20-09-2017

Il Franciacorta compie 50 anni e lancia la sfida per il futuro

Le bollicine lombarde festeggiano il mezzo secolo come Doc. Boom dell'export. Ed ora la nuova frontiera è il biologico...

Un momento del dibattito all'Albereta

Un momento del dibattito all'Albereta

Un’identità ancora più salda, che si spoglia dalle gabbie dei paragoni. E una vocazione green, che aiuterà a scegliere un vino e uno stile di vita. Il Franciacorta taglia il traguardo dei primi cinquant’anni di Doc con un’indagine guidata dal sociologo Domenico De Masi, presentata all'Albereta di Erbusco. La giornalista Maria Latella ha moderato il dibattito con gli imprenditori Andrea Illy (presidente Altagamma) e Oscar Farinetti (fondatore di Eataly), i docenti Roberta Garibaldi (Università degli studi di Bergamo e direttore scientifico di East Lombardy) e Andrea Rea (Università Bocconi di Milano), i giornalisti Federico Quaranta (Decanter - Rai Radio Due) e Kerin O' Keefe (Wine Enthusiast), oltre al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. E naturalmente Vittorio Moretti, presidente del Consorzio, forte dell’orgoglio di 35 produttori che hanno creduto nella ricerca: «Abbiamo lavorato con determinazione e visione, perché questo territorio diventasse un’eccellenza a livello internazionale. L’abbiamo ridisegnato, conferendogli un sapore unico. Ora vogliamo progettare il nostro futuro insieme, per unire il sistema del vino, l'ospitalità e il turismo ambientale».

Franciacorta è il primo vino italiano prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di origine controllata e garantita. Il consorzio conta 116 cantine e l’anno scorso (17,4 milioni di bottiglie vendute) le esportazioni sono cresciute del 15%. Il Satèn con la sua morbidezza gustativa, guida la marcia. Primo mercato il Giappone, con il 22%. Segue la Svizzera con il 15,2%, si fa notare la Germania (+24%) e brindano le nazioni scandinave.  E la Cina? Una meta preziosa, ma occorre puntare con più forza sugli Stati Uniti.

La carta di identità “bio” dovrà essere giocata con ulteriore convinzione nel futuro, raccomandata anche da Farinetti. Ma nella ricerca si sottolinea come questo vino sarà considerato un plus per i suoi lunghi tempi di maturazione, che lo fanno desiderare e percepire come artigianale. Il futuro è in mano ai giovani, e ai social. Tra dieci anni, i prezzi saranno medio-alti, e così la diffusione, ma ciò porterà con sé la crescita di etichette di alta gamma (millesimati e riserve speciali).

Oscar Farinetti, Domenico De Masi, Vittorio Moretti

Oscar Farinetti, Domenico De Masi, Vittorio Moretti

La sfida secondo Farinetti? «Siate i primi a introdurre nel vostro disciplinare il tema del biologico». Richiede tempo, ha risposto Moretti. Ma Illy ha rilanciato, liberando dalla tentazione dei confronti: «Rappresentare la qualità, la tradizione, l'alto di gamma è il ruolo che tocca al Franciacorta. Lasciamo pure al prosecco l'aperitivo e allo champagne le grandi occasioni». Un consiglio anche da O’Keefe per il mercato americano: «Entrare nelle grandi enoteche e con vini a dosaggio zero e vitigni autoctoni».

Tutto questo tenendo presente la luce di East Lombardy, il turismo che valorizza l’enogastronomia e porta a un incremento nelle presenze in chiave sostenibile.

La ciliegina con un sondaggio di Decanter: il 23% degli intervistati desidera un Franciacorta biologico.


East Lombardy

Il racconto delle eccellenze di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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