22-07-2020

San Giors: la contemporaneità di un pezzo di storia torinese

Il secondo albergo più antico della città sabauda ospita un ristorante, guidato da Paolo Ribotto, che unisce proposte classiche a espressioni più personali e creative

L'insegna del San Giors oggi

L'insegna del San Giors oggi

Al San Giors di Torino si può stare seduti in un pezzo di storia della città. Intanto perché qui sono passate illustri generazioni di nobiluomini e nobildonne, da quando nel 1481 Chiara Gonzaga si fermò in una locanda per trovare ristoro, prima di proseguire il suo viaggio di nozze verso la Francia. Poi qualche spostamento, di via e di edificio, sino alla costruzione dello spazio che lo ospita attualmente.

Siamo tra fine '800 e inizio '900, quando vennero innalzati i muri di questa casa, occupato dal secondo albergo più antico della città di Torino. Siamo in Borgo Dora, in un quartiere dal fascino enorme, che sprigiona tutta l’energia della stratificazione sociale ed etica che contiene. Alle spalle, il mercato di Porta Palazzo, il più grande contenitore di materie prime di Torino, che consente una fonte di approvvigionamento di assoluta qualità per tutti gli ingredienti del menu con una fornitura che sta abbondantemente sotto il km0.

...e in una foto di repertorio

...e in una foto di repertorio

All’Hotel San Giors, come racconta lo scrittore Marco Missiroli, si intuisce la storia dal rumore che fa il parquet sotto i piedi, per tutti i passi che in questi corridoi sono stati fatti. Ma quello che rende il posto affascinante e meta di tante soste è sicuramente la volontà di legare il passato con la passione per il contemporaneo, di non abbandonare il passato a sé stesso. La storia che non si ferma e va avanti e che spinge queste antiche camere di albergo nel nostro secolo, attraverso le visioni di molti artisti contemporanei, che hanno decorato in maniera unica e personale le stanze, lasciando la loro firma.

Uno scorcio della sala

Uno scorcio della sala

Poi c’è la cucina, che qui non ha perso, nel legame con l’hotel, la sua vivacità e la sua visione. Frutto della gestione attenta di Simona Vlaic e del lavoro dello chef Paolo Ribotto, da meno di un anno alla guida delle cucine. Qui Paolo, originario degli anni ‘80 piemontesi, ha portato la sua esperienza fatta in numerose collaborazioni, in Piemonte e in altre regioni, con maestri di grande ristorazione come Alfredo Russo del Dolce Stil Novo di Venaria Reale ed Errico Recanati del ristorante Andreina di Loreto.

La squadra di cucina: al centro Paolo Ribotto

La squadra di cucina: al centro Paolo Ribotto

Al San Giors il punto di partenza della cucina è sicuramente la tradizione, la storia: il pranzo della domenica che rimanda a vecchie famiglie borghesi e nobiliari cittadine, che degustavano qui i classici della cucina piemontese, parlando dell’unificazione d’Italia appena compiuta. Ma anche qui la volontà è stata portare qualche contrasto e lasciare un segno tangibile del presente.

Tajarin con asparagi, scampi e zenzero

Tajarin con asparagi, scampi e zenzero

La carta classica c’è e ha la parte più rilevante: nel Vitello tonnato e nell’Insalata russa, nei Plin al sugo d’arrosto e soprattutto di questi tempi estivi nella Carpionata mista, che raccoglie il meglio tra carne, pesce e verdure immerse in aceto e cipolle (per il gran Bollito bisognerà aspettare la caduta delle foglie e le giornate fredde, che rimandiamo al prossimo autunno).

Agnolotti ripieni di amatriciana con fave e pecorino

Agnolotti ripieni di amatriciana con fave e pecorino

Poi ci sono anche le novità; il delivery intanto, che ha funzionato benissimo in questi mesi, spinto con oltre 400 consegne, grazie all’hashtag super piemontese, ciapalì, con cui si è trasportato nelle case torinesi il bollito misto in burnia (il classico contenitore in vetro per conservare gli alimenti). Quindi i piatti per gusti meno tradizionali: come i Gamberoni alla parmentier di asparagi, gli Agnolotti ripieni di amatriciana con fave e pecorino, davvero succulenti, i Tajarin con asparagi, scampi e zenzero e poi il Petto d’anatra con erbette di campo e caramello di aceto.

Una delle stanze dell'hotel trasformata in camera da pranzo

Una delle stanze dell'hotel trasformata in camera da pranzo

E ci sono le stanze che il Covid ha trasformato in camere da pranzo, per garantire un convivio riservato e lontano da ogni paura di contagio, ma anche è molto più semplicemente, per dare un momento di tranquillità romantica e familiare, con bagno riservato. Ora l’hashtag è cambiato e il messaggio, sempre nella lingua sabauda, recita cumanpuciu, che tradotto vuol dire star bene e farsi coccolare come la nespola sulla paglia.

Albergo Ristorante San Giors
Via Borgo Dora, 3/A
Torino
+39.011.5216357
 


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Luca Milanetto

gastronomo per passione e assaggiatore seriale, abitante della periferia montana del Regno Sabaudo, nel tempo che resta prova a innovare il sistema di welfare italiano. Ancora si emoziona prima di aprire il menu di un nuovo ristorante

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