23-06-2021

La sorprendente Toscana di Riccardo Cotarella per i vini di Sting e Trudie Styler

Scommettere su vigne di presunto second’ordine, lasciando che sbocci il gusto della dedizione: nascono così i quattro vini della Tenuta Il Palagio

Martedì 22 Giugno, in diretta streaming, Sting e

Martedì 22 Giugno, in diretta streaming, Sting e sua moglie Trudie Styler presentano i quattro vini della Tenuta Il Palagio, Valdarno- Toscana, prodotti in collaborazione con Riccardo CotarellaLa Duchessa Chianti Riserva 2018,New Day Rosato IGP 2020Baci sulla Bocca Vermentino IGT Toscana 2020,1530 IGT Toscana 2019.

Fa sempre bene riscontrare un amore sincero verso il Bel Paese, verso la terra e i suoi frutti, che poi, sono il principio originario dell’enogastronomia italiana, e in ultimo della convivialità.  

È un sentire nostrano che condividono ampiamente l’artista di fama internazionale Sting e la consorte, Trudie Styler: insieme hanno trasportato l’Italia nelle loro vite, l’hanno coltivata e, con il prezioso contributo del maestro enologo Riccardo Cotarella, oggi ce ne offrono una visione, o per meglio dire, un assaggio concreto con i quattro vini firmati Tenuta Il Palagio:  Baci sulla Bocca Vermentino IGT Toscana 2020, New Day Rosato IGP 2020, La Duchessa Chianti Riserva 2018, 1530 IGT Toscana 2019.

Sting e Tony Sasa, stimatore del vino e amico di Sting, in diretta dalla Tenuta Il Palagio

Sting e Tony Sasa, stimatore del vino e amico di Sting, in diretta dalla Tenuta Il Palagio

Autentiche espressioni di un territorio immeritatamente svalutato, «per ignoranza» specifica Riccardo Cotarella- (quella di chi ancora non lo conosce abbastanza), vini dinamici e che identificano una precisa filosofia produttiva: intanto, si parte da premesse consolidate negli anni nell’agire prudente e lungimirante di Riccardo Cotarella. Quindi, si inizia con una riduzione drastica degli ettari coltivabili in vigna, e si prosegue poi, con una selezione rigida in cantina. In bottiglia, sostanzialmente, finisce solo ciò che piace. È anche una produzione naturalista che, come spiega il Dott. Cotarella, applica le conquiste della scienza per migliorare l’intesa con la terra.

Siamo in Toscana, nel Valdarno: una terra originariamente molto umida e per tale ragione spesso discriminata rispetto alle più nobili Bolgheri, o ai dolci pendii del Chianti Classico. Tuttavia, il cambiamento climatico stravolge il clima di questa porzione di Toscana da bere, tutt’altro di second’ordine, e pronta ad affidarsi alle mani di chi ha sempre dato un’opportunità ai territori “più spigolosi”. E la piacevolezza dei calici presentati davanti a un folto pubblico di esperti e appassionati, martedì 22 Giugno, ha superato di gran lunga le aspettative e ha sorpreso davvero tutti.

«Quando siamo arrivati al Palagio non avevamo grandi speranze. La terra, e in particolare le vigne, erano esasperate, ma – racconta Trudie Styler- io sono una donna di campagna e ho sempre creduto che se tratti bene la terra, lei ti risponde.

