08-06-2022

L’unione fa la forza. Vi presentiamo il Contado di Farra d’Isonzo: sei viticoltori e un’unica visione

Nelle colline goriziane, un progetto di promozione territoriale che origina dal vino: iniziative, esperienze ma soprattutto coesione per il rilancio della dimensione locale

I vini del Contado di Farra d'Isonzo

I vini del Contado di Farra d'Isonzo

Il Contado di Farra d’Isonzo, associazione di promozione sociale, nasce nel 2019 dall’unione e da una visione condivisa di sei aziende vitivinicole della provincia goriziana di Farra d’Isonzo: Bressan Mastri Vinai, Tenuta Borgo Conventi, Colmello di Grotta, Jermann, Tenuta Villanova e Villa Parens. La volontà comune è quella di rilanciare il territorio attraverso la pianificazione di attività ed esperienze in cantina, nei ristoranti, al rilancio di attrazioni locali, utilizzando il vino come traino per realtà di natura differente.

Il Contado, quindi, sostiene scelte inclusive e per questo motivo punta a creare eventi esperienziali, basati sul rapporto umano, sia per alimentare nuove sinergie, sia per godere di un’occasione unica ai fini della promozione dell’area produttiva di riferimento.            

Un esempio? Il Farra Wine Festival, la manifestazione prevista per fine agosto e che giunge, ormai, alla settima edizione, pronta ad accogliere appassionati ed esperti del settore. Un’occasione per coinvolgere tutte e sei le cantine per cui, ogni produttore ospiterà a sua volta una realtà produttrice selezionata sull’intero territorio nazionale affinché prendano vita confronti stimolanti e nuovi abbinamenti con le eccellenze del territorio. Durante il festival, gli ospiti sono invitati a immergersi totalmente nell’atmosfera accogliente delle colline goriziane mentre seguono un percorso degustativo incentrato sulle sei realtà coinvolte.

I viticoltori del Contado di Farra d'Isonzo in uno scatto all'Harry's Piccolo di Trieste

I viticoltori del Contado di Farra d'Isonzo in uno scatto all'Harry's Piccolo di Trieste

«Il focus emozionale, che valorizza e rende unica l’Associazione del Contado, si esprime nel fatto che sei cantine, nonché sei storie e altrettanti stili, uniscono le loro visioni ed interpretazioni di forza, capacità, espressione e universalità della filosofia umana, della tecnologia enologica e della vocazione di un territorio» afferma il presidente del Contado, Paolo Corso, ed è proprio questa coesione il vero valore aggiunto in una zona dove non è cosa facile costruire una rete forte e salda; «vogliamo stimolare la curiosità di esplorare a fondo la zona» prosegue «la sua cultura, le colline e le eccellenze locali, il tutto mediante escursioni, un’ospitalità di qualità, prevedendo convenzioni con cantine, alberghi, ristoranti, b&b e, in ultimo, assicurare il coinvolgimento di professionisti del settore, come guide naturalistiche, designer ed esperti in comunicazione e promozione».

L’occasione per conoscere il Contado arriva proprio grazie a una cena di qualche settimana fa, organizzata all’Harry’s Piccolo di Trieste, dove gli chef Matteo Metullio e Davide De Pra hanno proposto agli ospiti un menu studiato per esaltare i 13 vini presentati dalle sei aziende facenti parte del Contado, e così far emergere il territorio e i profumi locali.

Matteo Metullio e Davide De Pra sono gli chef dell'Harry's Piccolo, due stelle Michelin a Trieste

Matteo Metullio e Davide De Pra sono gli chef dell'Harry's Piccolo, due stelle Michelin a Trieste

Gli ospiti sono stati accolti da una sfiziosa selezione di amuse-bouche (ricordiamo, per esempio, la Millefoglie di chips al peperone) accompagnati dal Gran Cret Metodo Classico di Villa Parens e il Sauvignon Dop Collio 2018 di Colmello di Grotta.

Gli antipasti di pesce, il dentice e il gambero valorizzano le note dei bianchi di Villa Parens, la ribolla, Borgo Conventi, con il Collio Friulano 2020 e il 1499 Collio Bianco 2018 di Tenuta Villanova.

Lo chef Metullio ha catturato l’attenzione dei commensali con i Tortelli d’anatra alla pechinese, burro d’arachidi, arancia candita e zafferanno, in pairing con non uno, bensì due calici: il Vintage Tunina 2018 di Jermann, un vino che ripulisce la bocca, in arominia con il burro d’arachidi ed esaltatore dell’anatra; il Rosantico 2016 di Bressan, macerato dal sapore più deciso, avvolgente, tanto da sembrare un ingrediente del piatto.

Tortelli d’anatra alla pechinese, burro d’arachidi, arancia candita e zafferanno

Tortelli d’anatra alla pechinese, burro d’arachidi, arancia candita e zafferanno

E poi ancora lo Schioppettino 2016 di Bressan e il Merlot Dop Isanzo 2018 di Colmello di Grotta, in abbinamento al Wagyu, mentre Il Carbonaro, ha sfidato l’IGT Rosso Fraia 2016 di Tenuta Villanova e il Maison Pinot Nero 2018 di Villa Parens.

Per concludere, Babà, rabarbaro, sommaco, frutti di bosco e gelato alla ricotta di pecora, un dessert fresco in cerca delle nostre dolci e contrastanti del Picolit 2015 di Jermann. Una pre-conclusione travolgente, perché l’ultima goccia versata a chiusura del pasto è la Grappa Val di Rose di Tenuta Villanova, simbolo di storicità e tradizione, morbida e persistente. Un viaggio, quello proposto dal Contado, che esalta non il singolo, ma l’insieme; il gusto e la qualità di un’intera regione.

 «Abbiamo tutti molta voglia di uscire, di darci da fare e partecipare ad appuntamenti come quello realizzato all’Harry’s; gli eventi del Contado di Farra d’Isonzo ripartono proprio da qui», così il presidente Corso invita il pubblico, presente e non, a scoprire tutte le attività e i prossimi incontri del Contado.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Stefania Oggioni

triestina di nascita, milanese di adozione, è appassionata di buon cibo e buon vino. Lavora a Identità Golose

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