01-05-2018
Terra, uno dei piatti della sua maturità, secondo Pino Cuttaia
Ora che Pino Cuttaia ha da un po' passato il traguardo dei 50 (è nato a Licata nel 1967) il suo "sguardo all'indietro", la sua cucina di memoria («Ognuno dei miei piatti ne contiene un po’, ognuno racconta una storia»), della tradizione o dei giochi d’infanzia acquisisce persino più consapevolezza. «Non avrebbe avuto senso che continuassi a cucinare in qualsiasi altro luogo che non fosse la Sicilia, sarebbe stato soltanto interpretare un sapere senza radici». Cuttaia parla lentamente, con voce cantilenante, seduto al bar di un albergo milanese davanti a una spremuta di arance, spiegando cos’è per lui quella tavola che, giorno dopo giorno, ha tramutato pazientemente da sogno in fatti concreti. Fin adesso ci sono un ristorante bistellato, La Madia e un bistrot-dispensa con take-away, Uovo di Seppia, a Licata. E, nel solco dell’evoluzione della ristorazione, potrebbe non essere finita qui.
Pino Cuttaia
La Scala dei Turchi a Realmonte (foto Lahiri Cappello)
E il piatto denominato Scala dei Turchi
«Il primo ricordo gastronomico della mia infanzia – continua - è quello della polpetta fritta che si sprigionava la domenica: adesso so che è quello del mix di aglio, formaggio e prezzemolo con pane o carne a contatto con l’olio caldo. Ecco, non avrei potuto cucinare in un posto in cui mi sarebbe stato difficile mettere la mia infanzia nel piatto».
La Riserva naturale di Punta Bianca, Agrigento
Cuttaia di fronte alla sua bottega Uovo di Seppia
L'interno di Uovo di Seppia
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile