09-04-2022
Uno dei piatti di Christian Mandura all'Unforgettable di Torino: i tajarin, serviti a parte a temperatura ambiente, vanno intinti con le mani nel loro condimento, a base di funghi (porcini tagliati sottili ed essiccati. In parte frullati per ricavarne una polvere, nell'altra parte all'estrattore, per ottenere una crema di fungo in purezza) con olio e olio al prezzemolo... Foto Tanio Liotta.
Mandura sarà relatore a Identità Milano 2022, sezione Il Futuro è loro, giovedì 21 aprile alle 17,30, sala Blu 1, guarda qui il programma e clicca qui per iscriverti
C'è qualcosa dell'estetica pop di Dabiz Muñoz, l'idea della provocazione come strumento di marketing e moltiplicatore necessario per darsi un'identità gastronomica funzionale allo stile in cucina. Per li rami, si finisce anche a Lecce, dalle parti dei Bros: la proposizione di sé per certi versi attoriale, quasi prepotente, che guarda al teatro, al fashion, alla musica (che è invero forte e ritmata, di sottofondo), con una tensione continua alla performance che vuole essere perfettamente parallela alla degustazione e in realtà si conferma tale. C'è poi il bancone da dieci posti, i piatti che prendono forma davanti al commensale, di nuovo show ma in un percorso sorprendentemente sereno, concentrato, che rimanda all'omakase made in Japan, e in più è anche sorridente; eppure tutto questo nella continua interscambiabilità dei ruoli che è un portato della New Nordic Cuisine, la squadra - sotto la guida dello chef-patron d'origini croate - è formata da 5 giovani che sono tutto: cuochi, sommelier, camerieri, lavapiatti. Le pareti con pietre a vista sembrano richiamare a loro volta un club underground metropolitano, coi cocktail, l'idea dello scrostato e del minimalismo di design che riecheggia certe discoteche o atelier innestati del recupero di un edificio industriale a New York o nelle Docklands londinesi. Però col soffitto a volte a ricordarci: siamo in un palazzo del Cinquecento, nato come stazione di cambio dei cavalli. E, ohibò, siamo a Torino.
Christian Mandura. Classe 1990, è nato a Torino ma ha origini croate (i suoi fratelli, classe 1988 e 1989, han visto la luce in un paesino quasi al confine con la Bosnia). Nel 2015 la sua famiglia ha aperto il Geranio a Chieri, con mamma Anna Maria Sturzo - venuta recentemente a mancare, porgiamo le nostre condoglianze - in cucina e Christian giovane a darle una mano e imporsi sempre più all'attenzione dei buongustai. Dopo gli studi all’alberghiero Mandura ha maturato ulteriori esperienze nella locanda Frà Fiusch di Revigliasco (To), al Noma di Copenaghen e al Del Cambio di Torino. Il primo aprile 2019 l'esordio da "solista" con Unforgettable, stella Michelin da quest'anno
Il salottino dell'Unforgettable, dove si assaggiano gli appetizer accompagnati da un cocktail
Il bancone dove si cena
I piatti sul bancone sono illuminati da lampade da gioielleria, molto sottili: concentrano la luce sulla vivanda
Christian Mandura con due dei suoi collaboratori, Deborah Cucco, torinese classe 1995, e Stefano Mancinell, a sua volta torinese classe 1995. Nello staff anche Nicolò Ghidotti, bresciano classe 1997, e Sabrina Stravato, torinese classe 2000
Il concetto della cucina dell'Unforgettable, "la verdura al centro", esemplificato da questo Tramezzino tonno e carciofini che riprende la tradizione torinese: il carciofo protagonista, un finto tonno a latere e il pane da tramezzino
Mandura per noi è una vera scoperta.
Da quella porticina a sinistra, nella cantina dell'Unforgettable, si sale al Paradigma
L'immagine simbolo di Paradigma
Germinazione di idee fertili.
E ora la nostra cena all'Unforgettable, le foto sono di Tanio Liotta. Con un'ulteriore considerazione: "vegetale al centro" è una formula che racchiude un pensiero, delle regole che Mandura e i suoi si sono auto-imposti. Ad esempio: partire dalla tradizione; nessun uso del sale, o quasi; giocare semmai sulla concentrazione degli aromi, il che richiama tecniche come l'estrazione. E l'economia circolare. Buon appetito!
Dopo un iniziale Consommé di cipolla arrosto con sambuca ecco il primo appetizer («Dove mostriamo tutta la parte opulenta del nostro menu»), da consumare nel salottino, con un cocktail: Ostrica, crème fraîche all'angostura, caviale
La nostra versione della seppia in zimino: ricetta classica toscana, qui foglie di bieta con all'interno seppia cruda, leggermente affumicata, e concentrato di pomodoro
La nostra patatina fritta: sfoglie di patata, crema di patata e coriandolo, gel di limone, paprika, limone bruciato e polvere di coriandolo
Il foie gras: foie gras con aceto di lamponi, foglia di Parmigiano Reggiano
Ci si accomoda al bancone. Gli appetizer veri e propri sono un gioco sulla parola "frutta", ossia frutta vera e propria e frutti di mare. Quindi, da sinistra, una notevolissima Mora e caviale, eccellente, acidità e sapidità; Noce e noce di capasanta; Prugna e cozza
A riprendere le percezioni gustative di un tramezzino, ossia un classico torinese, ecco Carciofo sott'olio di nocciola, radice di rafano, maionese di rafano (veg, con latte di soia) e maggiorana. S'accompagna con una finto tonno (filetto di vitello marinato per 12 ore nella soia). L'uso del rafano è magistrale
Insalata di finocchio e arance, ossia cuore di finocchio cotto nella sua acqua, polvere di finocchietto selvatico, gel di arancia, arancia disidratata, finocchietto selvatico fresco e i suoi semi. A parte, un gambero di Civitavecchia marinato, con l'uovo
Superbo, eccellente questo Cavolfiore gratinato: il cavolfiore viene bruciato, frullato, sifonato in una vellutata con la panna e sormontato da una crosta di liquirizia. In accompagnamento, semplici capesante scottate. Delizia
Le capesante
Il condimento della pasta. È a base di funghi (porcini tagliati sottili ed essiccati. In parte frullati per ricavarne una polvere, nell'altra parte all'estrattore, per ottenere una crema di fungo in purezza. Poi olio e prezzemolo...)
Gli elementi sopracitati condiscono (in due piatti distinti, si prende la pasta e la si "sporca" con il condimento) dei tajarin, ossia semola-tuorlo d'uovo-farina, ciascuna componente 1/3 del totale. Poi olio di nocciole e sale. Il tutto, servito a temperatura ambiente
Gran piatto: Lattuga, senape, pane sabbiato all'extravergine...
...con il piccione, qui il petto, maestoso, con ginepro e fondo della sua carcassa
Secondo servizio del piccione: l'ala, impanata, coi fiori
Peperoni e acciughe, anche in questo caso una rilettura della tradizione. Qui i peperoni (cotti sul fuoco vivo, quasi carbonizzati. Conditi con un concentrato di peperoni crudi, affumicati, più la loro riduzione)
E le acciughe (al verde. Cotte nell'aceto, poi marinate nell'olio. Con crema d'aglio e polvere di prezzemolo)
Marshmallow pere e cioccolato. Pasta fillo con ganache di cioccolato all'acqua e gel di pere
La nostra versione della crème brûlée: al posto della vaniglia la camomilla, la crema viene cotta in pentola, a bagnomaria, invece che in forno
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a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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