02-02-2022
Leo Espinosa nel suo ufficio al Leo, grande cucina colombiana a Bogotà. Ci mostra lo schizzo di un suo piatto di futura realizzazione
Tempo fa il gran gastronomo spagnolo (ora vive in Sud America) Ignacio Medina scriveva, quasi affranto, di un piatto che proprio non riusciva a togliersi dalla testa, "ci sto ancora pensando tre settimane dopo averlo mangiato. Offre tutto ciò che voglio trovare: sorpresa, chiarezza, semplicità, consistenze ed emozioni. Mi sembra anche un riferimento imprescindibile per comprendere i percorsi seguiti dalla cucina di quello che oggi è il cuoco più avanzato della scena latinoamericana e punto di riferimento nelle tavole colombiane". È successa anche a noi quasi la stessa cosa, ma non proprio la stessa, dopo aver gustato il Lingua e pelle di pirarucù di Leo Espinosa, al ristorante Leo di Bogotà, numero 46 nella 50Best mondiale, al 14 della 50Best sudamericana.
Lingua e pelle di pirarucù
Il pirarucù
Pirarucù, manioca acida, latte di cacay e katara
L'insegna del Leo
La chef, con la figlia Laura Hernández che fa la sommelier, ha proposto una lezione “Territorio - CicloBioma: interpretazioni esperienziali degli ecosistemi colombiani” molto concentrata sul nuovo pairing proposto nel loro locale, un abbinamento di concezione innovativa, una sorta di “cockteleria amazzonica” sviluppata nel progetto denominato Territorio. Si concretizza in alcuni cocktail sviluppati dalla Hernández in collaborazione con l'Universidad de los Andes, ognuno si ispira ai sapori dell'ecosistema ed è composto da erbe aromatiche e frutta. Portano i nomi di Páramo (alloro e rosmarino), Desierto (fico d'india e nopal), Bosque de Niebla (miele delle foreste andine di Sotaquirá, Boyacá), Piedemonte (foglie di coca e fave di cacao di Arauca), Montaña (distillato di gulupa).
Sono stati gli stessi cocktail che hanno in parte accompagnato il nostro pranzo. In generale, CiclioBioma significa lo studio attraverso la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione nei diversi ecosistemi del territorio colombiano. In ogni bioma, lei e il suo staff lavorano con biologi, agricoltori e produttori per far posto a una cucina di prodotti locali che ricrea la memoria collettiva della Colombia.
Prendiamo gli appetizer, otto piattini:
Dalla destra in senso orario, Cozze, cocco verde, schiuma di sale organico di Galerazamba; Gamberi essiccati, lumache di mare Copey, cocco e erbe azotea; Alalunga, formica culona, mañoco, miele di canna e alghe; King crab
Dalla destra, in senso orario: Cucha, olio di mojojoy, zafferano criollo; Cuore di palma, mojojoy, huito; Marshmallow salato di coda di caimano amazzonico con palmito; Brodo di razza, formica limonera ed erbe citriche
Seguono ben 1+4 piatti a base di carne (detto tra noi, decisamente troppi, anche per un percorso degustazione ampio come quello che ci attendevamo).
Brodo di faraona, foglia di tallo, mais verde e casabe
Denver cut di manzo, felce salmastra, patate native, siete cuero e paipa
Capra, tamaca, origano selvaggio del deserto
Maiale delle savane, riso rosso di Guajira
Lonza di montone, cacao antico Arhuacos e cipolla ocañera
Come si vede, una gran cena, e interessantissima. I dolci sono però la parte più straordinaria di tutto il percorso, dal punto di vista gastronomico.
Macambo, anice, nespole, cacao Tumaco
Gelatina di patata, coquindo, sale di Manure
Pulantana, granita di cacao Tayrona
Caffè e cacao
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Davide De Luca (resident chef) e Álvaro Clavijo davanti all'entrata di Mitu, Spirit of Colombia a Milano, il locale dell'imprenditore Ivàn Cordoba - Foto Annalisa Cavaleri
Leonor Espinosa sul palco di Identià Milano 2023
Leonor Espinosa e Fatmata Binta, entrambe relatrici d'eccezione in Auditorium a Identità Milano 2023: la chef colombiana terrà lezione con la figlia Laura Hernandez domenica 29 gennaio ore 15.40; la cuoca sierralonese sabato 28 alle 16.20
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale