04-06-2012

San Vito incorona Ferrari

Il patron del Porticciolo 84 di Lecco ha superato Abbadir e Roncoroni al Cous Cous Fest preview

Foto ricordo con il piatto della Cous Cous Fest pr

Foto ricordo con il piatto della Cous Cous Fest preview 2012. Da sinistra verso destra: il vincitore Fabrizio Ferrari; Piera Spagnolo, capitana della squadra italiana al Cous Cous Fest 2012 a settembre, sempre a San Vito Lo Capo in provincia di Trapani; Eugenio Roncoroni, terzo classificato, e Luca Abbadir, secondo per un niente

Nove centesimi! Fabrizio Ferrari, chef e patron del Porticciolo 84 di Lecco, ha preceduto di un niente Luca Abbadir, il collaboratore più prezioso di Moreno Cedroni alla Madonnina del Pescatore a Senigallia nelle Marche. Entrambi hanno superato quota nove ma il lecchese è salito fino a quota 9,21, mentre il veneziano trapiantato vicino Ancona si è fermato un mezzo boccone prima: 9,12. Terzo Eugenio Roncoroni, del Mercato di Milano, con punti 8,12.

Il sipario è così calato con questa classifica sull’anteprima 2012 di un Cous Cous Fest che San Vito Lo Capo in provincia di Trapani celebrerà a settembre, dal 25 al 30, per la 15° volta. Ferrari tornerà per completare la squadra italiana, uno chef lecchese in team con due cuoche sanvitesi, capitana Piera Spagnolo.

Il Cous cous di pere infuse, albedo di cedro, mandorle tostate e scalogno fritto con tonno di ombrina in insalata di spinacino condito al kefir e miso, piatto vincitore dell'anteprima del Cous Cous Fest 2012 a San Vito Lo Capo

Il Cous cous di pere infuse, albedo di cedro, mandorle tostate e scalogno fritto con tonno di ombrina in insalata di spinacino condito al kefir e miso, piatto vincitore dell'anteprima del Cous Cous Fest 2012 a San Vito Lo Capo

Ferrari è piaciuto di più alla giuria tecnica, voto 9,40 contro 9 pieno, Abbadir a quella popolare, 9,24 contro 9,02. La media ha sorriso a un ragazzo che si è laureato in giurisprudenza con tanto di lavoro a Londra, prima di tornare a Lecco, ma non nel locale di famiglia, aperto nel 1984, da qui Porticciolo 84, bensì in un colosso di telefonia e traffico internet. A 24 anni (ora ne ha 32) la svolta: i colleghi, invitati a pranzo, gli domandano se è pazzo a non mettersi ai fornelli per liberare la sua fantasia pesci tra le mani. Detto, ascoltato e fatto. Tempo un anno la Michelin lo premia con la stella, uno dei cuochi stellati più giovani in assoluto. Ma chi se ne accorge? Nessuno, sottoscritto per primo. Fanno più notizia i cuochini della Clerici o coloro che non spengono facebook nemmeno durante il servizio. Ferrari è entrato quest’anno nei JRE, ha tratto giovamento dagli stage da Uliassi e Redzepi e ha un bel sorriso timido.

Tre piatti in gara ieri sera a luna alta sopra i tetti di San Vito. Per primo è uscito Abbadir con il suo Couscous agrodolce di verdure, il polipo e la sua maionese. Rispetto alla semifinale, più semola e più sostanza, un vero piatto di cous cous e non un’ottima insalata di polpo.

Poi Couscousotto alla Siciliana di Roncoroni. Notevole il cambiamento 24 ore dopo, con le alici legate con il burro e usate per mantecare e la polpa di ricci emulsionata con l’olio e fatta colare sopra un risotto di cous cous. Buono il risultato, ma probabilmente questa semola non è fatta per essere risottata come invece succede, ad esempio, con l’orzo.

Eugenio Roncoroni, terzo classificato

Eugenio Roncoroni, terzo classificato

Infine Ferrari e il suo Cous cous di pere infuse, albedo di cedro, mandorle tostate e scalogno fritto con tonno di ombrina in insalata di spinacino condito al kefir e miso. Perfetto era già e tale è rimasto, incalzato però da vicino dal “polposo cous cous” di Abbadir.

Se gli 80 giurati popolari non si sono fatti tanti problemi nel scegliere le palette con i voti, minimo 7 e massimo 10, noi cinque in giuria siamo stati molto combattuti perché, senza i mezzi voti e in così pochi che eravamo, tra un 9 e un 10 corre quasi un abisso.

Entrambe le proposte meritavano 10. Alla fine mi ha aiutato l’immagine di una gara di gigante, quella di un campione che vince bene la prima manche e nella seconda gestisce il vantaggio, potendosi permettere di correre meno rischi degli inseguitori. Abbadir, rispetto a venerdì, ha dovuto lavorare per equilibrare la ricetta, ci è riuscito ed è un grande pregio, però va anche riconosciuto il merito a chi ha azzeccato subito il piatto perfetto. Si è verificata la classica situazione in cui, quale che sia la decisione che prendi è giusta e sbagliata in egual misura.


Primo piano

Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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