22-01-2013

Creatività oltre le Alpi

Allo Tschuggen Gourmet Tour di Arosa, per conoscere i migliori allievi di Dieter Müller

Dieter Müller, 64 anni, nume tutelare dello Tschu

Dieter Müller, 64 anni, nume tutelare dello Tschuggen Gourmet Tour di Arosa in Svizzera, per 18 anni al timone del ristorante dello Schlosshotel Lerbach, 3 Stelle Michelin, è stato il primo chef tedesco a ricevere 4 cappelli dalla Guida Gault Millau

Arosa è una località turistica svizzera cui non manca una buona dose di fascino. Per la sua posizione scomoda, in una valle a fondo chiuso, che la rende meta nascosta e non facile da raggiungere e per le belle e numerose piste da sci che, durante l’inverno diventano il terreno adatto per favolose sciate. A queste attrattive si può poi aggiungere quella della presenza di un albergo, lo Tschuggen, celebre per la zona wellness, la Bergoase, firmata dall’architetto Mario Botta, per la cucina del ristorante La Vetta, fresco di stella Michelin, e per l’unicità di avere a disposizione degli ospiti, a pochi metri dall’hotel, una monorotaia privata e totalmente automatizzata che porta gli sciatori direttamente sulle piste.

Tanja Grandits dello Stucki di Basilea

Tanja Grandits dello Stucki di Basilea

Ma è l’aspetto gastronomico che negli anni ha visto lo Tschuggen diventare uno dei luoghi più ricercati in Svizzera per le esperienze gourmet di alto livello. Un merito raggiunto grazie alla formula del Gourmet Tour, che da 8 anni va in scena nel mese di gennaio nell’hotel, con protagonisti una serie di cuochi capitanati da Dieter Müller, organizzatore dell’evento e capofila della grande cucina tedesca che conta, dall’alto delle sue tre stelle Michelin. Il festival, distribuito sulla distanza di tre giorni è sempre stato un affare di famiglia per Müller, che, di anno in anno, invita i suoi allievi prediletti, ovvero quei cuochi che prima sono passati dalla sua cucina e poi si sono fatti valere in giro per il mondo.

Solo quest’anno le cose sono cambiate, con l’arrivo nella squadra dei cinque chef ospiti di due “intrusi”: Heiko Nieder, del Dolder Grand di Zurigo, e la simpatica Tanja Grandits, unica donna presente e interprete nel suo ristorante di Basilea, lo Stucki, di una cucina fresca, colorata e fusion. Gli altri partecipanti erano, nel weekend dal 10 al 13 gennaio scorso, Christoph Rainer dell’hotel Villa Rotschild di Konigstein e Jens Rittmeyer del Kai3 di Sylt. Ma il primo a farsi strada, nella cena d’apertura, è stato Tobias Jochim, il cuoco dell’albergo, venerdì 10, con un menu di grande eleganza e ricercatezza nelle materie prime scelte che ha messo d’accordo tutti i presenti.

Fegato d’oca con carote, pera e liquirizia di Heiko Nieder

Fegato d’oca con carote, pera e liquirizia di Heiko Nieder

Più variegata e singolare la seconda serata di sabato con le sequenza di portate dei cuochi ospiti. Dalle curiosità esotiche della Grandits (Saint-Jacques con dashi alla vaniglia e crema di basmati), alla delicata preparazione di Jens Rittmeyer (Tartare di carne contrastata da un gelato alle mele e dal tartufo nero svedese dell’isola di Gotland), dalla originale Triglia bretone con salsa bourride, crema di fagioli bianchi e polpo grigliato di Christoph Rainer al Fegato d’oca con carote, pera e liquirizia di Heiko Nieder. Senza dimenticare il Cervo in ragout di champignon con cavolini di Bruxelles, confit di zucca e puree di marroni di Dieter Müller.

L’ultima sera, invece, quella di sabato, gli ospiti sono stati accompagnati in cucina per il Kitchen Party, dove si degusta direttamente ai fornelli (oppure volendo si ritorna in sala con il piatto e ci si siede a un tavolo), ci si confronta con i cuochi, si dialoga con loro e si scoprono i segreti delle prelibatezze assaggiate. Qui il piatto più cool è stato quello di Tobias Jochim: il Coniglio con noci di macadamia, daikon affumicata e mostarda di fichi.


Spotti e mangiati

Le insegne, i sapori e le personalità cucinanti d'Europa, viste da Gualtero Spotti

a cura di

Gualtiero Spotti

giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale. E poi adora viaggiare
 

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