05-02-2019
Floriano Pellegrino e Isabella Poti. Le due anime di Bros, a Lecce
Lo credo, lo predico, lo insegno, lo racconto. La vita non è sogno, come scriveva Calderon de la Barca (purtroppo, aggiungeranno i miei piccoli lettori...). La vita è brand.
O almeno quella di chi, come me, si occupa giornalmente di marketing e comunicazione, e cerca di indirizzare, correggere, accompagnare, esaltare i brand più diversi, eclettici, innovativi della nostra gastronomia e non solo.
La vita è brand. Le aziende sono brand. I prodotti vivono di brand. La comunicazione vive di brand.
La foto con cui Isabella Potì ha annunciato poche settimane fa il suo nuovo ruolo di head chef di Bros. Il compagno Floriano Pellegrino resterà nella cabina di regia del ristorante, dedicandosi però anche a progetti parlalleli
Ma cominciamo da capo e andiamo per ordine.
Lecce.
Un piovoso e freddo giovedì sera.
Ma non son qui per la città (anche se...). Son qui anche per andare da Bros, da Floriano e Isabella.
Floriano Pellegrino e Isabella Poti: due corpi e un'anima (al ristorante, ma anche nella vita). Lui classe 1990, come tiene a sottolineare, nato a Scorrano dove porta ancora oggi il cane a correre, ma cresciuto nelle cucine di Martin Berasategui e Azurmendi. Isabella non è da meno: Berasategui, Colagreco e Kofoed in curriculum, pastry chef di rango.
Varco la porta dello storico palazzo e nulla è più storia, ma contemporaneo posizionamento, attenta scelta di un design nuovo ma mai freddo, luci piazzate, semplici ma di effetto, tende che dividono i locali, semplici, ma di giapponese eleganza.
Nulla è più Lecce qui, niente barocco, niente "favecicorie". Un locale che potrebbe essere in qualsiasi metropoli contemporanea. Ma invece è qui. E perciò è forte. Forte della sua unicità, del suo taglio, del suo linguaggio.
Uno staff fatto di persone (tra sala e cucina) di nove nazionalità diverse. Nessuno italiano. A Lecce!
Mozzarella di bufala, frutti rossi e rosmarino Pampascioni e amarena Ricotta scante e ricci (già eletto da me "signature dish"!) Favenette rucola e olive Linguine pistacchio e liquamen Calamaro, porro e grasso di maiale Faraona, funghi sottaceto e prezzemolo Arancia rossa di San Marzano
Pestanaca te santu Pati, mandarancia, cardamomo verde
Perché Bros non è un ristorante. Si, è un posto dove state bene e vi servono da mangiare (buono) in un modo diverso. Ma non è un ristorante. Bros è un concetto, un'esperienza, un brand appunto.
Un brand contemporaneo, un marchio di tendenza, un modo di essere e presentarsi. Bros è ristorazione ma può essere eventi, concerti, libri, perfino uno stile. Perché per emergere e prendere una stella in un posto meraviglioso, ma in fondo al mondo com'è Lecce, oggi, o fai così o aspetti vent'anni. E Floriano l'ha capito.
Linguine, pistacchio, liquamen
Infusione di cannella e zenzero “Love Bros”
Lunga vita a Bros.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Triestino, partito dall'agenzia di pubblicità Armando Testa, ha ricoperto ruoli di vertice nei settori della comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia. Oggi è consulente di comunicazione e marketing aziendale e politico, per clienti quali Autogrill, Thevision.com. Tiene lezioni all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e a quella di Genova. È docente presso Niko Romito Formazione, Intrecci Scuola di Sala e In-Cibum. Presidente dell'Associazione "Le cose cambiano", che lotta contro il bullismo omofobico