Alessandro Perricone
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Immagine tratta dalla presentazione del libro "Food Marketing2" all'Hub di Identità Golose. Con l'autore Carlo Meo (secondo da sinistra), c'erano Alberto Tasinato (Alchimia, Milano), Matteo e Salvatore Aloe (Berberè), Serena Mela (Frantoio di Sant'Agata d'Oneglia) e Michele Cannone (Lavazza)
Giovedì scorso, abbiamo battezzato all'Hub di Identità Golose Milano il libro "Food Marketing2. Il food alla conquista della città, il nuovo linguaggio urbano", il nuovo testo di Carlo Meo per Hoepli editore (17,90 euro, in sconto se acquistato su Amazon). E' stato un incontro molto interessante, per lo spessore dei protagonisti e perché si è cercato di rispondere alle domande che l'autore stesso cita in quarta di copertina: "Perché nelle città chiudono le banche e aprono al loro posto hamburgherie, bistrot e ristoranti? Perché mangiamo sempre più spesso fuori casa e quando siamo in casa riscaldiamo qualcosa di pronto o aspettiamo l'arrivo di un pasto cucinato da altri?...". Meo dà risposte intelligenti perché non hanno la presunzione di essere definitive. A titolo di esempio, gli abbiamo chiesto di elencare una serie di suggerimenti cui ogni imprenditore del food dovrebbe attenersi prima di inaugurare un ristorante (GZ)
8 FATTORI DA CONSIDERARE 1 Un concept distintivo, identitario e coerente in tutti i suoi aspetti Quando si apre un’insegna occorre tenere ben presenti questi 3 aspetti: originalità della proposta e soprattutto identità e coerenza. Mai cambiare, le formule scelte all’inizio: se parti con un prezzo, poi non lo devi abbassare; se scegli un locale organic non puoi servire piatti di plastica, se hai un’immagine coordinata questa deve riflettersi in ogni piccolo dettaglio, inclusi i loghi di uomo e donna fuori dai bagni. 2 Una giusta location Quelle giuste sono poche e, se la sbagli, è finita ancora prima di cominciare: a meno che tu non sia Ferran Adrià, occorre sempre valutare la posizione e i flussi di gente. E se una location costa poco, non ti esaltare: c’è sempre un perché. 3 Un corretto layout, ovvero la disposizione di arredi nello spazio e i flussi delle persone/operatori del locale La progettazione interna di un ristorante è importante. Se è approssimativa ne risentirà tutto l'insieme. La curiosità: una volta i locali erano divisi al 60% tra sala e servizi e al 40% cucina, oggi siamo al 70% e 30%.
La copertina del libro, costo 17,90 euro (in sconto se acquistato su Amazon)
Matteo e Salvatore Aloe di Berberè: dal 2010, 12 pizzerie aperte tra Italia e Regno Unito. Prossimamente, anche una terza pizzeria a Londra e una seconda a Torino
tra i massimi esperti di comportamento d'acquisto e di concepting di retail esperienziale, è amministratore delegato di M&T e docente dei corsi di Design Experience - Poli.Design del Politecnico di milano e del Master in Food experience dello SPD. Per Hoepli ha pubblicato anche "Food Marketing" e "Shopping Experience"
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