranchini, chef del Materia a Cernobbio (Como). sarà protagonista di Identità Vegetali a Identità Milano 2024, lunedì 11 marzo alle ore 11 in sala Blu2 del MiCo di Milano, sede del congresso
Si è svolta nella serata di ieri, mercoledì 3 maggio, il primo appuntamento di A Cena con le Giovani Stelle della Guida ai ristoranti d'autore Identità Golose 2023. Nella foto di un super gruppo, i premiati assieme all'inarrestabile brigata di Identità Golose Milano
Mercoledì 3 Maggio, alle ore 20.00 (orario unico di prenotazione) Identità Golose Milano sarà lieta di ospitare il primo degli appuntamenti A Cena con le Giovani Stelle della Guida ai ristoranti d'autore Identità Golose 2023 (il secondo capitolo è in programma il 17 maggio).
L'esclusivo menu sarà firmato da Roberta Esposito da La Contrada, Aversa (Caserta) - Premio Il miglior pizzaiolo, Alexader Robles da Azotea, Torino - Premio Contaminazioni, Valerio Serino e Lucia De Luca da Tèrra, Copenhagen - Premio Identità di Riso per il Risotto con lattuga di mare, corallo di capasanta, olio di limone e origano, Davide Caranchini da Materia, Cernobbio (Como) - Premio Miglior chef, Christian Marasca da Zia, Roma - Premio Il miglior chef pasticciere, mentre Chiara Poloni da AMO, Venezia - Premio La miglior barlady
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