04-12-2022
I produttori del Conero. Molto interessante l'incontro organizzato lo scorso inizio ottobre dall’Istituto Marchigiano di tutela vini (Imt), attualmente presieduto da Michele Bernetti e diretto da Alberto Mazzoni, ha visto il Colli Maceratesi Doc Ribona, la Vernaccia di Serrapetrona e il Conero, protagoniste di un percorso di approfondimento e di promozione di queste denominazioni identitarie del vigneto Marche.
Il paesaggio marchigiano, compreso nella fascia tra l'Appennino e il mare, è estremamente suggestivo e particolarmente vocato alla coltivazione della vite che grazie alle condizioni pedoclimatiche uniche, unite alle moderne tecnologie di vinificazione, consentono la produzione di vini identitari. L’interessante incontro organizzato lo scorso inizio ottobre dall’Istituto Marchigiano di tutela vini (Imt), attualmente presieduto da Michele Bernetti e diretto da Alberto Mazzoni, ha visto il Colli Maceratesi Doc Ribona, la Vernaccia di Serrapetrona e il Conero, protagoniste di un percorso di approfondimento e di promozione di queste denominazioni identitarie del vigneto Marche.
La DOC Colli Maceratesi è una denominazione che comprende l’intero territorio della provincia di Macerata e del comune di Loreto in provincia di Ancona. Si tratta di un ampio territorio posto tra il mare Adriatico e la catena dei monti Sibillini, questa piccola DOC, contempla le versioni rosso e bianco. Nel primo caso il vino viene prodotto principalmente con il Sangiovese (min. 85% per il Colli Maceratesi Sangiovese e min. 50% nel Colli Maceratesi rosso anche nella tipologia novello e riserva); nel secondo con il Ribona, noto anche come vitigno Maceratino (min. 85% per il Colli Maceratesi Ribona, anche nella tipologia spumante e passito e min. 70% nel Colli Maceratesi bianco, anche nella tipologia spumante e passito). La denominazione, nella tipologia Ribona (dal dialetto ri-bona, due volte buona), attraverso un lavoro attento e improntato sulla qualità, rappresenta oggi uno dei prodotti marchigiani più interessanti sul mercato, con caratteristiche importanti soprattutto sul fronte della longevità. Il tempo consente infatti al Colli Maceratesi DOC Ribona di sviluppare aromi sempre più complessi e avvolgenti e di raggiungere un’elegante espressività aromatica. Aspetto che è stato colto e che vede la modifica del disciplinare, tale che dalla vendemmia 2023 verrà introdotta la versione Riserva; percorso che diverse cantine hanno già intrapreso da anni, come si riscontra dagli assaggi fatti. In particolare, il DOC Colli Maceratesi Ribona Angera 2019 Il Pollenza, prodotto nel pieno rispetto di questo vitigno e di questi luoghi, ottenuto con una breve macerazione sulle bucce e una fermentazione spontanea in serbatoi di cemento, che sorprende per la sua personalità e complessità. O ancora il DOC Colli Maceratesi Ribona Le Grane 2019 Boccadigabbia, vino frutto di un processo che ne contraddistingue il nome in etichetta; infatti alla fine della prima fermentazione viene aggiunta al mosto uva diraspata intera raccolta leggermente surmatura, questa seconda rifermentazione, tradizionalmente chiamata “fare le grane”, dura una ulteriore decina di giorni e permette l’estrazione di sostanze e profumi tipici della buccia. Il vino che ne deriva è complesso e di grande persistenza. Meritevole di menzione anche la DOC Colli Maceratesi Ribona “Paucis” 2014 Cantina Sant’Isidoro, un vino che dimostra il carattere espressivo della Ribona, e che attraverso lo scorrere del tempo si distende e rende il sorso compiuto. Interessanti anche le etichette dell’azienda Saputi, non solo nella versione ferma, ma in modo particolare nel loro DOC Colli maceratesi Ribona brut nature 2016 Metodo classico di Saputi. Questa delicata bollicina è il frutto della selezione delle migliori uve di Ribona dal vigneto “Monte”, da cui prende il nome la bottiglia, ottenuta con un affinamento di 44 mesi sui lieviti che donano carattere ed eleganza.
Riguardo Serrapetrona ci sarebbero davvero tante cose da raccontare, senza dubbio questo piccolo borgo situato sulla destra del torrente Cesolone, racchiude interessanti bellezze e colpisce e coinvolge per la sua storia, per il fascino che si respira percorrendo le sue stradine e fermandosi ad ammirare l’antichissima “fonte delle Conce” che continua a versare apprezzate acque oligo-minerali o ancora il “Museo dell’uomo” con attrezzi e materiali utilizzati dall’antica tradizione contadina. Qui il legame con il vino Vernaccia è di lunga data; infatti, già se ne aveva notizia nel Bollettino Ampelografico del 1876 e nell’Annuario generale per la viticoltura e l’enologia del 1893. Questo piccolo borgo marchigiano è stato inoltre per molti anni meta di viandanti che consumavano la merenda bevendo quello che allora veniva definito “Vernacetta”.
