14-03-2018
Gianluca Fusto è una presenza fissa sul palco di Identità Milano per Dossier Dessert. Quest'anno ha raccontato il suo grande desiderio di vedere coronato il sogno di una propria pasticceria a Milano e ha rivolto due dediche: una alla moglie Linda e una, con il piatto presentato, a Corrado Assenza
È emozionato Gianluca Fusto quando arriva il suo turno di salire sul palco per chiudere l'edizione 2018 di Dossier Dessert. Un'emozione palpabile che non è dovuta a discorsi professionali che, da grande pasticcere e formatore, è abituato a fare. A metterlo in agitazione è la dedica che da lì a qualche minuto avrebbe rivolto a Linda Massignan, l'altra metà del suo cielo. La donna con cui condivide vita e lavoro e con la quale affronterà la sua prossima avventura: l'apertura della loro pasticceria in zona Tortona a Milano.
«Linda è la mia socia, il mio genio della lampada e mia moglie. A volte si dice che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, io sono convinto invece che una grande donna preceda o affianchi un uomo. Il mio percorso con Linda, grande donna, che dura ormai da sei anni sta cambiando il mio approccio alla vita», ha esordito Fusto.
«Questa però non è solo una dichiarazione d'amore, ma di rispetto professionale per l'onore che ho di lavorare con una persona così». Linda Massignan è, per rimanere nell'ambito del tema congressuale di Identità Milano 2018, il "fattore umano" di Gianluca Fusto.
Sul palco con la presentatrice Francesca Barberini
"La mia mano non è uguale alla tua, i miei occhi vedono colori diversi da quelli che potresti vedere tu. Il mio cuore batte al ritmo del tutto e agli sforzi delle emozioni", sono le parole che gli hanno toccato l'anima e che ha deciso di condividere con tutti da uomo fortunato, perché «oggi – spiega – grazie ai giornalisti, ai social e ai Congressi, quelle del pasticcere e del cuoco sono professioni di grandissimo rilievo».
Non era così quando Fusto cominciò, 25 anni fa. «Ero la pecora nera della famiglia. In casa erano soliti dirmi che cuochi e pasticceri lavoravano negli scantinati. Era vero, la mia prima esperienza al Savini, in Galleria Emanuele l'ho fatta in uno scantinato», ricorda.
RitrAtto
Tutto questo amore di Gianluca Fusto per la pasticceria contemporanea che sperimenta con successo da 10 anni troverà presto casa in zona Tortona. «Una zona dalla quale attraverso arte, cultura, eventi, street food è partito un primo cambiamento di Milano, città dalla quale sono partito e a Milano voglio tornare», confessa il pastry chef. «Il claim è pronto da un anno e mezzo, ma i locali (un po' strani) non lo sono ancora. Spero lo siano entro l'anno».
Oltre l'anima, a Dossier Dessert, Fusto ha portato anche la "sostanza" in un "RitrAtto", come ha chiamato il suo dolce «nato per caso mentre facevo consulenza per un pre-dessert a un caro amico, un giovanissimo che ha avuto il coraggio di aprire a Milano un ristorante chiamato Sikelaia» (Federico La Paglia, sorpresa dell'anno per la Guida di Identità Golose 2018, ndr).
Il Bitto, infatti, è l'ultimo ingrediente del RitrAtto (o "Omaggio a Corrado passando per la Valtellina") di Gianluca Fusto che, mentre prepara il suo piatto, fa scorrere un video del suo lavoro il cui sunto è racchiuso nelle parole che accompagnano le immagini: "Chi lavora con le mani è un lavoratore. Chi lavora con le mani e la testa è un artigiano. Chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista". L'impiattamento è fatto con un brodo di pere, creme a base di Orelys, per finire foglie di Bitto e di pere.
«Oggi tutto è troppo omologato – conclude Fusto – io cerco attraverso un approccio rigoroso cerco di veicolare la capacità di creare relazioni, di esprimermi artisticamente attraverso una delle cose per me più belle, che è fare dolci con cui regalare emozioni e migliorare la vita a qualcuno. Questo, per me, è il Manifesto della pasticceria artigianale contemporanea che voglio proporre e che, spero, entro giugno sarà pronto a Milano».
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
a cura di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile