19-04-2013
La cucina dell'Arcana, un albergo sperduto nelle foreste di Izu, a bordo fiume, lontano 30 minuti dalla prima stazione e da qualsialsi cosa. Il concetto di fondo: stazione termale privata sul terrazzo e, la sera, grandi menu degustazione tutte le sere, grandi colazioni, grandi bottiglie di champagne, grandi massaggi...
segue dalla prima parte
Si inizia con la prima cena giapponese in Giappone. Asahi congelata, griglia incandescente davanti agli occhi e tanta fame. E il pollo, incredibilmente servito al sangue: da noi quelli dell’Asl avrebbero già le mani nei capelli. Localino strapieno e, soprattutto, primo contatto con il modo di vivere giapponese: spaccarsi di lavoro per poi spaccarsi la faccia con le birre… geniale! e sono in molti a farlo. Poi, se si dimenticano di prendere la metropolitana, dormono sulle panchine fino al giorno dopo, per poi rischiare di rifare la stessa cosa. Mi ci sono rivisto: quando dormo sulle panchine a Milano nel cuore della notte mi danno del barbone, quando mi spacco la faccia con le birre dopo il lavoro mi danno invece dell’alcolizzato… Potessi andare in Giappone per i weekend sarebbe fantastico.
Il carissimo melone di Kyoto
Arriviamo e scopriamo di essere noi, un’altra coppia, una geisha e il nostro cuoco di tempura. Purtroppo la geisha aveva 60 anni, e non sono riuscito a farmi venire in mente pensieri di shibari. Non sono mai stato un grande fan della tempura, ma un’esperienza del genere è utile per capire come dovremmo farla: capesante freschissime super croccanti fuori ma ancora crudine dentro, gamberoni, granchio reale, fagiolini, funghi. Tutto è ovviamente preparato con meticolosità, governato dalla calma, con tutti i pezzi perfetti, tagliati in modo studiato, per mettere in risalto le qualità di ogni ingrediente. Il mercato di Kyoto, un corridoio di un chilometro, ha tutto quello che manca in qualsiasi altro paese del mondo. C’è tutto, perfino Aritsugu in persona che ti fa i coltelli! Seicento euro per uno spelucchino, ma comunque c’è lui. Ci sono bancarelle che vendono solo miso, altre solo ikura, altre propinano meloni da 80 euri!
Jiro dreams of sushi
Tokyo, Tokyo… eccoci finalmente! Scendiamo dallo Shinkansen e capiamo di essere arrivati nel sogno. Nella città che fu di Sean Connery in James Bond “You only live twice del 1967 e ora è diventata quella di “Enter the Void”. La città con lo Shibuya crossing, in cui migliaia di persone si buttano alla cazzo da un lato all’altro della strada, in magazzini al neon a comprare pupazzi manga, e a vestirsi come cartoni di Murakami. La città in cui Jiro sogna il sushi, Narisawa compone le sue creazioni e Ryugin porta il passato nel presente. La città dei ristoranti molecolari sponsorizzati dal New York Times in cima al Mandarin…
2. continua
Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
a cura di
Milanese, classe 1982, con Eugenio Roncoroni divide i comandi di Al Mercato a Milano, ristorante & burger bar