Franco Pepe è stato nuovamente invitato a Madrid Fusion, un’edizione che si è sviluppata da lunedì 29 gennaio a mercoledì 31 all’insegna del tema Dove tutto ha inizio. Più sale e più fili conduttori. Uno ha destato la mia curiosità, quello dei Sogni legati alle tematiche più varie, i prodotti come il gusto e le tecnologie. Rispetto a noi di Identità Golose 2024, dal 9 all’11 marzo al Mico di via Gattamelata a Milano, mi è parsa meno marcata la voce ospitalità alberghiera, ma siamo alle pagliuzze.
Piuttosto due gli italiani invitati,
Riccardo Canella in auditorium, lezione seguita da
Gabriele Zanatta, e, per l’appunto,
Franco Pepe che, rispetto alla prima volta due anni fa, quando illustrò il suo concetto di pizza tonda e cotta al forno, ha spiazzato cambiando orizzonte:
Pizza fritta e vino italiano. Già la pizza fritta non è conosciuta e diffusa in tutto il Buon Paese, una novità per molti fuori Napoli, figuriamoci in Spagna. E poi abbinarla al vino e non alla birra, quasi una eresia soprattutto vini fermi.
Il casertano è stato inserito nel programma della sala principale della
Wine edition della fiera madrilena, in pratica un congresso nel congresso. Sul palco si è presentato con
Davide Guarino, il sommelier di
Pepe in Grani a Caiazzo, mentre
Valentyn Materynskyy e
Francesco Mascaro, pizzaioli a loro volta, hanno fritto e condito gli impasti in aiuto al protagonista. Tutto molto dinamico e tutto molto alto.
Davvero una signora lezione nel segno del menù degustazione espressamente dedicato al lato fritto del pianeta pizza, tanto che il percorso è stato chiamato
Assoluto di pizza, un viaggio dalle proposte salate fino a una chiusura dolce con la Crisommola del Vesuvio, che ha per protagoniste delle albicocche di qualità superlativa che crescono sulle pendici del vulcano. Il pubblico ha assaggiato questa e la Contamizioni, con paté di olive, foglie di insalata, stracciata di bufala, origano
del tipo zaatar e zest di limone. Il maestro di Caiazzo ne ha presentate una decina come Sensazioni di Costiera, Estitalia, ovvero l’estate italiana, la goduriosa Scarpetta e tre versioni di conetti partendo da Ciro per arrivare a Rocco e alla Ananascosta.
Pepe ha fornito un dato per fare capire ai presenti la crescente importanza di questa alternativa alle classiche Margherite e Marinare: «Una decina di anni fa,
agli inizi di
Pepe in grani, ne vendevo un 8, massimo 10 per cento. Da quando mi sono dedicato espressamente alla cosa, siamo al 45 per cento». Davvero un successo importante, al punto da arrivare a
Madrid Fusion con tanto di Pallagrello, l’uva del territorio caiazzano-campano, in versione spumantizzata, il
Prima Gioia derlla
Masseria Piccirillo, quindi il
Gioi di San Salvatore Classic Brut Rosé e il bianco
Per Franco, prodotto dalla cantina
Terre del Principe espressamente per il pizzaiolo.

Franco Pepe al lavoro sul palco di Madrid Fusion 2024. Alla sua destra Davide Guarino, sommelier di Pepe in grani a Caiazzo nell'Alto Casertano, e alla sua sinistra il pizzaiolo Valentyn Materynskyy
Nota conclusiva. Non solo il momento in fiera, ma pure tre le serate di un pop up all’interno di
Totò, un locale tricolore madrileno.
Pepe una volta ancora ambasciatore delle eccellenze della sua terra, dell’Alto Casertano.