28-10-2022
Temi come la sostenibilità, economica e ambientale, e l’attenzione alle condizioni di lavoro dei dipendenti sono centrali da diversi anni in ogni settore della società. Ma la pandemia prima, e la guerra scatenata dalla Russia poi, hanno scosso alle radici il mondo della ristorazione e dell’ospitalità con una forza che era impossibile immaginare. Tutto quello che è accaduto da tre anni in qua, e che è ancora lontano dall’essere superato, ci obbliga a pensare in maniera assolutamente nuova, a mettere in discussione quanto costruito finora.
Nulla sarà come prima dell’autunno-inverno 2019/20, ecco spiegato il tema di Identità Milano 2023: Signore e signori, la rivoluzione è servita. E chi ancora non lo ha capito, è tempo che apra gli occhi per non venire travolto dai fatti. Sì, perché nella vita arrivano momenti che hanno la forza distruttiva di uno tsunami, e contro i quali nulla che dipenda dalla nostra volontà possiamo fare per opporci nell’immediato.
Tutte le persone serie pensano anche a come affrontare uno o più momenti difficili; ma nessun imprenditore della ristorazione, nel senso più ampio del termine, in questo preciso momento storico, con la pandemia prima e la guerra poi, può pensare di contrapporsi al dramma da solo, come credere di spegnere un incendio con una pompa perfetta per bagnare il verde in giardino.
Paolo Marchi e Claudio Ceroni, fondatori di Identità Golose, che organizza il congresso Identità Milano
La rivoluzione in atto non guarda e guarderà nessuno in faccia, non si scanserà davanti a qualcosa o a qualcuno solo perché importante, o ritenuto tale. A maggior ragione adesso che si sta intravvedendo anche la possibilità di un nuovo assetto mondiale, chi lo vuole costruire, quasi negando, rifiutando la globalizzazione, e chi lo subirà. Vasi di terracotta costretti tra vasi in metallo, come insegna la figura manzoniana di Don Abbondio.
Ma questo, come in tutte le grandi crisi della storia - non a caso dopo la crisi del’300 (peste, carestia, crisi climatica e guerre) arriva il Rinascimento - può anche essere un momento di grande rinascenza e rinnovamento: la rivoluzione è in atto e nei prossimi mesi e anni vedremo affacciarsi risposte giuste e sbagliate, paure e rinnovati entusiasmi, difficile oggi prevedere e giudicare, è il momento di osservare e discutere, analizzare e proporre, dare una voce al cambiamento.
Il congresso di Identità Golose fin dalla sua nascita è esistito innanzitutto per tali ragioni e oggi torna a svolgere appieno la sua missione di raccontare il cambiamento e l’innovazione. L’edizione 2023, dal 28 al 30 gennaio, da un sabato a un lunedì, segna il ritorno a date più logiche per espositori, relatori, pubblico e noi stessi. Tutti al MiCo, il centro congressi di via Gattamelata a Milano, per misurarsi con la rivoluzione, presente e futura. Avendo ben presente che non smetteremo mai di cercare la qualità, ovunque essa sia. Non ci facciamo condizionare dalle circostanze, dai luoghi comuni, dalle tradizioni.
Intendiamo come sempre dare un palcoscenico a più figure possibile ed è naturale che questi ultimi anni, così tragici e pesanti, non sia stato facile. Questa edizione, oltre a porre al centro tanti giovani e tanta voglia di riscatto, vedrà il ritorno dei grandi protagonisti internazionali a testimoniare che va sconfitta la tentazione - che è di tanti - di rinchiudersi, di mettere paletti dappertutto, come se da soli fosse più facile affrontare e, addirittura, risolvere drammi e difficoltà. L’egoismo non paga. Nessuno si salva da solo.
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
Antoine Roland-Billecart con Gil Grigliatti di Velier e Francesca Barberini. Tutte le foto sono di Brambilla-Serrani
L'incontro sulla Disobbedienza Giusta. Da sinistra Paolo Vizzari, Luca Marchini, Aurora Caporossi, Laura Dalla Ragione, Enrico Parisi, Lucia La Paglia, David Scatolla, Grazia Boccacci, Luna Pagnin, Francesca Finazzi, Alba Toninelli e Ruggero Parrotto (tutte le foto sono Brambilla-Serrani)