Colli Maceratesi Doc Ribona
Oltre il Serrapetrona DOC, va messa in luce la Vernaccia di Serrapetrona DOCG, una denominazione marchigiana unica nel suo genere; si tratta dell’unico vino rosso spumante italiano doc e unica è anche la sua tecnica di produzione che prevede ben tre fermentazioni; la prima nel corso della vendemmia, la seconda dopo l’appassimento naturale delle uve e la terza in autoclave, per la presa di spuma. Tra gli assaggi fatti sono meritevoli di menzione la DOC Serrapetrona Alberto Quacquarini, la DOC Serrapetrona 2020 Pepato di Cantine Fontezoppa e la DOC Serrapetrona Robbione di Terre di Serrapetrona nella loro versione ferma, tutte prodotte da Vernaccia nera. Mentre come Vernaccia Di Serrapetrona DOCG colpisce la versione secca di Fontezoppa, sempre ottenuta da uve Vernaccia Nera raccolte a mano, di cui il 60% viene messo subito in fermentazione mentre il restante 40% fermenta dopo essere stato in appassimento naturale per circa 60 giorni. I due vini vengono riuniti e in primavera viene fatta la rifermentazione col metodo Martinotti in autoclave. Un vino piacevole e intrigante per le sue note fruttate di fragoline di bosco e gelsomore, a cui si uniscono accenni floreali di ciclamino e viola. Le note pepate e speziate ne ravvivano il sorso rendendolo gradevole e bilanciato. Unica nel suo genere la DOCG Vernaccia di Serrapetrona Dolce, Ripanè di Serboni Massimo, una versione seducente con profumi eleganti di rosa carnosa e ciliegia, a cui si uniscono note di liquerizia e cacao. Un vino perfettamente bilanciato e discretamente abboccato, che rinfresca il palato senza appesantirlo.
Piccola grande eccellenza regionale, la Doc Rosso Conero è stata la prima denominazione istituita nelle Marche (1967) a cui ha fatto seguito il riconoscimento del Conero Riserva Docg nel 2004. Composto per un minimo di 85% da Montepulciano e per un massimo di 15% da vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella Regione Marche (principalmente Sangiovese), il Rosso Conero Doc è definito “un vino rosso affacciato sul mare” e un caposaldo della viticoltura marchigiana, che esprime fortemente la territorialità di appartenenza. Sono 350 gli ettari vitati, distribuiti nei comuni di Ancona, Offagna, Camerano, Sirolo, Numana e parte dei comuni di Castelfidardo ed Osimo, in un ambiente caratterizzato da terreno calcareo e da una specifica esposizione alla luce e alle brezze marine che permette al vitigno Montepulciano di esprimere una tipicità unica e irripetibile altrove. Anche per questa denominazione ci sono novità in corso, che vedono modifiche al Disciplinare del Conero - che entreranno in vigore dalla vendemmia 2023 - quali l’introduzione della tipologia Cònero rosato e Cònero spumante rosato metodo classico. Infine, per venire incontro alle nuove esigenze di consumi e mercato, sono state approvate in via definitiva nel 2022 alcune modifiche al disciplinare di produzione per consentire l’utilizzo del formato Bag in Box, sempre più richiesto da alcuni mercati esteri.
Decisamente interessanti alcune delle versioni spumante degustate, tra cui lo Spumante Metodo Classico Pas Dosè “Dalnero” di Silvano Strologo; mentre nella versione rosato si sono fatti notare l'IGT Marche Rosato Kòmaros 2021 di Casa Vinicola Garofoli e l’IGT Marche Rosato Mun 2021 di La Calcinara. Interpretazione più classica del Rosso Conero il Doc Rosso Conero Notte 2019 di Moroder Alessandro e il Docg Conero Riseva Campo San Giorgio 2018 Umani Ronchi, che prende il suo nome dall’omonima parcella di vigneto situata nel comune di Osimo. Mentre da segnalare per l’interpretazione contemporanea, il Doc Rosso Conero Zero 2021 di Moroder Alessandro, con zero solfiti aggiunti; un vino schietto ed equilibrato e il DOC Rosso Conero “Il Cacciatore di Sogni”, 2020 La Calcinara un Rosso Conero che gioca sulla profondità, un vino sincero e coinvolgente.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino
Gennaro Schiano, titolare di Cantine del Mare a Monte di Procida (Napoli)
Il nostro viaggio enoico, calice dopo calice, camminando nella cantina di Località San Cassiano
La Riviera del Conero vista dal ristorante Riva del View Place a Numana (Ancona)