27-06-2021
Uno splendido paesaggio vitivinicolo delle Marche
Se dovessimo valutare ogni regione per la varietà di produzioni vitivinicole, le Marche sono sicuramente da inserire tra le primissime aree geografiche con la maggiore biodiversità. A confermarlo sono anche le 4 Docg, che sono il Castello di Jesi Verdicchio Riserva, il Conero Riserva, il Verdicchio di Matelica Riserva e la Vernaccia di Serrapetrona, ma anche le altre 12 Doc che insistono sul territorio.
La conferma è arrivata anche dalla degustazione “Marche tasting”, organizzata dall’Imt – Istituto Marchigiano di Tutela Vini, che ha portato a concentrarsi proprio sulle 4 Docg, tramite le testimonianze di 6 produttori che hanno portato la loro esperienza durante l’incontro in streaming, coordinato da Alberto Mazzoni, direttore dell’Imt.
Aldo Cifola della Monacesca durante la degustazione
È un vino che arriva da un leggero ritardo di vendemmia e da una lunga sosta sulle fecce fini. «Grazie ai terreni abbiamo una notevole sapidità». Il Mirum 2018 dimostra di essere un vino dall’ottima struttura, profondo e con prospettive per il futuro.
Riccardo Baldi dell’azienda La Staffa
Il Rincrocca 2017 è un prodotto molto interessante, che non disdice una buona intensità aromatica di frutta bianca e di fiori, ma che in bocca viene lanciato da una piacevole acidità. Fresco e lungo fin da subito, ma anche duttile per quanto riguarda gli abbinamenti enogastronomici.
Danilo Solusti, responsabile tecnico dell’azienda Casalfarneto
Un risultato che viene raggiunto dal Crisio 2017, sempre Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG Classico, che trova proprio la sua forza nell’equilibrio gustativo.
Gianluca Mirizzi di Montecappone
Il vino è Utopia, annata 2016, e risponde alla volontà di realizzare un vino che possa avere una grande prospettiva futura. Già apprezzabile ora, ma sicuramente si può gustarlo meglio dopo qualche anno di bottiglia ulteriore.
Antonio Terni di Fattoria Le Terrazze
Il Sassi Neri 2017, Conero Riserva, Montepulciano in purezza, viene affinato per 12 mesi in barriques e poi ha una lunga permanenza in bottiglia. Si tratta di un vino complesso e ricco, ma che riesce comunque a mantenere un’ottima bevibilità e con una capacità di abbinarsi bene ai piatti tipici marchigiani.
Giovanni Basso di Fontezoppa
Il risultato è uno spumante unico: la scelta è caduta sulla versione dolce, che però con le note speziate diventa un’espressione aromatica e non stucchevole molto piacevole. E ci si può divertire con abbinamenti anche azzardati, non solo a fine pasto.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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