03-03-2018
Anthony Genovese sul palco con Francesco Di Lorenzo (foto Brambilla/Serrani)
«Per me è un orgoglio rappresentare qui la Calabria, terra di mia origine. E sono certo che ne sono orgogliosi anche i miei nonni, che sono lassù in cielo». Così Anthony Genovese all'inizio della sua lezione, a Identità Milano 2018. Lo chef ha scritto per noi questo articolo, in cui racconta il senso della sua lezione.
La cucina è cultura. E la cultura nasce dalle persone. Il Fattore Umano è come l'aria che respiriamo: può passare inosservato, ma è alla base di tutto. Un grande ingrediente deve ringraziare la persona che lo produce o che lo trasforma. Un grande piatto deve ringraziare il cuoco che lo ha pensato e perfezionato nel tempo. Un grande ristorante deve ringraziare le persone che ogni giorno contribuiscono a renderlo tale, in cucina e in sala.
Il mio intervento a Identità Milano 2018 è stato quindi un ringraziamento a una delle figure basilari de Il Pagliaccio, Francesco Di Lorenzo, mia spalla da oltre dieci anni. Una persona di cuore, come di cuore sono spesso gli abitanti della sua regione (che è anche, in parte, la mia): la Calabria. I piatti che abbiamo portato sul palco di Milano nascono dal nostro rapporto professionale e dalla nostra amicizia. Dal suo legame forte con la terra in cui è nato e dalla mia esperienza per il mondo.
Uno dei piatti presentati da Genovese: Battuto di pecora, erbe e rosa canina
Immaginate un viaggio che parte dalla Calabria e che arriva fino all'Asia. Che parte dalla cultura di Francesco e arriva alla mia esperienza. Ecco la sintesi tra il tema e la Calabria.
Destino vuole che non lontano da Reggio Calabria passi il 38° parallelo, celebrato anche con un monumento non troppo conosciuto, purtroppo. Lo stesso parallelo che interseca la Corea (dividendola tra Nord e Sud) e il Giappone. Calabria, Corea e Giappone sono dunque uniti da un invisibile #Parallel. Quello che ho raccontato a Identità.
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
a cura di
nato in Francia nel 1968 da genitori calabresi, ha frequentato la scuola alberghiera transalpina. Dopo aver lavorato in svariati Paesi (Italia, Francia, Giappone, Malesia, Thailandia), è approdato nella costiera amalfitana, presso Palazzo Sasso, a Ravello, ricevendo la prima stella Michelin (2000). Trasferitosi a Roma, è oggi chef de Il Pagliaccio, due stelle dal 2009. L'insegna deve il suo nome a un dipinto raffigurante l’immagine di un clown, dono di sua madre, un po' emblema del suo fare cucina, a volte stravagante ma profondamente equilibrato e soprattutto autobiografico