08-06-2011
Dici cous cous e in pratica è come se non avessi detto nulla, se non evocato un capolavoro della cucina araba che ha attraversato il Mediterraneo per radicarsi soprattutto nel Trapanese e più in generale in Sicilia, senza ancora aver compiuto un altro balzo, dall’isola dei mille profumi e colori all’Italia e il continente. Dire di avere voglia di un cous cous è un po’ come affermare di voler pappare un risotto o una pasta, giusto un cicinin meno vago di una scelta tra carne o pesce. Come lo condisco quel riso? Pasta pasta o pasta ripiena? Di acqua e farina o all’uovo? Secca o fresca? Sugo bianco o sugo rosso? E così il cous cous: di carne, pesce o verdure? E mi fermo qui perché il concetto è chiaro, non esiste un cous cous, ne esistono mille come ci ricordano bene Hadjira Mouhoub e Claudine Rabaa, autori per Guido Tommasi del libro “Le avventure del couscous”.
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a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi