Mondo pizza

07-02-2025

Massimiliano Alajmo e la sua pizzeria del cuore, l'Europeo Mattozzi a Napoli

Abbiamo chiesto al tristellato de Le Calandre di portarci all'ombra del Vesuvio. «Una foglia di basilico scaldata dal sole, un fiordilatte autentico, un pomodoro rigoroso, il tutto su un impasto molto ben realizzato. È qualcosa di speciale»

Una pizza dell'Europeo Mattozzi a Napoli

Una pizza dell'Europeo Mattozzi a Napoli

La mia pizza del cuore è quella che gusto in locale di lungo corso di Napoli, l’Europeo di Alfonso Mattozzi. È una piccola magia.

Massimiliano Alaimo all'Europeo Mattozzi nel 2019

Massimiliano Alaimo all'Europeo Mattozzi nel 2019

Europeo non è propriamente una pizzeria, è più che altro un ristorante di tradizione che sforna ogni sera anche qualche pizza. Ne prepara insomma pochissime a temperatura controllata, con grande cura, il forno è dell'Ottocento; l’esito è per me qualcosa di veramente unico, straordinario. Gli ingredienti sono di eccellenza: una foglia di basilico scaldata dal sole, un fiordilatte di quello autentico, un pomodoro rigoroso, il tutto su un impasto classico alla napoletana e molto ben realizzato. Ripeto, diventa qualcosa di speciale. A me piace condividere queste pizze all’inizio del pasto, quando vengono servite come antipasto, “condite” con l’eleganza del patron, il suo savoir faire. 
Era il 1852 quando Emiddio Mattozzi fu autorizzato a produrre e vendere focacce. Fu così che il figlio Luigi poté avviare una pizzeria. Durante i periodi difficili della guerra, nonostante la mancanza di disponibilità di materie prime (farina, olio, carne, eccetera) il locale non è mai stato chiuso, anche se era situato in una zona di confine. Durante i bombardamenti, le finestre avevano i panni oscuranti e, non avendo energia elettrica, era all'interno illuminato con lumi a petrolio. Per poter ricordare a tutti che il locale era aperto, uno strillone munito di megafono richiamava l’attenzione dei passanti. Alla Pizzeria Internazionale Mattozzi si facevano solo pizze; negli anni Sessanta Eugenio Mattozzi – nipote di Luigi – decise di salvare il locale da una delicata situazione finanziaria, trasformandolo nel Ristorante Pizzeria Mattozzi l’Europeo. Nella fase di rilancio, corrispondente a quella del boom economico, Eugenio modificò la veste e la sostanza del locale trasformandolo in ristorante, punto di riferimento del centro di Napoli. Illustri professori universitari, uomini dell’alta borghesia e personalità di spicco lo frequentarono. Di generazione in generazione, superando gli ostacoli delle diverse epoche, oggi l’attività di ristorazione è guidata da Alfonso Mattozzi, qui sopra in una foto di qualche anno fa, e dalla figlia Luigia

Era il 1852 quando Emiddio Mattozzi fu autorizzato a produrre e vendere focacce. Fu così che il figlio Luigi poté avviare una pizzeria. Durante i periodi difficili della guerra, nonostante la mancanza di disponibilità di materie prime (farina, olio, carne, eccetera) il locale non è mai stato chiuso, anche se era situato in una zona di confine. Durante i bombardamenti, le finestre avevano i panni oscuranti e, non avendo energia elettrica, era all'interno illuminato con lumi a petrolio. Per poter ricordare a tutti che il locale era aperto, uno strillone munito di megafono richiamava l’attenzione dei passanti. Alla Pizzeria Internazionale Mattozzi si facevano solo pizze; negli anni Sessanta Eugenio Mattozzi – nipote di Luigi – decise di salvare il locale da una delicata situazione finanziaria, trasformandolo nel Ristorante Pizzeria Mattozzi l’Europeo. Nella fase di rilancio, corrispondente a quella del boom economico, Eugenio modificò la veste e la sostanza del locale trasformandolo in ristorante, punto di riferimento del centro di Napoli. Illustri professori universitari, uomini dell’alta borghesia e personalità di spicco lo frequentarono. Di generazione in generazione, superando gli ostacoli delle diverse epoche, oggi l’attività di ristorazione è guidata da Alfonso Mattozzi, qui sopra in una foto di qualche anno fa, e dalla figlia Luigia

 

LA NOSTRA SCELTA
Margherita, classicissima

LA PIZZA PIÙ CREATIVA
Europeo, con condimento a discrezione dello chef pizzaiolo

LA PIZZA VEGETARIANA
Crudaiola con fiordilatte, pomodorini e basilico

LA PIZZA SIGNATURE
Ripieno napoletano, con fiordilatte, ricotta e salame

La sala

La sala

PERCHÉ FERMARSI
perché in quest'attività ristorativa, nata nel 1852 proprio come focacceria, si sente l'anima di Napoli


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Massimiliano Alajmo

di

Massimiliano Alajmo

nato a Padova nel 1974, ha trascorso buona parte della sua infanzia all’interno de Le Calandre a fianco di mamma Rita. Dopo aver frequentato l’Istituto Alberghiero di Abano Terme e approfondito la sua formazione nelle cucine di Alfredo Chiocchetti, Marc Veyrat e Michel Guérard, nel 1994 ha preso le redini della cucina nel ristorante di Rubano (Padova). Nel 2002 la Michelin gli ha attribuito tre stelle: Max, a soli 28 anni, è diventato così il più giovane chef al mondo a ottenere questo riconoscimento. Oggi, facendo base alle Calandre, supervisiona e gestisce le cucine dei locali del Gruppo

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