01-05-2016
il ministro per Politiche agricole Maurizio Martina, Massimo Bottura,Claudio Ceroni di MagentaBureau, l'allora commissario unico di Expo Giuseppe Sala e il premier Matteo Renzi al temporary restaurant di Identità Expo, esattamente un anno fa
Facebook è un utile promemoria. Stamattina, appena svegliati, in tanti sono stati accolti da foto della serie “i tuoi ricordi” raffiguranti il primo giorno di Expo. Io da quella che ebbi l’opportunità di scattare e che apre questo articolo: ritrae il ministro per Politiche agricole Maurizio Martina, Massimo Bottura, Claudio Ceroni di MagentaBureau, l’allora commissario unico di Expo Giuseppe Sala e il premier Matteo Renzi, a tavola al temporary restaurant di Identità Expo, che debuttava proprio un anno fa, insieme all’Esposizione Universale. E’ un’immagine in qualche modo paradigmatica, racconta molte cose. Vediamo di sintetizzarle.
1) LA RINASCITA DI MILANO – Expo ha favorito e acceso i riflettori sullo sviluppo di Milano, ma Milano si stava sviluppando anche prima di Expo. L’Esposizione ha contribuito in modo sostanziale, ha fornito l’occasione alla città per rifarsi il trucco. Ma, soprattutto, è stata il palcoscenico di una crescita che era già iniziata, «molti progetti sono precedenti, erano operativi, il capoluogo lombardo si era molto rinnovato negli anni addietro, Expo ha avuto il merito di farlo sapere a tanti nel mondo, di propagandare tale realtà, imponendola anche sui mass media internazionali», riflette Paolo Marchi.
Foto di gruppo finale al termine dei lavori del secondo Forum della cucina italiana, il 28 luglio a Expo Milano 2015
Il direttore generale del ministero degli Affari esteri Vincenzo De Luca, il sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto, il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, il ministro agli Affari esteri Paolo Gentiloni e il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto della Vedova alla presentazione del Protocollo per la cucina, il 14 marzo scorso
5) IL CUOCO RESPONSABILE – Torniamo infine alla foto dell’inizio. C’era Massimo Bottura, a Identità Expo, il primo giorno. Una presenza non casuale, perché nessuno come lui ha saputo ben declinare il tema “Nutrire il pianeta”. Raccontava ai taccuini di Gabriele Zanatta, un anno fa (leggi qua): «La cucina del futuro deve poggiare sulla cultura, la quale genera conoscenza, che a sua volta apre la coscienza, che in ultimo genera il senso di responsabilità. Per me il cuoco fa il suo dovere se è in grado di spostare i riflettori puntati su lui stesso verso gli eroi silenziosi delle nostre tavole: contadini, pescatori…». E ancora: «Gli sprechi in cucina non sono più ammissibili. È per questo che oggi ho concepito un piatto di tortellini realizzato con le pelli e con tutto ciò che avanzava dal contorno dei secondi piatti». Parallelamente prendeva avvio il lavoro del Refettorio Ambrosiano, una grande idea che ora si diffonde: Bologna, Palermo, Torino, Modena, presto anche New York e Rio de Janeiro, come abbiamo raccontato qui, qui e qui. E’ nata da poco l’associazione Food for Soul (leggi qua), si sta per costituire una Fondazione… Uno sforzo enorme, che delinea la nuova figura del cuoco responsabile (chi scrive ne ha tratteggiato la figura anche per la prestigiosa Treccani, qui) e che ci auguriamo possa portare lo chef modenese a svettare al primo posto della prossima 50 Best. Lo speriamo: perché se lo merita alla grande e perché sancirebbe la consacrazione della nuova cucina italiana. Sarebbe, in qualche modo, un ulteriore lascito di quella kermesse che prese avvio proprio un anno fa, circondata dallo scetticismo generale.
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a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera