20-05-2024
Pietra Rossa, ristorante enoiteca a Sestiere di Castello 2877, telefono +390414067887
Continua il nostro ciclo sulle "Storie di Gola" della Guida di Identità Golose 2024. Si tratta di itinerari dedicati a metropoli (o territori) del mondo, quest'anno scritti da food writer e giornalisti promettenti. Il senso delle "Storie di Gola" non è individuare le insegne più pazzesche del momento, ma i luoghi del cuore dell'autore. Oggi, un punto di vista intrigante e insolito su Venezia, espresso da Giulia Zampieri
Potrei raccontare la Venezia gastronomica a cominciare dai bacari, rievocando il ticchettìo dei bicchieri, il profumo del saor, il vociare che si fa sempre più rumoroso con il passare delle ore. Oppure potrei partire dall’esperienza di una raccolta in barena, tracciando la rotta di un barchino che s’insinua nel labirinto d’acqua per intercettare particolarissime specie vegetali. O ancora, concentrarmi sulle consuetudini dei mercati rionali, sulle eccellenze ortofrutticole dell’isola di Sant’Erasmo, sulla moltitudine di storie legate al commercio di qualsivoglia genere alimentare. Si potrebbe… ma probabilmente oggi, parlare di cibo a Venezia significa soprattutto parlare di rinnovamento. A tratti in corso, a tratti accennato. Sicuramente necessario. Intrattenendosi con i (pochi) veneziani che la abitano se ne comprende l’urgenza: c’è voglia di misura, lentezza, identità. Di ritrovarsi, oltre che di rinnovarsi. La buona notizia è che la cucina, l’arte, l’architettura e le contaminazioni possono solo che fungere da traino. Pare spetti a loro il compito di riportare questa città - che ha sempre fatto dell’incontro un’opportunità - a un andare migliore.
Per cosa può passare questo rinnovamento? Sicuramente per progetti che mettono in connessione. Penso, parlando di cibo, a iniziative come Tocia, un collettivo gastronomico promotore del dialogo tra persone, territorio e cucina. Ma anche ad associazioni come Batipai, che mira a far rivivere e valorizzare il rapporto sinergico tra uomo e acqua. Sono poi molte le insegne, storiche e nuove, che danno il loro contributo. Alcune con iconici personaggi e la propria inclinazione conviviale; altre attraverso l’esaltazione dei tratti che hanno reso Venezia famosa nel mondo; altre ancora con la sperimentazione.
Ecco una lista di locali in cui l’andare promette rinnovamento… e ritrovamento. Alcuni hanno aperto da poco.
I ragazzi di Bacàn, calle del Tentor 1834, +393460750952
Carovansarà Nato come costola del fortunato progetto Orient Experience, è il posto ideale in cui respirare la connessione tra Venezia e il Medioriente. Cicchetti originali, vini naturali e una curioso spritz allo zafferano, per un tuffo culturale sgargiante.
Pietra Rossa Dopo Al Covino, un nuovo capitolo per Andrea Lorenzon. Un posticino in cui mangiare bene bevendo benissimo. C’è un kamado in cucina e un delizioso giardino. Il tutto condito dalla maestria dell’oste.
Osteria Giorgione Masa C’è poco da girarci attorno: è una delle insegne più interessanti della città. Masahiro Homma, di origini giapponesi, da 16 anni in Italia, propone da poco più di 3 anni una cucina fusion fondata su materie prime di altissima qualità. In questa piccola porzione di Venezia si respira l’essenza della contaminazione. Vini naturali a rotazione e tanta convivialità.
Venice Venice Vista sul Canal Grande e una cocktail list che abbonda di strepitosi signature (anche alcohol free, sempre più apprezzati dagli stranieri). È il posto in cui farsi del male facendosi bene, circondati dalla magia che esce da ogni interstizio.
Carovansarà, Corte Mazor 2335, +390415228817
Torrefazione Cannareggio (Purtroppo) questa storica torrefazione, fondata nel 1930, rimane l’unico indirizzo di riferimento per il caffè. Un peccato per una città che potrebbe riscoprirsi attraverso questa bevanda, accogliendo anche altre modalità di consumo. Comunque, per fortuna ci sono loro, con formidabili miscele e buonissimi monorigine. Perfetto per le soste lunghe, anche muniti di libro.
Birraria La Corte Mangiare una pizza ben fatta a Venezia non è per nulla scontato. A Campo San Polo c’è questo riferimento, che è anche ristorante. Farine venete, ingredienti (ove possibile) dei dintorni o campani. La pizza si può definire in stile napoletano, l’atmosfera totalmente local.
Al Covo Quante volte mi è stato chiesto: dove vanno a mangiare i veneziani? Dove ghe xe el pesse bon! Al Covo, dietro a San Marco, è uno di quegli indirizzi. È riconosciuto per la qualità indiscussa delle materie prime, dal pescato fresco all’olio extra vergine di oliva. Dateci dentro con tutto il pesce… ma con riguardo: seguono dolci pazzeschi e ottimi formaggi! Ps. Innovarsi significa anche essere sempre attuali. Al Covo insegna.
Birraria La Corte, San Polo 2168, Venezia, +390412750570
Tutte le novità della Guida ai Ristoranti d'Italia, Europa e Mondo di Identità Golose
di
padovana, classe 1993, giornalista, collabora con Sala&Cucina dal 2016. Ama incrociare cibo, viaggio e persone. Ha un ottimo feeling anche con il buon bere
L'altana del Londra Palace offre un punto di vista privilegiato sulla Basilica della Salute e l'intera Laguna
Tino Vettorello con George Clooney a Venezia nei giorni scorsi. Lo chef veneto da 15 anni è responsabile delle aree ristorazione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia
Una barena della Laguna di Venezia, con la tradizionale bilancia da pesca. Foto Barena Association