29-04-2021
Piero Lovecchio, pugliese, sperimentatore, impegnato alla Focacceria Lagrange, via Lagrange 11, Torino
Sperimentare, affinare le ricette e continuare a sperimentare. Questo fanno il chimico, il farmacista o il cuoco. Si correggono le quantità per vedere come si combinano gli elementi e quali sono le reazioni. Così sono nati il formaggio e il pane, frutto di combinazioni a volte casuali, a volte cercate e volute, buone intuizioni e anni di prove. Dietro queste sperimentazioni c’è un’artigianalità basata su pochi ingredienti e tanta passione, che funziona più di grandi laboratori chimici. Ed è così che ha scelto di lavorare Piero Lovecchio, pizzaiolo di strada. Da anni lavora in combutta con Salvatore Loporto, che di pizza ne sa e che dagli anni Novanta a Torino ha segnato con i suoi locali i pomeriggi e le sere di molti torinesi. Pizza rigorosamente al taglio, a fetta quadrata come nella tradizione romanesca, ma con ricette che provengono da tutta Italia. Nei suoi locali si va dalla focaccia ligure alla schiacciata alla pugliese, la croccante romanesca. Da quando aveva 15 anni, a Ginosa (in Puglia, 50 chilometri da Taranto), Piero ha cominciato a lavorare sulla panificazione tradizionale e poi, con volontà e passione, a combinare gli elementi per scoprire come migliorare quel prodotto sacro e inviolabile della cucina italiana, che è la pizza. Ha cominciato mentre ancora frequentava l’alberghiero, nel garage di casa, con un forno e una impastatrice a provare e riprovare, a cambiare gli ingredienti e modificare le ricette, «perché la pizza ha i suoi segreti e nessuno te li vuole trasmettere, così ho preferito cercarmeli da solo».
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