17-03-2015
Albert Adrià (nome completo: Albert Adrià Acosta, da qui la tripla “A” stilizzata del suo marchio) è l’anima dei locali raggruppati sotto l’”ombrello” Bcn5.0. Siamo stati in tre di essi, i principali: due pasti indimenticabili, il terzo deludente
Bcn5.0 è la sigla sotto la quale fino ad oggi i fratelli Ferran e Albert Adrià hanno raggruppato i loro locali di Barcellona: cinque indirizzi che diventano sei se si calcola la doppia proposta di cucina messicana (Hoja Santa e Niño Viejo, alta cucina e bistrot) ma ridiventano cinque poiché il sesto, Enigma, aprirà solo nel 2016. E Bcn5.0 cambierà nome, poiché presto le attività degli Adrià brothers si allargheranno a Ibiza e persino a Santo Domingo, come abbiamo spiegato ieri qui.
Tutto questo per dire che gli orfani de El Bulli rimangono senza genitori; ma possono consolarsi con patrigni vari. Si dice che Experience, il ristorante gourmand all’interno di Enigma, offrirà un’esperienza quando più simile possibile a quella che si viveva a Roses; e anche La Boîte, una delle tre insegne di Heart a Ibiza, sarà esclusivo e particolare. Ma echi bulliani s’odono distintamente da Tickets, “la vida tapa”, il primo locale della serie catalana: un successo stellato che non ha nulla del ristorante tradizionale (servizio informale, caos, si mangia indifferentemente al tavolo o su banconi, niente è elegante tranne il cibo), ma che da quattro anni conquista i buongustai, il tutto esaurito qui è la norma, nonostante i prezzi non proprio da taperia, si toccano gli 80-100 euro per un degustazione che nella sua versione più ampia prevede una serie di piattini quasi infinita – ne abbiamo contati 25 – e che si vorrebbe non finisse davvero. Si può spendere anche molto meno, basta limitare le proprie ordinazioni: ma vale la pena lasciarsi andare, l’esperienza è di altissimo livello e evoca il mito bulliano, il genio degli Adrià.
Lombata di manzo marinata su pane di malto nero, cipolla dolce, formaggio affumicato e polvere di aceto, piatto di Tickets
Elogio all’oliva, dunque, ma Tickets è molto di più, un caleidoscopio affascinante di gusti e consistenze. Il meglio secondo il nostro taccuino: lombata di manzo marinata su pane di malto nero, cipolla dolce, formaggio affumicato e polvere di aceto; “banale” ostrica Gillardeau che trova uno sposalizio straordinario nel kimchi di yuzu, ma poi ci si chiede come una semplice fragolina di bosco possa arricchirne il fascino con aromi secondari così sorprendenti, conferendo una ricchezza gustativa memorabile. Noi siamo rimasti senza parola anche di fronte a una pazzesca insalata di pomodori Raf, con aria di basilico, olio extravergine, olio di pistacchio, gelatina di mandarino, stracciatella di latte e, di nuovo, fragoline. Pura magia.
Merlango selvaggio, leche de tigre, purea di patata dolce, mais tostato, castagna tostata, castagna caramellata, fungo porcon e coriandolo, piatto firmato da un giovane della brigata del Pakta, Dani Miro
Di fronte a queste splendide esperienze, ci pare impallidisca la proposta di Hoja Santa; tanto Pakta spinge sugli aromi tenendoli però a bada, quanto nella cucina messicana di Paco Mendez le note gustative – in particolare il piccante – ci appaiono piuttosto fuori controllo. Una grande delusione, a dirla tutta.
(2, fine)
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale