07-06-2009

Glass, che osteria

Roma

Cristina Bowerman è una chef con un delizioso tatuaggio sul piede sinistro, tre posate iscritte in un cerchio, un segno da lei stessa disegnato quando ancora viveva negli Stati Uniti e apposto solo su altre due persone, «Bob and Joe», i suoi fratelli di cucina. Radici pugliesi e napoletane per via di papà, Cristina se ne era andata in America per finire gli studi legali, salvo ritrovarsi a confezionare crêpes a San Francisco fino a laurearsi in arti culinarie. Da poco più di tre anni è a Roma, a dirigere i riti golosi di Glass Hostaria in pieno Trastevere, un locale aperto il 25 maggio 2004 da due amici d’infanzia, Fabio Spada e Silvia Sacerdoti, che subentrarono a una libreria che a sua volta aveva preso il posto di un meccanico che riparava motorini.

La notte, i profumi e i colori di Trastevere stanno alla capitale come i Navigli a Milano, solo che come milanese adoro perdermi oltre Tevere, mentre evito con cura il becero caos della Darsena. A parte che ci sono tanti angoli di Roma in cui andare a prescindere dalla tavola, da Glass c’è una qualità e una piacevolezza che cancellano tanti brutti ricordi di osteriacce capitoline, quei posti da cofane di pasta mappazzosa e truffaldina che richiamano i turisti come carta moschicida.

A metà maggio, la Bowerman è riuscita a rasserenarmi dopo che era nero per avere perso la macchina fotografica, senza la quale oggi sembra non si possa più andare fuori a mangiare. Locale studiato da un architetto, tanto vetro, soppalco, luci intelligenti, vedo e non vedo, poltrone sulla via e una carta gaia, con i piedi poggiati su Roma e il corpo un po’ ovunque, con una voce, dopo antipasti, primi e secondi, singolare per ardire etico visto che sempre più posti tendono a nascondere questi prodotti, se non a eliminarli: Astice & foie. Può anche essere un piacevole menù degustazione, con l’astice proposto con mango, cipolle rosse e yogurt alla mente e poi ravioli ripieni di foie gras.

Sapori netti, chiari e intensi a ogni portata: Animelle in crosta di semi di girasole e crema di cavolfiori; Tagliatelle di seppia al contrario (al contrario perché striscioline di seppie e non di pasta); Raviolo di piselli; Dentice arrosto e asparagi bianchi; Costolette di agnello e rognone allo sherry; Cheesecake paprika, arancia e camomilla. Bene bene.

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GLASS HOSTARIA

Vicolo del Cinque, 58 a Trastevere

ROMA

Telefono: 06.58335903

Sito: glass-hostaria.com

Chiusura: lunedì, locale aperto solo la sera

Prezzi medi: antipasti 16,5; primi 19: secondi 26; dessert 9 euro.

Menù degustazione: 55 e 70 euro

Coefficiente di difficoltà: buono, curiosa cucina d’autore


Cibi Divini

I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it

Paolo Marchi

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Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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