Chi nasce sardo cresce con una tempra forte e testarda. E Nicola Bonora, classe 1990 di Oristano, non sembra essere l’eccezione alla regola. Negli ultimi anni è stato volto, testa e mani della cucina del ristorante Serica, piccola fucina di idee e piatti riusciti. Insieme a un team giovane e talentuoso – da cui non si è separato – lo abbiamo conosciuto per questa sua vena sperimentale e ricca di contaminazione tra i due poli, Oriente e Occidente. Una cucina fatta di grande tecnica, belle consistenze, tanto pensiero, tante stratificazioni. E se nella vita di ognuno di noi, così come nella carriera di ogni chef che si rispetti, ci sono cicli, momenti, epoche, epifanie, ecco adesso è giunto il turno di Nicola.
Lo ritroviamo infatti - insieme ad Alessandra Straccamore e Matteo Mazza, compagni nella vita così come nella professione - nella cornice estiva del giardino di Motelombroso, nel cuore di Na.Pa a Milano, il distretto del Naviglio Pavese ormai diventato un polo gastronomico ricco e dinamico. I tre sembrano ben amalgamati. In un mix di creatività, passione, amore per la tecnica e la ricerca, si gettano le basi di quella che sarà - anche per Motelombroso - una nuova fase.

Il giardino del Motelombroso
«Con
Nicola è nata prima un’amicizia. È venuto un giorno a pranzo da noi e dopo il caffè siamo rimasti tutto il pomeriggio a parlare. Un po’ come se ci conoscessimo da sempre, ma con quell’entusiasmo e quella voglia di fare che sono tipici di chi è in cerca di qualcosa» ci racconta
Alessandra. «Sentivamo che un cambiamento era vicino, non è mai stata una necessità ma ad un certo punto abbiamo capito che gli stimoli si erano esauriti e volevamo riprendere in mano la nostra “casa”» aggiunge
Matteo. Perché in effetti,
Motelombroso è stato in primis una casa, una galleria d’arte, un giardino, un ristorante, un luogo di incontro e condivisione. E tra gli obiettivi principali condivisi da questo nuovo trio c’è quello di far sì che questo spazio torni a essere concepito e vissuto come un luogo, carismatico e vibrante. Un indirizzo aperto e accogliente, in cui poter venire in più momenti del giorno, spaziando come proposta e senza eccessivi vincoli o regole.

Carpaccio vegetale, uno dei piatti di Bonora al Motelombroso
«Sono arrivato da pochi giorni e sto già imparando molto. L’attenzione (quasi maniacale) verso la materia prima ci accomuna e di fatto sarà il cardine di questo nuovo progetto. Vogliamo ricercare il prodotto più adatto e più coerente per ogni singolo piatto ed esaltarlo, trovare con le nostre ricette la sua massima espressione» spiega
Bonora. «La nuova carta di
Motelombroso vedrà molta più ricerca sul territorio italiano, non solo in termini di ingredienti - lavoreremo per cercare il produttore che sia più in linea con la nostra filosofia - ma anche a livello letterario e storico. Dal mio background legato a Cina, Giappone e Thailandia prenderò spunto soprattutto per la tecnica, tanto nelle preparazioni quanto nelle cotture. Per poi lasciare spazio all’Italia (e perché no a un po’ di Sardegna) nei piatti».
L’estate sarà un momento di grande brainstorming, di prove, di scritture e riletture, per arrivare con l’inizio dell’autunno a presentare un menu innovativo e coinvolgente. Nuove ricette, tutte più legate tra loro e un file rouge visibile non solo a chi sta in cucina ma anche a chi impugna forchetta e coltello e si appresta a mangiare (di gusto). Questi i presupposti dell’avventura firmata Motelombroso, dove ci aspettiamo tanta energia rinnovata, belle idee e ragazzi che tornano a divertirsi cucinando e raccontandosi. Avanti tutta!