05-04-2017
I quattro chef italiani (c'è anche Puglisi, ma sta a Copenhagen) tra i primi 50 del mondo: Alajmo, Romito, Crippa e Bottura
Gli stessi dello scorso anno, ma non lo stesso podio da una edizione all’altra dei World’s 50 Best Restaurant. Massimo Bottura e l’Osteria Francescana, da primi che erano a New York, sono infatti scesi al secondo posto. Ma a vincere a Melbourne, in una edizione organizzata così bene da rasentare la perfezione, non sono stati i fratelli Roca e il loro Celler de Can Roca, secondi nel giugno 2016, bensì l’Eleven Madison Park di Will Guidara (in sala) e Daniel Humm (in cucina), terzi quando nella “loro” Manhattan avevano curato ogni dettaglio, festa compresa, eccetto il solo che non dipendeva da loro: il posto in classifica.
In dieci mesi, sì, dieci perché l’anno di Bottura leader è durato meno dei canonici dodici per via del cambio di sede e di emisfero, Guidara e Humm hanno fatto tesoro della cerimonia nella loro città esattamente come il modenese nel 2016 aveva beneficiato dell’Expo 2015, di un evento globale che aveva attirato a Milano e dintorni un numero abnorme di esperti. E poi ancora più evidente, perché ben poco sottotraccia, un altro impegno, quello profuso per far salire la Francia e i suoi chef sempre più in alto e sanare prima o poi tutti gli attriti nati dalla contrapposizione tra scalpitante generazione rock e vecchia, splendida guardia. Ecco così, non tanto Mauro Colagreco quarto, da sesto che era, quanto Alain Ducasse rientrare nei 50, 13°, e Yannick Alléno debuttare al 31° gradino e ritirare il premio per il debutto più brillante.
Esultanza di Bottura, Humm, Guidara e compagnia, tutti insieme
Murales a Melbourne
Dovremmo organizzare i Fifty in Italia? Gli domandano e risponde sospirando: «Abbiamo altri problemi che organizzare i 50 Best da noi. Però è un bel messaggio per l’Italia questo essere stati ancora una volta protagonisti. In fondo tutti, eccetto Humm e Guidara, avrebbero voluto essere al posto nostro». Bottura mattatore di un Paese presente con sette star nei 100, perché al poker vanno aggiunti Christian Puglisi 39°, Davide Scabin 59° e Umberto Bombana 60°. Tornato in Italia, tutto verrà visto sotto la giusta lente anche se quelle tre parole, «abbiamo altri problemi», proiettano diverse ombre.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi