13-07-2019

Trieste e una rivoluzione di nome Metullio

Sceso dall'Alto Adige, il giovane chef ha cambiato connotati alla ristorazione di Trieste. E allo storico Harry's Bar

Lo staff dell'Harry's Bar di Trieste: in

Lo staff dell'Harry's Bar di Trieste: in primo piano Metullio, al suo fianco il sous chef e socio Davide de Pra e il resident chef Alessandro Buffa

Fredo, vento, bora, acqua de soto e acqua de sora. Così senti dire dai triestini in questi giorni. E cosi ripetevi tu, in un giugno che quasi sembrava novembre, dove non fai in tempo ad attraversare piazza Unità d'Italia che una scarrettata di acqua ti piove in testa e ti lascia bagnato anche nelle ossa. 

Per fortuna è arrivata l'estate, il sole, il calore. Per fortuna che c'è l'Harry's. Per fortuna che c'è un luogo antico, caldo, accogliente, con i suoi pavimenti di parquet di legno scuro, i suoi lampadari di Murano, la sua meravigliosa terrazza aperta su una delle più belle piazze d'Italia e quindi del mondo, una piazza che, al di là delle due gigantesche alabarde (simbolo della città) si apre sul golfo, sul mare delle vele della Barcolana e dei sardoni... di cui peraltro abbiamo già ampiamente scritto.

E qui, in questa meraviglia architettonica, si è silenziosamente architettata una rivoluzione gastronomica di portata enorme per la città e per l'albergo con ristorante che la ospita: lo storico Grand Hotel Duchi d'Aosta della famiglia Benvenuti: una rivoluzione che ha riportato Trieste al centro dell'attenzione gastronomica nazionale.

Tagliolini: busera di gamberi rossi, lime e dragoncello

Tagliolini: busera di gamberi rossi, lime e dragoncello

Baccalà con spuma di polenta, cappero fritto, acciuga, origano e pomodoro candito

Baccalà con spuma di polenta, cappero fritto, acciuga, origano e pomodoro candito

Questa rivoluzione si chiama Matteo Metullio, un giovane, grande - e "grosso", diranno i miei giovani lettori - chef che con la sua mole imponente ma soprattutto con grande intelligenza e senso dell'opportunità ha saputo trasformare un meraviglioso pezzo d'antiquariato, vintage e prezioso, ma anche obsoleto e un po' decotto, in una doppio ristorante (gastronomico, Harry's Piccolo, Harry's Bistrò, appunto ) che fa il pieno ogni giorno con proposte gastronomiche di primissimo ordine, proposte che hanno fatto guadagnare all'Harry's una preziosa stella nel giro di pochi mesi e hanno riacceso il faro sul locale, l'albergo, la piazza e sull'intera città dal punto di vista della gastronomia.

Sapete quanto ci stia a cuore la forza trainante del marketing turistico esercitata dalla gastronomia. E sapete quanto Trieste (che è anche la mia città natale e del cuore) ne avesse bisogno. Ebbene, dove meglio che a Trieste questo si può toccare con mano? Le trattorie di tradizione, i vecchi e mai dimenticati "buffet", le aperture di Eataly sul lungomare e la rivoluzione Metullio all'Harry's rappresentano una calamita straordinaria per la città, e ridanno vita gastronomica alla città del vento, dei caffè letterari, delle vele e dei poeti e scrittori.

Ma Matteo non è nuovo ad imprese del genere. Si forma con Norbert Niederkofler al St. Hubertus, lo lascia e si sposta di meno di un chilometro alla Siriola, il ristorante del Ciasa Salares a San Cassiano, conquista prima una e poi due stelle Michelin nella sua nuova avventura, e infine, improvvisamente, lascia le montagne delle Dolomiti, per ritornare a Trieste, dove è nato e dove sta anche il suo cuore. E con lui, dalla Siriola che addirittura chiude i battenti, porta a Trieste il suo fido Davide De Pra, artefice con lui del grande cambiamento e partner di Matteo in questa nuova attività.

Il Grand Hotel Duchi d'Aosta

Il Grand Hotel Duchi d'Aosta

Matteo Metullio, classe 1989

Matteo Metullio, classe 1989

Ma per avere mani e testa più libere, sceglie un resident chef, Alessandro Buffa, anche lui triestino, che porta avanti i due ristoranti seguendo indicazioni e intendimenti di Matteo. E l'altro grande cambiamento , magari non ci pensate, ma anche questo è marketing, oltre che buon senso, sta nel cambiamento radicale del menu, oggi, rispetto all'esperienza dolomitica, ovviamente molto più rivolto verso spiagge, onde e maree, per rispondere a un'utenza sia cittadina ("residuale", a sue parole) ma soprattutto turistica che vede nella città una nuova meta d'interesse, culturale e gastronomico.

E mangiare... abbiamo mangiato:
Insalata di mare 2.0: indivia, ostriche, branzino, mela verde, sedano e sesamo affumicato; Toast di scampi e pollo, maionese al wasabi, insalatina di erbe all'aneto; Risotto all'acqua di pomodoro, capperi, basilico, acciughe e plancton (super); Tagliolini: busera di gamberi rossi, lime e dragoncello; Baccalà con spuma di polenta, cappero fritto, acciuga, origano e pomodoro candito; Piccione, con foie gras, lamponi, fragole, ginepro e pak choi e infine Yougurt e frutti rossi, una ganache di yogurt e lime, cremoso di frutti rossi, frolla croccante, meringa alla menta e sorbetto al lampone.

Una rivoluzione. Dai monti delle Dolomiti al golfo della sua Trieste. Una rivoluzione all'Harry's, tornato motore di attrazione gastronomica e turistica. La rivoluzione di Matteo Metullio. Che fermo non starà. Aspettiamo la prossima...


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Fulvio Marcello Zendrini

di

Fulvio Marcello Zendrini

Triestino, partito dall'agenzia di pubblicità Armando Testa, ha ricoperto ruoli di vertice nei settori della comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia. Oggi è consulente di comunicazione e marketing aziendale e politico, per clienti quali Autogrill, Thevision.com. Tiene lezioni all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e a quella di Genova. È docente presso Niko Romito Formazione, Intrecci Scuola di Sala e In-Cibum. Presidente dell'Associazione "Le cose cambiano", che lotta contro il bullismo omofobico

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