«Think about Barolo, Barbaresco, white truffle, Nutella…». Ai piedi del castello di Grinzane Cavour, di fronte alla telecamera di una televisione statunitense, lo chef
John Suley sta parlando delle meraviglie agroalimentari d’Alba e zone limitrofe; a due passi da lui tanti altri idiomi si confondono: cinesi, spagnoli, francesi, giapponesi… Siamo nei giorni in cui queste terre ubertose e di solito un poco sonnolente sembrano esplodere invece di vita, trasformandosi in una provincia del mondo, in una Babele di lingue diverse. Sorta di luna park del gusto che fa storcere il naso a qualche timoroso, come quel collega della
Gazzetta di Alba, perplesso: «Ho paura che questo possa diventare un divertimentificio», mi confida prima di tuffarsi nell’assaggio di una splendida
Fonduta con cardi gobbi di Nizza Monferrato e tartufo bianco, alla
Locanda in Cannubi di Barolo.
Ma c’è poco da fare: lasciando pure perdere la Nutella – discorso a parte - gli altri grandi prodotti enogastronomici di Langa sono un richiamo troppo forte per tutto il mondo. «Qui a Hong Kong sono tutti impazziti per le nostre eccellenze», racconta
Pietro Ratti, presidente del Consorzio di Tutela Barolo e Barbaresco, mentre conduce, dal ristorante
Otto e mezzo di
Umberto Bombana, l’
Asta mondiale del tartufo d’Alba, diretta streaming tra Estremo Oriente e un castello di Grinzane dove a tenere in mano le redini dell’evento sono
Davide Paolini e la bella
Elisa Isoardi, con
Enzo Iacchetti a fare da “guastatore”.

Tartufi di qualità all'Alba White Truffle Cooking Award
La manifestazione è giunta alla propria XV edizione e ha messo in vendita – il ricavato è devoluto in beneficienza – ben undici ragguardevoli esemplari di
Tuber magnatum: il maggiore, del peso di un chilo, se lo è aggiudicato un anonimo imprenditore gourmet con gli occhi a mandorla, che ha sborsato la cifra di 100mila euro, una bella fetta del ricavato totale, 306mila euro, dei quali la gran parte ottenuta tra la platea dell’ex colonia inglese, a conferma che la
Langamania dilaga. A Est, ma anche a Ovest, si diceva di
Suley, ad esempio:
executive del gruppo statunitense Celebrity Cruises, si è aggiudicato a nome della sua società due dei lotti battuti a Grinzane e li utilizzerà per creare un'esperienza culinaria esclusiva durante una crociera ai Caraibi.
Il tartufo "tira" nel mondo, insomma, e se qui da noi la crisi morde alle caviglie, internazionalizzarsi è sempre più la strada necessaria; il Centro nazionale studi sul tartufo si attrezza di conseguenza, certificando una tracciabilità totale di ogni singolo esemplare con il nuovo sistema satellitare Verisat, che sfrutta i 30 satelliti del Gps europeo, in collaborazione con Telespazio; ogni pregiato tubero d’Alba – spiega Mauro Carbone, direttore del Centro – viene dotato di un microchip che, leggibile dallo smartphone tramite una app gratuita, ne illustra e garantisce provenienza e caratteristiche all’acquirente finale, si trovasse pure all’altro capo del mondo.

Gli chef Enrico Crippa e Michel Troisgros, nuovi "Ambasciatori del tartufo bianco d'Alba nel mondo"
«Una importantissima misura anti-contraffazione» commentava sabato durante la cena di gala, a
La Rei del
Boscareto Resort di Serralunga, la giornalista
Roberta Schira, giurata (in quanto vincitrice della passata edizione. Con lei a stilare le pagelle anche l’imprenditore del tortellino
Giovanni Rana e, presidente di giuria, il solito
Suley) dell'
Alba White Truffle Cooking Award, competizione culinaria tra giornalisti che ha visto soccombere
Andrea Grignaffini e
Fernanda Roggero di fronte alle bontà impiattate da
Maddalena Fossati, di
Vanity Fair, e
Federica De Luca, di
Dove.
Proposte certo di buon livello, ma certo non comparabile a quelle che sono soliti farci gustare i nuovi “Ambasciatori del tartufo bianco d’Alba nel mondo”, riconoscimento attribuito quest’anno a due grandissimi chef: il francese
Michel Troisgros, titolare della mitica
Maison Troisgros a Roanne, sulle rive della Loira, e l’italiano (brianzolo di nascita ma albese d’elezione professionale)
Enrico Crippa, del ristorante
Piazza Duomo di Alba, 39º nella classifica “World's 50 Best Restaurants 2014” .