21-04-2021
Il libro di Marco Pirotta, con fotografie e prefazione di Stefano Caffarri
Marco Pirotta è un cuoco, un "cuoco per vocazione" scrive di sé nel sito ufficiale del CBTLab, il laboratorio di ricerca, sviluppo e didattica che ha fondato a Milano. Perché Pirotta non è solo un cuoco, ma è anche un ricercatore che negli ultimi dieci anni o poco più si è dedicato con tutto se stesso all'esplorazione e alla codificazione di una tecnica di cucina che ha battezzato CBT, acronimo di Cottura a Bassa Temperatura. Ha iniziato a usare questo termine nei tre volumi, pubblicati da Italian Gourmet a partire dal 2010, dedicati ad alcune categorie di materie prime: Manzo e Vitello, Altre carni, Pesce.
Fu solo l'inizio del suo lavoro pionieristico in questo campo, che oggi lo vede dare alle stampe, questa volta in maniera autonoma, un monumentale manuale, intitolato CBT 2.0: un libro di quasi ottocento pagine, con più di mille fotografie, che riassume questo decennio di studio, impegno, approfondimento.
Il desiderio di organizzare e codificare è anche lo stimolo che ha guidato Pirotta in questi anni: se infatti di tecniche di cottura a bassa temperatura, più o meno sottovuoto, se ne conoscevano diverse e la cucina d'autore aveva iniziato a utilizzarle già negli anni precedenti, il suo obiettivo è stato quello di dare una terminologia comune, regole e procedimenti precisi da applicare a tutti i processi e le preparazioni. Per certi versi, un approccio alla cucina che ha qualche somiglianza con la rigorosa precisione della pasticceria: «I pasticcieri sono abituati a lavorare con i numeri, con misure e parametri precisi, i cuochi, o almeno tanti di loro, molto meno. Con questo libro mi piace pensare di poter gettare un ponte tra un approccio legato a numeri e programmazione e quello della cucina».
E' interessante sottolineare questo aspetto per sgombrare il campo da equivoci: l'assunto da cui parte la ricerca di Pirotta è che la cottura a bassa temperatura non sia una tecnica accessoria, da aggiungere talvolta alle proprie ricette, ai propri piatti, per creare qualche effetto particolare. Ma una disciplina da applicare a tutti o quasi gli ingredienti che possono entrare in una cucina: nel libro si specifica infatti che esiste una sola categoria di alimenti che non ottengono vantaggi degni di nota da questa tecnica di cottura, che sono i cereali e i loro derivati.
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di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia