17-12-2019

Giulio Ferrari Rosé 2007, una sfida al tempo

La famiglia Lunelli ha presentato il secondo millesimo del Pinot Nero di montagna. Degustazione e caratteristiche

Il Giulio Ferrari Rosé 2006, presentato pochi gi

Il Giulio Ferrari Rosé 2006, presentato pochi giorni fa a Milano, da Cracco in Galleria

Il 2018 segnò il debuttò del Giulio Ferrari Rosé 2006, un grande successo di critica, nazionale ed estera. L’autorevole rivista Wine Advocate dette 98/100 e la definizione di game changer per questa nuova bollicina della famiglia Lunelli.

Il millesimo 2007, presentato un mese fa in Galleria a Milano, nel quartier generale di Carlo Cracco, rivela, con energia, la potenzialità del pinot nero di montagna che esprime la sua forma migliore proprio nelle Cantine Ferrari. Annata di grande qualità, buona acidità, frutto di accurata selezione di Pinot Nero per il 65% (per metà vinificato in rosato e metà Blanc de Noirs) oltre al 35% di Chardonnay, uve raccolte a mano nei vigneti trentini.

Nella versione 2006 le percentuali di Pinot Nero erano maggiori. Affinamento di dieci anni sui lieviti con un dosaggio zuccherino di 1,5 g/l. Un colore rosa salmone con lampi di rame e un perlage raffinato. Il naso complesso con frutti rossi, in primis, seguiti da note agrumate di pompelmo rosa con accenni di mandorle, caramello e lievi speziature di cardamomo.

All’assaggio svela ricchezza e sontuosità, molto equilibrata per una perfetta armonia tra struttura e imponenza. Un Giulio Ferrari Rosé che eleva il Trentodoc a bollicina di haute couture senza rivali. Spiegae Marcello Lunelli, vice presidente: «Sono contento perché nel 1995 ho iniziato alle Cantine Ferrari e da quell’anno ci veniva chiesto, incessantemente, quando avremmo prodotto il Giulio Ferrari Rosé. Lo scorso settembre abbiamo rotto il ghiaccio con l’annata 2006 e ora ecco il 2007. Giulio Ferrari ha una grande longevità. Sapete che il Pinot Nero è il vero incubo di tutti gli enologi del mondo ma la nostra terra ci ripaga con questi grandi vini. La vendemmia 2007 è stata anticipata, iniziammo il 6 agosto ma la qualità è stata ottima, grazie ad un inverno perfetto. È un Giulio Ferrari che rompe un paradigma, bollicine seriose, da meditazione. Con questa annata abbiamo prodotto circa 9000 mila bottiglie».

Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro Lunelli

Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro Lunelli

Ruben Laurentis

Ruben Laurentis

Il grande assente della serata, giustificato per un ritardo aereo allo scalo di Londra, era Ruben Larentis, colui che da 35 anni, crea le bollicine di cantine Ferrari attraverso la magistrale interpretazione di un terroir fatto di uomini, suolo e clima. Ruben è un uomo introverso che preferisce stare in cantina piuttosto che calcare i palcoscenici. In verità, proprio la trasferta londinese ha segnato una tappa importante per la sua carriera avendo ricevuto un prestigioso premio alla carriera “Lifetime Achievement Award”. Unico italiano premiato al fianco di Jean-Baptiste Lécaillon di Louis Roederer o Michel Fauconnet di Laurent-Perrier e 9 etichette di casa Ferrari, tutte sul podio con i migliori Champagne del pianeta.

In effetti circa 50 anni fa, proprio Mauro Lunelli creò le basi per la realizzazione di un sogno, un Trentodoc sfidante, oggi realizzato. Ruben è coadiuvato dai giovani di casa Lunelli, quarta generazione energica che vede Camilla, Matteo, Marcello e Alessandro sempre in prima linea per far conoscere questo grande progetto chiamato Ferrari.

Interessante evidenziare che esiste un club Giulio Ferrari. Tutti coloro che hanno acquistato o ricevuto in dono una bottiglia di Giulio Ferrari Collezione trovano nella confezione un codice riportato sulla tessera del cofanetto. Basta apporre questo numero nel sito per entrare a far parte del club Collezionisti della prestigiosa bollicina, una membership che dà diritto ad esperienze esclusive.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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