Il fenomeno è noto: il turista del Nord - persino quello gourmet - valica le Alpi e si sente già sprofondato nel Mediterraneo; come dargli torto, d'altra parte: sogna il sole e ricerca quell'Italia che è nell'immaginario di mezzo mondo. Così, le migliori strutture d'hôtellerie, anche quando si trovano in tutt'altro ambiente e magari a non molte decine di km dai confini svizzero o austriaco, sono incentivate a proporre una cucina che proprio a quella richiesta possa rispondere; da qui, il grande successo della scuola campana che, illustre di suo, sforna da sempre ottimi professionisti in grado di soddisfare appieno questo tipo di richiesta, che d'altra parte possiede una forte carica identitaria "tricolore".

Villa Cordevigo e, sotto, il suo parco
Sono considerazioni che si modellano perfettamente sull'
Oseleta di Cavaion Veronese, ristorante gastronomico di
Villa Cordevigo. Quest'ultima è una splendida struttura a due passi dal lago di Garda: un'antica dimora patrizia, risalente all'XVIII secolo, incorniciata da un contesto ambientale di grande pregio e arricchita anche da una splendida cappella gentilizia rinascimentale dedicata a San Martino, un vasto parco, una immensa vigna.
Un luogo di eleganza e relax, non a caso inserita nell'esclusivo circuito dei
Relais & Châteaux; merito degli attuali proprietari - dal 2004 sono le famiglie
Cristoforetti e
Delibori - che proseguono una storia di bellezza sulla scia dei loro predecessori, i conti
Lombardo, i
Dolci, i
Saladini, i
De Moreschi... Oggi
Villa Cordevigo è un armonioso wine relais di charme;
Oseleta il suo luogo del gusto, affidato alle cure di
Giuseppe D'Aquino.
Come premettevamo,
D'Aquino è di scuola campana; anzi campano di suo, napoletano per la precisione, classe 1971, diploma di tecnico industriale, progetti di proseguire il percorso di studi al Politecnico travolti dalla grande passione per la cucina. Ha imparato il mestiere, come è d'uopo, negli indirizzi in Costiera; poi però ha affinato le proprie competenze e allargato gli orizzonti a Parigi, Londra, Los Angeles e Dubai. Tornato in Italia per dirigere i fornelli di
Villa Mangiacane nei pressi di Firenze, è approdato all'
Oseleta nel 2010, conquistandovi la stella Michelin tre anni più tardi, nel novembre 2013.
Con merito: lo chef propone la cucina che ci si aspetterebbe, con grande perizia tecnica e qualche variazione sul tema che gli deriva dalle esperienze internazionali. Il tutto abbinato coi vini della
Tenuta Villa Cordevigo: un'esperienza complessiva di grande piacevolezza, con un un acuto su tutti (
Tartare di salmerino alpino, caviale Beluga, salsa al bergamotto, granita al basilico) e il
signature di sempre (lo
Spaghetto al pomodoro, nella versione 2019 con gambero rosso, crema di latte affumicata, scorza di limone).

Asparago bianco di Bassano, kefir, uovo marinato, amaranto, ricci di mare

Tartare di salmerino alpino, caviale Beluga, salsa al bergamotto, granita al basilico

Wagyu, scampo, polvere d'olio, salsa verde

Spaghetto al pomodoro, gambero rosso, crema di latte affumicata, scorza di limone

Pasta, patate, ricci di mare e alga

Merluzzo, rapa rossa, ciliegia, pil pil al lime