24-06-2017

Il nuovo corso del Caffè San Marco di Trieste

Lo storico locale ristorante-libreria accelera le sue ambizioni grazie alla proprietà e ai piatti del giovane Antolovič

Gli interni del Caffè San Marco di Trieste, da

Gli interni del Caffè San Marco di Trieste, dal 2005 “caffè storico d’Italia”. Via Cesare Battisti 18, telefono +39.040.0641724

L’influenza viennese riecheggia nell’arredo, i colori sono caldi e avvolgenti come una buona tazza di caffè, protagonista indiscusso del locale. Il profumo della tostatura si confonde con quello dei libri, presenti in ogni angolo e a disposizione degli avventori. Austero a primo impatto, Caffè San Marco a Trieste riserva piacevoli e coinvolgenti sorprese.

Un tempo luogo d’incontro d’intellettuali e scrittori come James Joyce, Umberto Saba, Italo Svevo e rifugio per gli irredentisti, nel 2005 è stato riconosciuto “caffè storico d’Italia”. «Un onere e un onore», spiega Alexandros Delithanassis, titolare dal 2013. Giovane di origini greche, triestino di adozione, ha fatto suo questo pezzo di storia.

Il suo progetto è quello di prolungare la storicità del caffè con un tocco d’innovazione; mantenerlo luogo d’interesse per turisti, ma al contempo punto di riferimento per i cittadini triestini. A partire dalla miscela di caffè creata ad hoc, “Caffè San Marco” appunto, dall’inserimento di una libreria composta da saggi di storia e filosofia e opere triestine, ma soprattutto dando la possibilità ai clienti di poter gustare i sapori locali in uno spazio senza tempo.

Aperto a pranzo e a cena, il ristorante è nelle mani esperte di Matija Antolovič, un ragazzo cui preme raccontare la storia del territorio. «Il mio arrivo qui», sottolinea lo chef «ha sancito il passaggio da una cucina tradizionale a una cucina di prodotto».

Dai mussoli del golfo triestino al tartufo delle vicine terre slovene, lo chef riesce a trasmettere le specificità del territorio circostante. Dal mare alla collina, ogni singolo profumo viene sapientemente inserito nel piatto, con l’obiettivo di creare «un’esperienza onesta e sincera».

Esperienza che prosegue attraverso le proposte della carta dei vini, protagonista tra tutti il Sinefinis. Metodo classico da uve di rebula e ribolla gialla, elaborate rispettivamente dal vignaiolo sloveno Matiaz Četrtič e dal collega friulano Robert Prinčič, racchiude nelle sue bollicine il simbolo dell’unione ideologica del Collio-Brda, territorio di provenienza di questo elegante prodotto, mai diviso dai confini, se non nell’ultimo Dopoguerra.

La cucina è attenta alla stagionalità dei prodotti e ha uno sguardo alla commistione mitteleuropea, caratteristica fondamentale e ormai parte integrante della città. Commistione percepibile anche nella location, soprattutto nella parte esterna, dove i tavoli in ferro battuto sono circondati dalle mura della Sinagoga e dalle diverse architetture susseguitesi nel corso del tempo.

La percezione è quella di perdersi completamente nella città, entrare nel suo cuore pulsante, nella storia e nelle tradizioni, con il profumo del mare che arriva da lontano.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Stefania Oggioni

triestina di nascita, milanese di adozione, è appassionata di buon cibo e buon vino. Lavora a Identità Golose

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