Era il 2005, prima edizione di Identità Milano, già allora tanti super-ospiti ma su tutti Ferran Adrià. Il catalano arrivò a Palazzo Mezzanotte di Piazza degli Affari, prima sede del congresso; lì incrociò Paolo Marchi e gli disse: «Ti ringrazio davvero per aver creato questo evento. Perché noi siamo qui a parlare non del passato, ma del futuro». L’aneddoto è stato ricordato dallo stesso Marchi in apertura di Identità Milano 2023, diciottesima edizione partita poche ora fa al MiCo del capoluogo lombardo e una vocazione che è rimasta la stessa: ragionare sulle prospettive della cucina. Senza deflettere, senza ripetersi, senza sbadigli, perché – ed è la frase che dà il là alla kermesse – “nella vita, alla sera bisogna essere stanchi ma non stufi”.
Il tema dell’anno è,
come abbiamo già raccontato qui, “Signore e signori, la rivoluzione è servita”. «È davvero rivoluzione? – si chiede dal palco
Claudio Ceroni, fondatore con
Marchi di
Identità – È cambiamento? È evoluzione? È rottura? In realtà non lo sappiamo ancora. La nostra ambizione è rappresentare qui quello che sta succedendo e ciò che ci si para davanti. Di portare alla luce dei riflettori le nuove esperienze più significative». Il tutto, con tante novità, perché se tutto si muove il congresso non può rimanere fermo: innanzitutto, c’è il ritorno dopo gli anni della pandemia di tanti relatori internazionali, per allargare lo sguardo (
Marchi: «Questa mattina mi sono svegliato molto contento di poter tornare qui senza avere a che fare con tutti i limiti che abbiamo dovuto affrontare dal 2019 in poi»). Poi, c’è un innovativo «intreccio con altri mondi – è ancora
Ceroni a parlare – Settori diversi che dialogano con la cucina, e proprio
Identità è il loro punto di incontro». C’è il nuovo Spazio Arena, con la sezione
Golosi di Identità. Ci sono eventi nell’evento, come la finale italiana della
S.Pellegrino Young Chef Academy. C’è un sempre più forte coinvolgimento della mixologia, in
Identità Cocktail. E tanto altri che andremo a raccontarvi in questi tre giorni.
Marchi dal palco mostra una foto ormai classica, da
Identità anno 2006, lui sul palco con giovani e sbarbati
Moreno Cedroni, Davide Scabin, Massimo Bottura, Mauro Uliassi, Carlo Cracco e
Pietro Leemann «c’era anche
Massimiliano Alajmo ma era andato via poco prima. È stata la rivoluzione degli anni Duemila. Oggi raccontiamo quella in corso» mentre sui maxischermi passano in loop i 40 piatti della cucina italiana che hanno rappresentato tappe fondamentali della sua evoluzione. Perché per parlare di futuro bisogna conoscere il passato. «L’Italia sta alla cucina come il Brasile al calcio. Sarebbe bello se il Governo se ne accorgesse».

Marchi e Ceroni con l'assessore Alessia Cappello, che ha portato il saluto del Comune di Milano
Prima di lasciare il palco alle prime lezioni,
Marchi e
Ceroni ricordano i prossimi appuntamenti di
Identità, a iniziare con quello alla Bit, con la Regione Puglia, il 12-14 febbraio. Poi la presentazione della
Guida Ientità Golose 2023, il 27 marzo; quella della rinnovata
Bollicine del Mondo, a maggio. Il tutto mentre proseguono le cene speciali all’hub
Identità Golose Milano, ce ne sono di fantastiche durante il congresso ma anche dopo, come quelle con
Four Seasons mercoledì e giovedì prossimi.