Andrea Menichetti
Pollo alla romanadi Arcangelo Dandini
Dall'Italia Dare voce alla solennità dell'orto: il nuovo menu vegetale di Alberto Buratti
Noi stimiamo molto Andrea Cuomo - non a caso fa parte del nostro team durante il congresso Identità Milano - per la capacità rara che ha di raccontare il mondo del food con penna brillante e sguardo disincantato, un po' raffinato cronista e un po' osservatore curioso, anche con quella vena ironica (lui ha insopprimibili attitudini iconoclaste) che rendono la lettura dei suoi pezzi leggera, godibile eppure sempre foriera di utili approfondimenti. Dopo Cessate il cuoco (leggi Cessate il Cuoco, e arrendetevi), la nuova fatica di Cuomo in libreria è dedicata al mondo del caffè: Mondo Caffè si intitola infatti (Mondo Caffè - storia, consumo ed evoluzione di un’invenzione meravigliosa, scritto da Andrea con Anna Muzio, prefazione di Luciano De Crescenzo. Edita Cairo con I Libri de il Golosario, 320 pagine, 18 euro, per acquistarlo clicca qui), presentato poche ore fa a Identità Golose Milano, primo hub internazionale della gastronomia. Il testo passa in rassegna, com'è doveroso, tutto lo scibile riguardante la magica bevanda (una "invenzione meravigliosa", come recita il sottotitolo), ma offre soprattutto un punto di vista originale contro il "tazzismo", una (falsa) convinzione che alligna nella mente di noi italiani: ci consideriamo i maestri inarrivabili nell'arte del caffè, e guardiamo con malcelato senso di superiorità tutte le forme di fruizione della bevanda che s'allontanino all'ortodossia tricolore. Un atteggiamento miope, ci raccontano Cuomo e Muzio: intanto perché nel mondo si sono diffusi metodi di estrazione diversi dall'espresso in tazzina, che noi consideriamo dogmaticamente quasi fosse un Santo Graal; poi perché - come scrivono gli autori nell'introduzione - "il paradosso del caffè all’italiana è questo, il 97% degli Italiani lo beve ogni giorno, alcuni anche più volte al giorno. Ci riteniamo degli esperti, spesso dei veri intenditori, ma siamo tra coloro che meno sanno che cosa c’è in quella tazzina bollente che trangugiamo in piedi in pochi secondi, spintonati da altri idolatri di un dio che adoriamo al punto da farci pochissime domande su di esso”. Il libro propone anche una trentina di ricette di grandi chef italiani (da Heinz Beck a Niko Romito, da Massimiliano Alajmo a Davide Oldani) e alcuni cocktail ideati da giovani bartender italiani che utilizzano il caffè come ingrediente e si conclude con una piccola guida ai migliori locali d’Italia, Europa e mondo e con un glossarietto. Insomma: Mondo Caffè è un testo tutto da leggere. E da meditare. Ne riportiamo un passo, tra i più gustosi. (Carlo Passera)
Noi stimiamo molto Andrea Cuomo - non a caso fa parte del nostro team durante il congresso Identità Milano - per la capacità rara che ha di raccontare il mondo del food con penna brillante e sguardo disincantato, un po' raffinato cronista e un po' osservatore curioso, anche con quella vena ironica (lui ha insopprimibili attitudini iconoclaste) che rendono la lettura dei suoi pezzi leggera, godibile eppure sempre foriera di utili approfondimenti. Dopo Cessate il cuoco (leggi Cessate il Cuoco, e arrendetevi), la nuova fatica di Cuomo in libreria è dedicata al mondo del caffè: Mondo Caffè si intitola infatti (Mondo Caffè - storia, consumo ed evoluzione di un’invenzione meravigliosa, scritto da Andrea con Anna Muzio, prefazione di Luciano De Crescenzo. Edita Cairo con I Libri de il Golosario, 320 pagine, 18 euro, per acquistarlo clicca qui), presentato poche ore fa a Identità Golose Milano, primo hub internazionale della gastronomia.
Il testo passa in rassegna, com'è doveroso, tutto lo scibile riguardante la magica bevanda (una "invenzione meravigliosa", come recita il sottotitolo), ma offre soprattutto un punto di vista originale contro il "tazzismo", una (falsa) convinzione che alligna nella mente di noi italiani: ci consideriamo i maestri inarrivabili nell'arte del caffè, e guardiamo con malcelato senso di superiorità tutte le forme di fruizione della bevanda che s'allontanino all'ortodossia tricolore. Un atteggiamento miope, ci raccontano Cuomo e Muzio: intanto perché nel mondo si sono diffusi metodi di estrazione diversi dall'espresso in tazzina, che noi consideriamo dogmaticamente quasi fosse un Santo Graal; poi perché - come scrivono gli autori nell'introduzione - "il paradosso del caffè all’italiana è questo, il 97% degli Italiani lo beve ogni giorno, alcuni anche più volte al giorno. Ci riteniamo degli esperti, spesso dei veri intenditori, ma siamo tra coloro che meno sanno che cosa c’è in quella tazzina bollente che trangugiamo in piedi in pochi secondi, spintonati da altri idolatri di un dio che adoriamo al punto da farci pochissime domande su di esso”.
Il libro propone anche una trentina di ricette di grandi chef italiani (da Heinz Beck a Niko Romito, da Massimiliano Alajmo a Davide Oldani) e alcuni cocktail ideati da giovani bartender italiani che utilizzano il caffè come ingrediente e si conclude con una piccola guida ai migliori locali d’Italia, Europa e mondo e con un glossarietto.
Insomma: Mondo Caffè è un testo tutto da leggere. E da meditare. Ne riportiamo un passo, tra i più gustosi. (Carlo Passera)
Le illustrazioni del libro sono di Lisa Tuffanelli
Starbucks a Milano
C’è poi un’altra insidia nel nostro considerarci sempre e comunque i depositari del “verbo caffeinico”. La nostra presunta superiorità può farci fermare, anzi lo ha già fatto. Non avere curiosità per quello che accade altrove, per altre tostature ed estrazioni, trascurare la cultura della provenienza e delle origini, ci ha lasciato indietro. L’Italia del caffè è come quello sportivo talentuoso che smette di allenarsi con il dovuto impegno, e trascura l’evoluzione della tecnica, perché pensa che vincerà comunque grazie alla sua classe e alla scuola. E magari vince davvero, ma poi da un giorno all’altro smette di farlo e allora per lui è molto difficile rimettersi in discussione e tornare a primeggiare.
Cuomo, romano ma ora a Milano, sommelier, è inviato del quotidiano Il Giornale. Racconta da anni i sapori che incontra. Muzio, giornalista milanese, studi in Lingue, collabora a sua volta con Il Giornale
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