27-02-2019
Giorgio Gioco in tv nel 1976, «era invitato a raccontare come preparare l'omelette alla trasmissione A tavola alle 7, una sorta di Non è mai troppo tardi culinario», ci spiega il figlio Antonio. Con Giorgio erano Luigi Veronelli e Ave Ninchi
Se n'è andato Giorgio Gioco, classe 1924, storico chef-patron del 12 Apostoli a Verona. La sua è stata una lunga avventura che ha caratterizzato non solo il mondo della cucina - il ristorante è arrivato ad avere le due stelle Michelin, prima di qualche anno di riflusso e ora il nuovo rilancio, con una stella riconquistata e un locale, già meraviglioso, splendidamente rinnovato - ma anche quello della cultura. Nel 1968 Giorgio Gioco aveva infatti fondato, su suggerimento di Orio Vergani e assieme a Enzo Biagi, Indro Montanelli, Giulio Nascimbeni e Cesare Marchi, il Premio 12 Apostoli.
Giorgio Gioco veniva da una famiglia di ristoratori. Così avevamo condensato questa storia, in un recente articolo (leggi Mauro Buffo firma il gran ritorno a Verona del 12 Apostoli): "A inizio Novecento, Antonio Gioco, portiere all’albergo Colomba d’Oro, grazie alla firma di avvallo di un ospite abituale dell’hotel in cui lavorava, un certo Arnoldo Mondadori, riuscì insieme alla moglie Rosella a rilevare il 12 Apostoli (che esisteva già da più di un secolo, ndr). Il locale inizia a diventare punto di riferimento per i viaggiatori in transito in città oltre che rimanere tappa quotidiana dei veronesi. Nel 1924 nasce Giorgio Gioco, figlio di Antonio e Rosella, che negli anni Cinquanta vestendo i panni del cuoco, con l’aiuto della moglie Jole ai fornelli, porta il ristorante ai massimi livelli della cucina italiana (prima stella nel 1967, ndr), sostenendo sempre l’importanza della cucina locale e dei prodotti del territorio".
«Ora papà non c'è più, e quindi siamo tristi - ci dice il figlio, che si chiama Antonio come il nonno - Ma ha vissuto una bella vita e se n'è andato sereno. Si è fatto voler bene da tutti, con la cucina è stato in grado di entrare nel cuore della gente. Era di una tempra particolare, e animato da grande passione». Identità Golose porge le proprie condoglianze alla famiglia.
Per ricordare appieno la figura di Giorgio Gioco, pubblichaimo sotto un'intervista uscita il 25 aprile 2014, in occasione dei suoi 90 anni. (Carlo Passera)
Prima arriva la domanda: “Non sarà una commemorazione?”. Poi la concessione: “Va bene, allora sottoponiamoci a questa piccola tortura”. La piccola tortura, ovvero una lunga chiacchierata, di cui parla Giorgio Gioco, gran signore e custode della ristorazione scaligera e delle sue tradizioni e portabandiera di una veronesità purtroppo in buona parte perduta, è in realtà un atto dovuto nei confronti di chi tanto ha dato alla città e alla gastronomia nazionale e si appresta a tagliare (domani) il traguardo dei 90 anni.
L'articolo originale del 2014
Un'immagine d'archivio di Giorgio Gioco coi figli e, sulla destra, com'erano i 12 Apostoli
Con Rita Levi Montalcini e Giovanni Spadolini
Con Gianni Brera
Con Enrico Mentana
Con Antonio Albanese e Aldo Cazzullo
Con Luciano Pavarotti
Con Sandro Pertini
Con Sergio Zavoli
Con Vittorio Zucconi
Con Joaquín Navarro-Valls, portavoce di Giovanni Paolo II
Con Lech Walesa
Con Paolo Mieli
Giorgio Gioco con Marrion Ross, la mamma Cunningham di Happy Days
Con Piero Angela
Con Ferruccio De Bortoli
Con Cesare Marchi
Con Giulio Andreotti e Indro Montanelli
Con Aldo Grasso
Con lo scrittore Mario Rigoni Stern
Il figlio di Giorgio, Antonio Gioco, premia Michele Serra e Claudio Bisio
Con Arrigo Levi
Con Giorgio Gaber e Gigliola Cinquetti
Con Ruggero Orlando
Con Giovanni Spadolini
Con la grande Joséphine Baker
Con il gastronomo Luigi Carnacina
Con Nino Manfredi
In tv, con Luigi Veronelli...
...e in quest'altra immagine, con Moira Orfei e Ave Ninchi
Antonio e Simonetta Gioco, rispettivamente figlio e nuora di Giorgio, abbracciano loro figlio Filippo Gioco nuova generazione alla guida dei 12 Apostoli
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
giornalista e scrittore, è nato e vive a Verona ma si considera cittadino di molte terre e diverse culture. Ama, da sempre, lo sport (il basket in particolare) e l’enogastronomia. La passione per la cucina l’ha ereditata dalla madre, nota giornalista e bravissima cuoca. Nel 2014 ha pubblicato, con Giancarlo Perbellini, il volume Casa Perbellini, arte nella classicità (per Giunti editore)
Spaghettini “Senatore Cappelli “con calamaretti, barbabietola rosa, germogli di crescione e cioccolato fondente: il piatto di Simone Lugoboni del ristorante L'Oste Scuro a Verona
Tiramisì (foto di Marcello Bocchieri)
Quelli del 12 Apostoli di Verona, indirizzo storico che ha saputo rinnovarsi alla grande, pur rimanendo sempre di proprietà della stessa, appassionata famiglia, i Gioco. In prima fila da sinistra lo chef Mauro Buffo, la sous Martina Zuanazzi, Matteo Cappellari, Vincenzo Petrucci e lo stagista Alejandro Berlingerio. Dietro di loro, Filippo e Antonio Gioco, patron e uomini di sala