Trudie Styler si è sempre definita una donna di campagna. Sin dai primi anni a Il Palagio, il suo desiderio è stato quello di riuscire a rinvigorire le campagne della tenuta per poter vivere quotidianamente con quanto restituisse la terra 

Trudie Styler si è sempre definita una donna di campagna. Sin dai primi anni a Il Palagio, il suo desiderio è stato quello di riuscire a rinvigorire le campagne della tenuta per poter vivere quotidianamente con quanto restituisse la terra 

Desideravo prima di tutto un orto con il quale sostenerci (olio, ortaggi, frutta), e poi, un vino, un vino che sentissimo nostro. Ci proviamo e qualche piccolo risultato arriva, senza mai toglierci il fiato». Continua Sting: «Era un vino gradevole, ma non era sorprendente e noi volevamo lasciare i nostri amici a bocca aperta. È stato così fino a quando, un giorno, si è presentato a casa Riccardo Cotarella e si è offerto di prendersi cura delle nostre vigne, per far crescere insieme il vino dei nostri sogni». 
Riccardo Cotarella, della Famiglia Cotarella, ha guidato la degustazione dei vini davanti a un folto pubblico di esperti, giornalisti e appassionati del settore

Riccardo Cotarella, della Famiglia Cotarella, ha guidato la degustazione dei vini davanti a un folto pubblico di esperti, giornalisti e appassionati del settore

Li abbiamo assaggiati anche noi e ve li presentiamo:

Baci sulla Bocca Vermentino IGT Toscana: Maremma assoluta, un Vermentino 100% di un giallo sicuro. Al naso arriva la macchia mediterranea, i frutti gialli e solo un leggero frutto esotico, per dare spazio alla mineralità e alla sapidità, quasi salsedine di questo vino. In bocca, mastichi un acino di Vermentino;

New Day Rosato IGP 2020: 100% Sangiovese, un vero nuovo giorno per il rosato: un vino di razza, con resa bassissima, ma con risultati notevoli. Il colore è un rosa tenue, e non un rosso scarico; tannini amabili e acidità agrumata di arancia rossa. Al naso arrivano le erbe aromatiche, il ciclamino, il ciliegio. Ancora tanta dinamicità e un armonico vigore gustativo: che l’innocenza del colore non spinga a conclusioni affrettate circa la leggerezza della beva;

La Duchessa Chianti Riserva 2018: «Il Sangiovese esprime il meglio di sé In Toscana e questo vino lo dimostra». Rosso rubino deciso ma trasparente, con flash granata. Un bouquet di cannella, lamponi, note silvestri. Promette pienezza e non a caso sarà distribuito solo da novembre. In bocca, melodie di velluto: tannini ben levigati, la buona acidità, quasi elettrica del Sangiovese, si fonde con la morbidezza;

1530 IGT Toscana 2019: il blend di Sangiovese (60%) e Merlot (40%), fermentano individualmente, il primo in botte grande semi-nuova, il secondo in botte piccola nuova. Riccardo Cotarella ci tiene a precisare che non si tratta di una formula fissa, una ricetta immutabile, ma varia a seconda della raccolta tardiva o precoce del Sangiovese. Il colore qui è più intenso, un rubino poco trasparente; al naso fiori, tabacco e legno odoroso. Chi ama il Merlot leggerà toni di grafite che potrebbero evolversi in sensazioni laviche. È quasi liquoroso, ma elegante, mai «marmellatoso» specifica Cotarella, «perché i vini italiani non perdono mai quella dinamicità tale da evitare sorsi piatti e spenti».

Siamo difronte a vini precisi e puliti, vini di una Toscana non così scontata. Sono vini che a berli, “ti scelgono” e aprono l’immaginazione della grande abbinabilità di questi calici alla cucina italiana, a partire dall’orto e a finire sul mare. Perché tavola e vino sono una cosa sola, e Sting e Trudie ne hanno ha preso in carico il senso, oltre che la responsabilità con la Every Breath Foundation, una fondazione a sostegno della ristorazione italiana duramente colpita dall’ondata pandemica.

Il vino, la terra, l’arte di accogliere attorno a un tavolo: è il gusto sublime della cultura italiana e, in quanto tale, va protetta. E la musica? «La musica – afferma convinto Sting – la musica rende il vino più buono: ciò che riempie i calici deve somigliare alla musica che si diffonde in una stanza. I volatili scendono e le note salgono, si uniscono. Sono un tutt'uno e sono parte di me».


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marialuisa Iannuzzi

Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre.  Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.

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