03-08-2015
L’Expo certo che ha messo Milano sotto i riflettori del mondo, ma tanto del nuovo che oggi vediamo è stato incubato prima che la città del Duomo si aggiudicasse l’Esposizione Universale, marzo 2008. Ad esempio il Mandarin Oriental, telefono +39.02.87318888, ingresso principale in via Andegari 9, più due per i ristoranti in via Monte di Pietà, è un 5 stelle lusso che ha alle spalle otto anni di lavori (e di pause). I conti sono presto fatti.
Come il vecchio slogan della Rai: di tutto, di più da ben pochi giorni visto che l’apertura data giovedì 30 luglio. Centoquattro stanze (trentuno le suite) e ogni cosa che a questi livelli non può mancare per il benessere dell’ospite. Più quello che non tutti gli altri alberghi superstellati a Milano hanno, in pratica uno e mezzo: un cuoco pluristellato, Antonio Guida, con una cucina forte anche del pasticciere Nicola Di Lena, e una sala di prima, maitre Alberto Tasinato, sommelier Ilario Perrot.
Guida, salentino, ex due stelle al Pellicano di Porto Ercole all’Argentario in provincia di Grosseto, è passato da un indirizzo strepitoso ma stagionale, dove i critici passavano ogni tanto e certo non avevi lo stress quotidiano da grande ribalta, alla trincea in Milano dove tutti scrivono per i motivi più disparati e i critici e i blogger gastronomici abbondano, ma sono una voce tra le tante. Un giubbotto anti-proiettili potrebbe tornare utile non appena la città ripartirà in pieno.
Due proposte, una sette giorni su sette, 14 servizi su 14 ossia il bistrot, e una seconda gourmet, il ristorante Seta, telefono +39.02.87318897, che chiuderà sabato a pranzo e l’intera domenica, come da copione stellato. Sabato ho cenato in quest’ultimo entrando da via Monte di Pietà. Mancano ancora i biglietti da visita, per capire come tutto è in rodaggio, i dettagli minimi che sono poi quelli che fanno la differenza. Entri e l’occhio cade sul cortile dove se in estate non piove puoi accomodarti tutto contento. Le cucine sulla sinistra e i tavoli sugli altri due lati di un ferro di cavallo che intriga per i piani e le profondità. Vedi e non vedi, qualcosa cattura la tua attenzione e altro ti sfugge. Belle sensazioni come quando vai verso il bar e il bistrot e ti piazzeresti nel cortile principale di quelli che erano parte degli edifici dell’antica Cariplo, la cassa di Risparmio delle Provincie (esatto, con la i!) Lombarde che dominava via Verdi.
Al primo l’idea che Guida ha del Riso in cagnone. Coraggioso perché nella memoria di ogni lombardo altro non è se non riso bollito condito con burro, salvia e aglio, più grana grattugiato. Il grana è diventato il Maccagno e il resto un arcobaleno con tanto di polvere di lamponi. Ottimo, ma siamo in un’altra galassia, pianeti a colori così come il cagnone tendeva al grigio.
Il Riso in cagnone con verdure Maccagno e polvere di lampone, una creazione dello chef Antonio Guida nel ristorante Seta del Mandarin Oriental a Milano
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi