22-10-2012
Grandi Cuochi all'Opera, all'opera per l'Opera San Francesco per i Poveri di viale Piave a Milano, telefono +39.02.77122400. Domenica 21 ottobre, 13 grande figure della ristorazione italiana hanno confezionato un pranzo per 180 persone, offerta minima 100 euro, per raccogliere fondi a favore di frati che ogni giorno feriale offrono un pasto caldo a 2800 bisognosi, 1600 coperti a pranzo e 1200 a cena
Gran bella domenica quella appena vissuta nella mensa dell’Opera San Francesco per i Poveri, in viale Piave 2 a Milano, telefono +39.02.77122400. Bella per lo spirito e i motivi che hanno spinto noi di Identità Golose a dare vita a un evento, chiamato Grandi Cuochi all'Opera, un pranzo di alta cucina povera, che ha visto coinvolti 13 tra chef, artigiani e ristoratori. A loro si deve il lato buono, scandito da cinque momenti ovvero un benvenuto nel chiostro e quattro portate seduti proprio dove, da lunedì a sabato, vengono serviti quotidianamente 2800 pasti caldi ad altrettanti poveri, che possono contare sulla struttura francescana anche per una doccia, per il taglio della barba, per nettarsi i piedi e per cambiarsi i vestiti (usati) e le scarpe (usate), atto distinto da quello del cambio dell’intimo (nuovo per evidenti motivi di igiene).
Chicco Cerea e Aimo Moroni
Il tutto ieri per raccogliere fondi per l’opera diretta ai giorni nostri da padre Maurizio e fondata una 70ina di anni fa da frate Cecilio. Hanno formato il benvenuto Mauro Brun e Bruno Rebuffi, macellai, il primo in via dell’Annunciata, Macelleria Annunciata, e il secondo in viale Brianza, Pregiate carni piemontesi Ercole Villa, assieme con Cesare Battisti del Ratanà in via De Castillia: dopo Gran Padano Riserva, ecco Mondeghili di sanato alla milanese, Cartoccio di pelli di patate e peperoni in polvere, Carne cruda di fassona al coltello in cucchiaio di cipolla e terra di olive, Ganascino di vitello bollito in salsa verde, Pane raffermo, latte cagliato, rapa rossa e pancetta.
Il Mustacciolo con gelato alle spezie, dessert di Viviana Varese
E per secondo la Carne di Manzo stufata al Valcalepio con polenta di Chicco e Roberto Cerea del Vittorio (che era loro padre), ristorante nato a Bergamo e da un po’ nella vicina Brusaporto. Dire che il ganascino servito appoggiato su una gialla collina polentosa era morbido, rischia di risultare riduttivo. Si tagliava con un sorriso.
Infine il dessert, il momento più francescano dell’intero pranzo perché il Santo, ormai prossimo alla morte, nel chiedere a Frate Jacopa (Giacoma Frangipane de' Settesoli il nome autentico) di portargli le vesti per una sepoltura che sentiva ormai prossima, le domandò anche dei mostaccioli, biscotti di mosto e cioccolato che Viviana Varese, anima del ristorante Alice in via Adige a Milano, ha interpretato con intelligenza contemporanea, un gelato al cardamomo e tre altre spezie a dare profondità a un biscotto ricoperto di cioccolato, dessert presente nell’attuale carta del locale con il nomo di Mosto Acciolo, per evidenziare la riduzione di vino. Dolce splendido perché in bocca si ricomponeva netto e chiaro un classicissimo dolcetto popolare che accompagna da secoli e secoli (San Francesco d’Assisi visse a cavallo dei secoli XII e XIII, 1182-1226) le regioni del Meridione italiano e che il Poverello conobbe di solo mosto perché il cacao arrivò in Europa, scoperto ma snobbato da Colombo nel 1502, con Cortez 17 anni dopo.
Le cene concertate da Identità Golose in Italia e nel mondo, raccontate da chi c'era
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi