15-12-2013
La copertina di "Oli Monovarietali - Una varietà, un olio, un territorio, una storia" (Gabbiano Editore), volume realizzato con il patrocinio del Mipaaf, in collaborazione con la Regione Marche
Il paragone tra il mondo del vino e quello dell'olio è ormai talmente frequente da risultare usurato, eppure risulta sempre calzante. Se oggi nessuno si stranisce più di tanto a sentir parlare di tipologie di vino dai nomi insoliti come Cocciola, Coda di volpe, Ucelut o Ruché è grazie al lavoro di valorizzazione dei vitigni autoctoni fatto negli ultimi vent'anni o giù di lì; e se addirittura in molti riescono ad associare ad oguno di questi vitigni la regione d'appartenenza (Abruzzo, Campania, Friuli e Piemonte in questo caso) vuol dire che il lavoro è stato fruttuoso anche dal punto di vista del marketing territoriale, identificando ogni vitigno al territorio in cui nasce. Nel caso dell'olio, il legame tra varietà di olivo e territorio è altrettanto stretto. Ancor più del vino, infatti, in molte regioni gli alberi di olivo sono un elemento imprescindibile del paesaggio nonché della cultura locale. E allora, vale la pena imparare a conoscere le tantissime (in Italia più che in ogni altra parte del mondo) varietà di olivo da cui nascono in ogni regione oli extravergine con sfumature particolari e affascinanti, che vanno dalla mela verde alla foglia di pomodoro, dalla mandorla al rosmarino.
Olive bosane, dalla Sardegna
Tematiche e identità legate all'olio extravergine d'oliva, raccontate da Luciana Squadrilli
a cura di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere