10-12-2014

La carica dei (due)Cento

Una guida brillante segnala le migliori tavole di Milano e Torino. Sopra e sotto i 25 euro

Particolare di copertina de I Cento di Torino e i

Particolare di copertina de I Cento di Torino e i Cento di Milano 2015, guida double face che conduce il lettore attraverso 100 insegne per città: 50 "top" e 50 "piole" o "trattorie" in cui si spende meno di 25 euro (editore Edt ; 12,90 euro o 10,97 se la acquisti online)

Qualche giorno fa è stata presentata da Taglio una guida che ne fonde due che fino all’anno scorso Edt pubblicava distinte: I Cento di Torino (sesta edizione) e I Cento di Milano (terza edizione). Una pubblicazione double face alla faccia di quelli che hanno sempre tenuto a evidenziare l’incomunicabilità antonioniana tra le due metropoli. Ma se l’Alta Velocità schizza in 60 minuti da Porta Nuova a Stazione Centrale che senso può avere ancora il campanile? Nessuno. E infatti quel rintocco che sopravvive lontano è represso a più riprese dai curatori: «A Torino e a Milano non si è mai mangiato così bene», giubilano qua e là Cavallito&Lamacchia e Luca Iaccarino. La buona tavola che abbatte gli steccati e annichilisce i provincialismi.

I curatori dell Collana de I Cento: Alessandro Lamacchia, Stefano Cavallito e Luca Iaccarino (foto Massimo Pinca per ExtraTorino)

I curatori dell Collana de I Cento: Alessandro Lamacchia, Stefano Cavallito e Luca Iaccarino (foto Massimo Pinca per ExtraTorino)

Compreremmo la guida dei Cento intanto per il manifesto programmatico: «Un inno a non incastrarsi nelle categorie e a mangiare liberi e felici». Visto il tiro di schioppo, noi milanesi lo faremmo anche per sapere quali sono i migliori ristoranti di Torino (e cintura) secondo il trio sabaudocentrico. Dei 100, solo la metà vengono messi in fila a mo’ di classifica. Sono i Top 50, ovvero «I migliori ristoranti della città: grandi ristoranti e giovani cuochi alla riscossa», quelli in cui spendi (spesso ben) più di 25 euro.

Sul podio stanno come pashà Davide Scabin al Combal.zero di Rivoli, I Vicina della Casa di Eataly Lingotto e Matteo Baronetto al Cambio. Le altre 50 sono invece piole, termine caro proprio a Scabin, ovvero «Luoghi selezionati con cura, dedizione e grandi appetiti. In ognuna starete bene, in alcune mangerete benissimo, in altre farete caciara, in tutte spenderete sotto i 25 euro». Le piole son elencate in ordine sparso e non di merito «perché non ci piace mettere in ordine la democraticità del cibo quotidiano». Tuttavia, si sappia, «anche tra i campioni del cibo pop c’è un vincitore»: l’Osteria Le Putrelle.

La selezione di Milano è molto vivace intanto perché «Ogni progetto, per quanto minimo, è diventato “in vista dell’Expo”, incluso “ritinteggiare la cucina” e “iscriversi in palestra”». Ma è pure spietata, prima di tutto con gli autori: in cima alla Milan’s 50Best c’è il Trussardi alla Scala di Luigi Taglienti, chef che però ha rassegnato le dimissioni il giorno in cui i Cento uscivano dalle rotative. È la beffa della carta, che nessun baedeker al mondo potrà mai schivare. Il punto è che, a oggi, in tutto il globo non appaiono app autorevoli capaci di aggiornarsi day-by-day. Questione che richiederebbe ettolitri di inchiostro elettronico di cui non disponiamo.

Mauricio Zillo del Rebelot del Pont: sua la migliore "trattoria" milanese secondo i Cento

Mauricio Zillo del Rebelot del Pont: sua la migliore "trattoria" milanese secondo i Cento

Quello rimasto a disposizione lo impieghiamo per dire il resto del podio "meneghino" (tra virgolette perché Milano è lontana in entrambi i casi): Devero di Enrico Bartolini al secondo e l’Antica Osteria del Ponte rinata con Silvio Salmoiraghi al terzo. E la “trattoria” campione, sulla quale non è proprio possibile discordare: il Rebelot del Pont del brasiliano Mauricio Zillo. Vogliamo infine lodare lo stile degli autori, così competente e scanzonato che viene voglia di leggere I Cento a letto come la resistenza più efficace alla palpebra che cala.

Un registro brillante per il quale ad esempio, «Cesare Battisti del Ratanà è probabilmente lo chef peggio indicizzato nelle ricerche Google a causa delle molteplici, e non tutte commendevoli, omonimie» (Cento Milano) mentre «Il giorno in cui un cuoco troverà soddisfazione, vanagloria ed equilibrio in ravioli di nervetti, ostrica, jamón iberico e brodo di jamón iberico, Davide Scabin sarà ormai così lontano dalle sponde di questi piatti che faticheremo a vederlo» (Torino). Irresistibili.


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a cura di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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