Questione di una consonante. Il miracolo turistico che non era riuscito per secoli a Cristo, Christo lo ha messo a segno in 15 giorni (18 giugno-3 luglio 2016) e, a distanza di un anno, quei benefici si sono moltiplicati. L'idea di quella passerella galleggiante installata sul lago d'Iseo per far provare l'ebrezza di camminare sulle acque ha “rivitalizzato” un'area dal grande patrimonio turistico ed enogastronomico spesso snobbato proprio perché non conosciuto.
Il territorio di Brescia si è aggrappato a quella passerella trovando nuovi stimoli e opportunità di crescita, anche grazie all'impegno di Explora, la struttura di management al servizio di Regione Lombardia per valorizzare le destinazioni e farne emergere le eccellenze. Facendo turismo e portando turismo, magari in occasione delle tante fiere lombarde.
La fiera, infatti, può diventare il punto di partenza per guardarsi intorno. Lo abbiamo testato con quella di Travagliato, in provincia di Brescia, che ci ha spinto a spaziare alle terme di Boario, alle incisioni rupestri della val Camonica, alle degustazioni in Franciacorta e a prendere nota di un paio di locali dove il mangiar bene è strettamente legato al territorio. Come alla trattoria Cacciatore, posizionata proprio a Sulzano (via Molini 28, chiuso lunedì sera e l'intero martedi), inizio della passerella miracolosa.

I Garganelli al persico del Cacciatore di Sulzano, sul lago d'Iseo
Punti di forza “naturali” di questo locale a chilometro zero sono un'impareggiabile vista panoramica sul lago d'Iseo, le sue tre isole, i profili della val Camonica e le colline della Franciacorta. L'atmosfera è quella genuina dell'osteria, senza fronzoli, con le pagine dei menu nelle buste di plastica, oggetti vintage messi un po' ovunque, un grande televisore a vista sempre acceso, le bottiglie di vino e quelle di amaro in evidenza, le attenzioni premurose di
Lori e
Leo.
“
Christo – racconta
Leo – ci ha davvero dato una mano enorme. Non sapevamo più dove mettere i commensali, mai un posto libero. Quell'evento ci sta aiutando tuttora. Siamo finiti sulla tv tedesca, abbiamo tradotto il menu in cinese, siamo sommersi di mail e di richieste. Il nostro segreto è aver continuato a fare quello che sappiamo fare, ovvero la cucina del territorio. Di lago e di terra, ma nostra”. Abbondanti i taglieri di formaggi e salumi (coppa e lonzino una spanna sul resto), fatti in casa da
Leo con l'aiuto dei suoceri.
Un menu che “pesca” nel lago e nelle vicine riserve di caccia, proponendo piatti semplici ma dal tocco originale. E così abbiamo promosso le
Fettuccine con ragù di cinghiale e castagne (per attenuare il selvaggio) e la delicatezza dei
Garganelli al persico con verdure pastellate, mentre la specialità della casa restano i
Tagliolini all'oca. Il pesce di lago diventa alleato speciale anche tra le seconde portate, dove segnaliamo un filetto di salmerino alla piastra e il fritto misto (con le immancabili sardine di Monteisola), accompagnati sempre da Franciacorta di cantine locali. Per chi non sa rinunciare alla carne consigliamo la
Scottona di Franciacorta e il
Cinghiale con le mele. Per concludere un dolce dalla semplicità artigianale come la
Torta di farina gialla, la
Macedonia al forno o i
Cantuccioni della casa.
E quando dal lago risali a Brescia t'imbatti senza aver bisogno del navigatore all'Osteria Al Bianchi (via Da Salò 32, Brescia, chiuso martedì e mercoledì), a pochi passi da piazza della Loggia, dove il passato si lega al presente con l'identico profumo. L'interno è proprio quello di un tempo, le tovaglie a quadri appoggiate sul legno, il trambusto dalla cucina, il menu detto a voce e aggiornato secondo gli arrivi del giorno, gli avventori che si salutano di tavolo in tavolo e spesso si ritrovano a condividerlo.

Lo scenografico scorcio lacustre dal Cacciatore
Il papà
Franco e il figlio Michele guidano una cucina semplice ma mai banale, dai sapori forti e curata nei contorni e nella varietà di pane. Una scelta tra 3-4- piatti per portata e non sempre la possibilità di fare il bis, visto che si cucina sulle porzioni e non sulla quantità. Ricordatevi che se volete lo stracotto d'asino è meglio avvertire un paio di giorni prima perché – come spiega Michele - “occorrono almeno 24 ore di preparazione”. In ogni caso non resterete a digiuno. Il tagliere degli affettati si fa ricordare, soprattutto, per il crudo e la pancetta, accompagnati da un assaggio di formaggi tipici.
Tra i primi, oltre ai tradizionali casoncelli, meritano una visita i
Malfatti, giganteschi gnocchi di patate e spinaci, conditi con burro e salvia. Nel carrello dei secondi, andate a colpo sicuro con la tenerissima
Tagliata di manzo al rosmarino servita insieme a polenta e verdure grigliate e se siete amanti del genere provate le
Lumache in umido. Se vi resta spazio per il dolce chiedete la
Mousse allo zabaione, sicuri di non avanzarla. Al
Bianchi potete arrivarci anche per l'aperitivo a base di
pirlo (la versione bresciana dello
spritz) e
bertagni (frittelle di baccalà). Un'osteria ideale per stare in compagnia ed allegria. Non per una cena romantica.