01-04-2019
Solaika Marrocco e Cristina Bowerman a Identità Milano 2019. Tutte le foto sono di Brambilla-Serrani
La magia della bellezza, la forza delle idee. Già, perché momenti di vera e propria bellezza sono stati i quaranta toccanti minuti in cui Cristina Bowerman, chef e patron di Glass Hostaria a Roma, e Solaika Marrocco, chef classe 1995 del Primo Restaurant a Lecce, dal palco dell’auditorium della quindicesima edizione di Identità Milano hanno spiegato, attraverso un progetto gastronomico, come realmente dovrebbe girare il mondo. Il titolo dell’intervento è perentorio e non lascia dubbi, “Migrare è sopravvivere”, ed è un proclama assoluto di speranza sociale e culturale che unisce sotto lo stesso vessillo di un principio universale due cuoche così discoste per formazione ed esperienza, l’una attuale presidente degli Ambasciatori del Gusto, l’altra membro più giovane della stessa associazione.
La prima storia è proprio della ragazza prodigio: «Costruire nuove memorie significa abbattere barriere sociali e culturali. Mi ha spinto a pensarlo George, un signore che viene spesso al mio ristorante e che, per religione e abitudini, è solito mangiare con le mani». Alcuni popoli hanno una grande devozione verso il cibo, considerato quasi una cosa sacra da non “sporcare” con un cucchiaio. «A volte si sente anche a disagio davanti a persone che non hanno i suoi stessi usi e costumi; nel tempo ho cominciato a farlo sentire a casa mangiando anch’io e la mia brigata con le mani».
Trait d’union
«Il mio obiettivo è trovare quel piccolo settore comune che risulti da tutte le culture gastronomiche una volta sovrapposte; la cucina è contaminazione, io mi reputo figlia di più culture e ho voglia di essere contaminata e di contaminare». Il piatto che presenta è un compendio del mondo: si inizia dalle interiora, che fanno parte della tradizione culinaria laziale: «Sono animelle passate nella semola e dopo in padella, finite con una salsa dolce di soia, visciole della Tuscia preservate in armagnac, polvere di cacao, e un torcione prima messo sotto sale, stagionato per tre settimane e successivamente ridotto in polvere con azoto liquido». Di grande complessità e tutt’altro che banale, singolare anche perché al Glass viene servito come predessert.
Animella in salsa dolce di soia, torcione di foie gras, visciole all'Armagnac
Solaika Marrocco e Cristina Bowerman con Sonia Gioia, che ha presentato la lezione
a cura di
classe 1974, sommelier, assaggiatore di caffè e verace uomo del Sud, è alla costante ricerca di sole e cieli azzurri. Nato a Vico Equense e cresciuto a Castellammare di Stabia, ama la cucina quando è innovativa e ha solide basi. Epicureo di cuore e palato, vive e scrive a Palermo, ma mangia e beve ovunque. Collabora con Identità Golose dal 2016