18-11-2014
Simone Sabaini ha lanciato anche la linea La Qualità della Vita, sei barrette con specifiche proprietà funzionali (ad esempio, “Giovinezza” è antiossidante poiché contiene bacche di açaí, rosa canina, arancia rossa, estratto di acini d’uva ed estratto di tè verde; “Sesso” è afrodisiaca, con maca, damiana e noci di cola…). Un’idea lanciata un anno e mezzo fa, oggi è il 30% della produzione, in crescita.
Questa, in fondo, è una delle tante storie del sovrapporsi di culture, in Sicilia. Il forestiero di turno è Simone Sabaini da Verona, 40 anni: un decennio fa lavorava nel mondo della finanza, poi mollò e si mise all’opera per Altromercato, seguiva le produzioni di cacao in Venezuela e Ecuador. Nel 2011 arriva a Modica e crea Sabadì, insegna dedicata “al giorno che non c’è”. Obiettivo, produrre il tipico cioccolato locale, anzi no: perché quella bontà è sempre meno golosa, troppa produzione per turisti e pazienza se la qualità fa ciao ciao.
Sabaini prende il toro per le corna: a suo giudizio il problema sta nel sistema di produzione stesso del cioccolato modicano, «per come è realizzato, presenta aromi che decadono troppo rapidamente». Bisogna allora trovare strade alternative, inventare macchinari specifici, «applicare la tecnologia a una lavorazione tradizionale» per far sì che possa avvenire a temperatura più bassa, con un ciclo più lungo. Perché – spiega – il cioccolato modicano era concepito per un consumo rapido, non per la lunga conservazione; le molecole del burro di cacao sono instabili, lavorate alle abituali temperature dopo due-tre settimane dalla produzione i legami si rompono. Effetto visivo: la parte grassa, bianca, affiora in superficie. Effetto sulla consistenza: il cacao si separa dallo zucchero, il cioccolato tende a sbriciolarsi. Effetto aromatico: sparisce il sapore di cacao, prevale quello zuccherino. Un disastro. Sabaini: «Qui a Modica dicono che queste sono caratteristiche specifiche del loro cioccolato. Sciocchezze, per me è un grosso difetto», che il sistema di lavorazione da lui inventato neutralizza.
Una delle pizze di Simone Padoan con cioccolato Sabadì: grattato su battuta di manzo e spinacino, con distillato di Prime Uve (foto Aromicreativi)
La fama è ormai quella di “cioccolato gourmand”, lo si acquista da Selfridges a Londra, da Eataly un po’ ovunque. Non a Modica, qui Sabaini non ha voluto alcun punto vendita, solo un modesto laboratorio al pianterreno di un palazzo, stipato di macchinari, tre dipendenti per un fatturato che quest’anno dovrebbe toccare i 500mila euro, il 35% all’estero. Inutile dire che utilizza il cacao migliore, varietà Nacional fino de aroma Arriba SSS (sta per “Superior Summer Selected”) dell’Ecuador, comprato da piccoli produttori riuniti in cooperativa che curano particolarmente le fasi di fermentazione ed essicazione delle fave di cacao, essenziale per l’aroma finale: costa otto volte più di quello di bassa qualità.
Solo materie prime di alta qualità (foto Passera)
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale