12-11-2015
La cantina Erste+Neue sta lavorando a un vigneto sperimentale per recuperare la Vernatsch, nome in tedesco della Schiava, con cui si produce un vino particolare e nobile come il Kaltersee
Questa storia non solo insegna, ma traccia una strada per il vino di domani. Certo, la strada è in salita, come i vigneti che si inerpicano attorno al Lago di Caldaro. Ma per la Schiava sembra la direzione giusta. Lo si legge soprattutto nello sguardo di Gerhard Sanin, enologo della cantina Erste+Neue di Caldaro: c’è entusiasmo per un progetto che ha radici profonde nella storia, in quelle piante di età compresa tra gli 80 e i 100 anni che vogliono riportare ad avere un Kalterersee alle origini, ma rivisto in chiave attuale. «Un vino facile, ma non semplice – spiega Sanin – Facile da bere, ma non banale, che può diventare anche complesso, con più sostanza e con prospettive di affinamento».
La splendida cantina di Erste+Neue
Da sinistra, Andrea Carpi e Gerhard Sanin
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose