29-06-2016

«Bisogna insegnare già nelle scuole a bere responsabilmente»

L'idea di Italo Maschio, dell'omonima distilleria: fare educazione, troppi giovani si rovinano

Sempre più giovani abusano di alcol, per questo o

Sempre più giovani abusano di alcol, per questo occorre insegnare a scuola una giusta educazione al bere responsabilmente. e' la proposta di Italo Maschio, su Identità Golose

Bere con moderazione. Oppure “consapevolmente”. Ma forse la parola chiave è solo una: educazione. Anche a scuola. Perché il “divieto assoluto” diventa in realtà uno stimolo alla trasgressione, quasi un invito a infrangere le regole. «E io mi offro ad andare nelle scuole elementari a spiegare questo concetto, a insegnare».

E Italo Maschio, storico distillatore della Bonaventura Maschio, sarebbe sicuramente un professore d’eccellenza. La sua non è una semplice provocazione, ma una constatazione di come spesso «i giovani si rovinano con l’alcol, senza capire quello che stanno facendo». Per questo vorrebbe che il discorso sugli alcolici entrasse nelle scuole, non come divieto assoluto, ma proprio come educazione. «Per parlarne per tempo, prima che sia troppo tardi. E’ inutile, poi, disperarsi quando è troppo tardi: è necessario educare subito i propri figli».

Italo Maschio con Anna

Italo Maschio con Anna

Confrontarsi con Italo Maschio, incontrato insieme alla figlia Anna che con il fratello Andrea porta avanti la produzione della distilleria, è un momento di grande formazione. «Il vino, la grappa e gli alcolici in generale – racconta – nella nostra tradizione sono sempre legati a momenti conviviali, celebrativi, di festa e di divertimento. Pensare che tutto vada a rovinarsi perché i giovani vogliono solo autodistruggersi, fa veramente rabbia. Per questo è necessario un insegnamento a livello scolastico, per far capire che il vino è un alimento. E come tutti gli alimenti, bisogna cercare la qualità. E come tutte le cose di qualità, alla fine ne basta poco». Ed è questo il vero concetto di “bere consapevole”. Non che alle elementari si debba dare da bere ai bambini, sia ben chiaro, ma l’idea è quella di istruire, far capire.

Un concetto caro anche alla figlia Anna: «Bisogna far sapere ai giovani anche la tempistica del consumo – spiega – e di come il corpo metabolizza. Certi ragazzi bevono in continuazione e il fisico non riesce a reagire. Certe volte basterebbe giusto mezz’ora di pausa…». E poi conta la qualità, evitando certi “beveroni”: «Quanti ragazzi consumano, per fare un esempio, Prime Uve? In pochi. Preferiscono superalcolici a basso costo, per esagerare. Per questo bisogna puntare sull’educazione e sull’informazione. Perché sono giovani, non sono stupidi».

Ma è un discorso che vale anche per gli adulti, alcuni dei quali terrorizzati dall’etilometro tanto da evitare anche la classica grappa di fine pasto. «Ma si possono utilizzare gli alcolici e i superalcolici anche in altri contesti – ricorda Italo Maschio – Per esempio, si ha un’evoluzione verso il miscelato, verso i cocktail, dove un prodotto da 40 o 50 gradi alcolici viene “stemperato” con altri prodotti. Oppure, si deve pensare a un utilizzo in cucina».

Un uso, magari, durante un buon barbecue. Sabato 2 e domenica 3 luglio alla distilleria Maschio a Gaiarine, in provincia di Treviso, ci saranno i guru del barbecue, che si sfidano per vincere il Prime Uve Invitational Barbecue Championship, campionato a invito sanzionato da KCBS, l’ente americano più importante in questo settore. Alla sfida partecipano su invito solo le migliori diciotto squadre del circuito europeo, per una gara di élite esclusiva. Un appuntamento da non perdere: per informazioni è possibile consultare la pagina dedicata sul sito di Prime Uve.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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