Guida alla Guida

16-05-2024

Il Molise esiste e ci si mangia bene: due ristoranti da non perdere nella regione

Due ottimi motivi per scoprire un territorio spesso ingiustamente bistrattato: Locanda Mammì ad Agnone (Isernia) e Contrasto a Cercemaggiore (Campobasso)

Una tavola imbandita con alcune delle specialità

Una tavola imbandita con alcune delle specialità di Locanda Mammì, eccellenza molisana

Che il Molise esista, lo sappiamo molto bene. E in fondo l'ironia su questa bellissima regione italiana lascia sempre il tempo che trova: in Molise c'è tutto quello che si può desiderare in Italia. Arte, splendida natura, l'Appennino e il Mar Adriatico. E anche degli ottimi ristoranti. Nella selezione dell'edizione 2024 della Guida di Identità Golose, ne troviamo due. Una nuova entrata, che si chiama Contrasto, e una certezza come la Locanda Mammì

Siamo certi che leggendo i racconti di queste due insegne, vi verrà voglia di andare a scoprire il Molise, Cenerentola delle regioni italiane solo nelle battute di bassa lega.


CONTRASTO - Cercemaggiore (Campobasso)

Lo chef Lucio Testa

Lo chef Lucio Testa

Ha il grande merito di aver saputo innestare i retaggi delle sue importanti esperienze in Francia nel solco della tradizione molisana. E non a caso alcuni classici della cucina d'Oltralpe emergono con evidenza nelle preparazioni di Lucio Testa, che già da qualche anno ha inaugurato il suo ristorante Contrasto nel paese natale, Cercemaggiore in provincia di Campobasso. Non si tratta tuttavia di un contrasto ma di un'armonica contaminazione, gestita con maestria dallo chef patron. Ecco che la terrina di foie gras e il sauternes vengono accompagnati dall'autoctona mela limoncella e dalla pasta cresciuta, che sostituisce il pan brioche. Oppure lo stesso foie gras regala fascino e sorprendente leggerezza ai Ravioli ripieni di anatra con cipolla bruciata.

Leggi l'intera scheda di Vincenzo Rizzi


LOCANDA MAMMI' - Agnone (Isernia)

La squadra di Locanda Mammì, al centro la chef Stefania Di Pasquo

La squadra di Locanda Mammì, al centro la chef Stefania Di Pasquo

La bella casa di Stefania e Tomas aggiunge, a ogni nostro passaggio, un mattone in più. È bello osservarne il percorso di crescita e l'impegno che mettono nell’approfondire prima – lei gli ingredienti e il loro utilizzo secondo l’impostazione romitiana, lui lo stile dell’accoglienza e della cantina in maniera intelligente e curiosa – e nell’applicare dopo. Lo fanno con dolcezza e determinazione. Che nella loro cultura significa guardare il mondo in modo curioso e con i piedi ben poggiati a terra. Perché siamo sempre in Molise e qui bisogna arrivarci, salvo poi restare sorpresi e affascinati dal paesaggio e dalla cultura artigiana, contadina e pastorale che ancora resiste. E che ritroviamo a tavola dove i nostri due arrivano con passo davvero convincente.

Leggi l'intera scheda di Massimo Di Cintio


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