06-09-2018

Otto motivi per cui Cocciuto piacerà molto ai milanesi

Nuova pizzeria in zona Solari, ai forni Andrea Godi (400 Gradi di Lecce) e Antonio Caputo (ex-Marghe). I nostri assaggi

«Godi, cognome splendido», sottolinea Paolo Marchi ricordando lietamente una sua cena al 400 Gradi di Lecce di qualche tempo fa. E Godi, che di nome fa Andrea, sarà il protagonista insieme al collega Antonio Caputo, già visto al Marghe di via Plinio, di Cocciuto, la nuova pizzeria che ha aperto i battenti un po' in punta di piedi - «Vogliamo strutturarci al meglio e avviare per bene la macchina, prima di essere più visibili» - da pochi giorni, a Milano (via Bergognone 24, zona via Savona, proprio di fronte Al Fresco).

Non sarà una pizzeria come tante altre, Cocciuto. Per più di un motivo.

Primo, perché il locale è davvero bellissimo, non sembra neanche una pizzeria, almeno nell'accezione comune del termine. Nove vetrine che lasciano intravedere un locale elegante; 260 metri quadrati, per un totale di 80 coperti, che si rifanno a un design newyorkese. Sedute comode, tavoli larghi, mix sapiente tra elementi stile decò e altri contemporanei, atmosfera urban chic, una carta dei vini con molta Francia e ancor più numerose chicche nazionali, ben studiata con evidente passione e attenzione per i vini naturali.

Andrea Godi

Andrea Godi

Antonio Caputo

Antonio Caputo

Secondo, perché Godi e Caputo sono molto bravi. Il primo, salentino di Novoli, classe 1990, ha già portato al successo la sua 400 Gradi a Lecce, come si diceva; compagno di scuola di un certo Floriano Pellegrino, figlio di papà Andrea, che era venditore ambulante di panini, poi titolare in una pizzeria da asporto e poi in un’altra pizzeria ancora, ma finalmente con i posti a sedere. La stessa determinazione mostrata da Godi jr, formatosi all'Associazione Verace Pizza Napoletana ma poi folgorato sulla via di Caiazzo dal maestro Franco Pepe, del cui stile è tributario. Più stringate le info biografiche su Caputo, lucano, gli studi a Senise, lo avevamo incrociato in un'altra bella nuova realtà milanese, il Marghe di via Plinio, prima ancora ha lavorato all'Albero del Pepe di largo Augusto, sempre nel capoluogo lombardo.

Terzo, perché la pizza è veramente buona. In tavola, accanto a un menu che parte con un classico antipasto all’italiana (fritti, polpette al sugo, crocché...), il disco è tondo, versione campana alla Pepe per intenderci, impasto diretto, una miscela di farine alle quali è stato aggiunto il germe di grano vivo, doppia lievitazione che dura minimo 30 ore per garantire alle pizze di Cocciuto sofficità, fragranza, sapori, in generale maggiore leggerezza. A breve a questa versione ne sarà affiancata una seconda: sarà una pizza al metro, a favorire lo spirito di convivialità proprio del nuovo locale. Per i topping, grandissima attenzione per la materia prima: l'olio di Frantoio Muraglia, la soppressata Calabra dop, il Culatello di Zibello, la mozzarella di bufala campana, molti Presìdi Slow Food...

La Piennolo

La Piennolo

La Vendicari 

La Vendicari 

La Capocollo

La Capocollo

La Provolapepe

La Provolapepe

Quarto, perché i nostri assaggi confermano che, pur con il locale non ancora del tutto assestato, già la proposta gastronomica è convincente. Noi abbiamo esordito con un piccolo tagliere di salumi (ottime la salsiccia al tartufo e soprattutto la spalla cruda), poi tante chicche. Se la Piennolo (fiordilatte, piennolo giallo e rosso, parmigiano reggiano di montagna 36 mesi, melanzane, olio evo e basilico) è un po' spenta, la Viola è già interessante (fiordilatte, chips di patate viola, fonduta di caciocavallo podolico, basilico), la Vendicari golosa (fiordilatte, tonno alletterato, pomodoro semi dry, cipolla croccante, polvere di zenzero, menta, olio evo), la Capocollo elegante (ricotta mista a fiordilatte, pomodori secchi, capocollo Gioi, olio evo, basilico) la Provolapepe davvero irresistibile (provola misto bufala, conciato romano Le Campestre, guanciale croccante, pepe di Thalassery, olio evo, basilico).

La pizza dolce, buonissima

La pizza dolce, buonissima

Quinto, perché fanno già una pizza dolce davvero da sballo: ricotta, olive disidratate, confettura di albicocche, limone.

Sesto, perché Cocciuto è anche per il sociale, grazie a una partnership con la cooperativa Arcadia, che ha l’obiettivo di formare e avviare al mondo del lavoro i giovani ospiti della casa famiglia Harlock. Già dal 10 settembre nella brigata di Cocciuto arriverà uno dei ragazzi provenienti da questa realtà che potrà avere la sua prima vera opportunità per un riscatto personale attraverso la dignità del lavoro.

Michela Reginato e Paolo Piacentini

Michela Reginato Paolo Piacentini

Settimo, perché dietro a Cocciuto c'è una compagine sociale assai seria, che comprende Paolo Piacentini, imprenditore per quindici anni impegnato in una delle più blasonate aziende leader nel settore degli allestimenti di importanti format internazionali, nonché fondatore e anima creativa della fortunata pizzeria Marghe dove si è formato Caputo; e Michela Reginato, un passato nella moda e nel life style.

Ottavo e ultimo, perché Cocciuto parte in via Bergognone, ma è pronta ad estendersi in altre zone di Milano: entro il 2019 si arricchirà di altri due satelliti sempre a Milano, uno in zona piazza Medaglie d’Oro, l’altro in zona corso Sempione in prossimità dell’Arco della Pace.


Cocciuto
via Bergognone 24, Milano
tel. +39 02 36528327
aperto tutti i giorni a pranzo e cena
le pizze costano dai 7,5 ai 14 euro


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a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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