13-01-2023
La prima parte del programma di Golosi di Identità, domenica 29 gennaio a Identità Milano 2023, nel nuovo Spazio Arena
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Perché un'intera nuova sezione, un'intera giornata "diversa" a Identità Milano 2023, con esperti di marketing, docenti, giornalisti, esponenti politici, istituzionali e dell'associazionismo, certo tanti chef com'è ovvio ma anche psicologi, psicoterapeuti, persino tenori? Perché, insomma, lo spazio Golosi di Identità, domenica 29 gennaio al congresso, in collaborazione con Fondazione Cotarella? Qualcuno direbbe: che c'azzecca parlare, ad esempio, di "Alimentarsi di vita: la forza della fragilità"?
Noi si tratta principalmente di cucina, o per meglio dire alta cucina, o ancor meglio cucina d'autore. Poi ci sono tutti gli annessi e connessi che si sono via via aggiunti negli anni, parte dello stesso motore, come fossimo al volante: il mondo della pizza, della pasticceria, della sala, dell'enologia, della spumantistica, della mixologia e così via elencando. Il cruscotto però ha una spia che s'illumina di rosso, indica un pericolo, l'automobile ha qualcosa che non va e necessita d'intervento: è la spia rappresentata dai disturbi alimentari. Ne parliamo dunque a Identità Milano 2023 perché diventa un aspetto da non sottovalutare dello stesso sistema, l'alimentazione e il benessere - o il malessere - contemporaneo.
Golosi di Identità è stato presentato l'altro giorno a due passi dalla Madonnina, a Identità Golose Milano, primo hub internazionale della gastronomia, una platea affollata di giornalisti e a darsi il cambio al microfono molti dei protagonisti che saliranno sul palco del nuovissimo Spazio Arena, durante la kermesse. Il concetto riassuntivo di tutto il viaggio che andremo a fare è stato sottolineato da Dominga Cotarella, con le sorelle/cugine Marta ed Enrica ideatrice, fondatrice (nel 2021) e anima della fondazione che di questa illustre famiglia dell'enologia italiana - loro ne rappresentano la terza generazione - porta il nome. Ha detto, Dominga: «Se il tema di Identità Milano 2023 è la rivoluzione, noi rivoluzioneremo l'approccio in quanto parleremo del cibo da un punto di vista opposto. Ossia del cibo come "nemico"». (Le virgolette sono doverose, l'espressione "nemico" è da prendere con le molle, come vedremo. Il cibo, o per meglio dire il disturbo psicologico legato al cibo, non è la causa del malessere, semmai è l'allarme sul cruscotto, il modo con il quale un malessere già esistente, dovuto ad altre cause, si manifesta).
Claudio Ceroni e Dominga Cotarella
Cinzia Benzi e Dominga Cotarella
Al di là del dibattere dei temi legati ai disturbi alimentari, al di là del metterli in luce e portarli maggiormente all'attenzione - cosa di per sé meritoria e necessaria, anzi indispensabile - la Fondazione ha avviato progetti che consentiranno a giovani affetti da patologie legate al cibo di trascorrere un periodo tra le meravigliose colline dell’Umbria, presso le residenze e la fattoria dei Cotarella, a contatto con le vigne, «affinché in quel contesto e seguiti da specialisti possano ritrovare l'equilibrio. Il nostro sogno è che il nemico di un tempo, il cibo, possa rappresentare una nuova prospettiva, una nuova identità, e che tanti ragazzi possano diventare un giorno proprio chef, maître, giornalisti enogastronomici, esperti di cultura e di turismo».
Il microfono è poi passato a Ruggero Parrotto, direttore di Fondazione Cotarella: «Le identità sono fragilità e unicità che vanno riconosciute, difese, protette. Tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di quello che accade nel mondo della sanità e abbiamo ben chiara la differenza tra curare e prendersi cura: ci sono medici molto bravi tecnicamente ma che non riescono a ispirare fiducia e sicurezza; altri, invece, sono capaci di andare oltre, entrano in empatia, non ti fanno sentire a disagio. Nei nostri percorsi, dedicheremo molta attenzione proprio all’importanza di sentirsi, accolti, ascoltati, accettati», se ne parlerà in uno dei talk principali di Golosi di Identità, intitolato La Scienza a tavola: il benessere dell’equilibrio, «come Fondazione vogliamo lavorare affinché una maggiore armonia fra scuola, famiglie e sanità crei le condizioni per fare in modo che il divieto o l’obbligo di mangiare diventino una scelta, e quest'ultima favorisca nei giovani la riscoperta della propria vocazione».
Paolo Vizzari, Ruggero Parrotto e Umberto Capitanio
Testimonial di chi è stato affetto da disturbi alimentari e ne è poi uscito è stata Martina Domenicali, content creator e attivista per la salute mentale: «Ho voluto svolgere un racconto di speranza attraverso i social media, che sono diventati uno strumento importante perché mi hanno permesso di condividere il mio percorso con tanti altri ragazzi. Ho sofferto di disturbi alimentari durante l'adolescenza; quando ne sono guarita, mi sono data l'obiettivo di aiutare i miei coetanei ponendomi in prima linea e spendendomi in prima persona. Credo sia importante sottolineare sempre come il cibo, nell'ambito di questa tipologia di disturbi, sia il sintomo del problema, non il problema in sé. Il disturbo alimentare è una forma di depressione moderna e il cibo è il mezzo con cui chi ne soffre cerca di controllarla».
Tra le tante attività che Fondazione Cotarella sta portando avanti ci sono i laboratori di cucina, nati in collaborazione con l’associazione Animenta; lì protagonisti sono sia ragazzi che hanno oramai superato la malattia, sia chi è ancora in cura. «Sono qui per fornire testimonianza di quello che è successo a me e dal rapporto che si è creato con l'iniziativa della Fondazione Cotarella - ha raccontato Paolo Vizzari, narratore gastronomico - Conosco queste problematiche per esperienza diretta. Sono stato un adolescente obeso e so cosa significhi lottare ogni giorno con il proprio peso. Insieme ad Aurora Caporossi, fondatrice di Animenta, abbiamo avviato i primi laboratori, grazie alla partecipazione di molti chef, per provare a far recuperare il senso di meraviglia attorno al cibo. La mia più grande sorpresa è stata l'incontro tra due anime, lo chef e la persona malata, che interagiscono e scambiano le proprie esperienze: si è creato un incredibile gioco di squadra».
Gli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani tra Paolo Vizzari e Dominga Cotarella
Prospettive future che vanno perseguite. Anche perché il tema dei disturbi alimentari è quanto mai d'attualità. Come ha sottolineato, per concludere, la stessa Dominga Cotarella, «in questo momento in Italia ci sono oltre tre milioni di persone che soffrono di questo problema. Purtroppo durante la pandemia la situazione si è ulteriormente aggravata, con un 30% in più di nuovi casi. Si è poi abbassata l’età media (colpendo la fascia pre-adolescenziale, quella dei 8-12 anni), si sono manifestati esordi tardivi di chi non è più giovanissimo e si è alzata la percentuale di soggetti maschili (+20%). Per questo noi pensiamo che sia fondamentale agire concretamente e sosteniamo il valore terapeutico dell'esperienza gastronomica». Per essere davvero Golosi di Identità.
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
I nuovi loghi di Identità Milano, con a destra quello speciale e celebrativo, per i vent'anni del congresso che per l'occasione racconterà le Identità Future
I protagonisti della cena di raccolta fondi a favore di Fondazione Cotarella, all’hub di via Romagnosi il 12 settembre scorso
Ada Stifani del ristorante Ada Gourmet a Perugia; Davide Boglioli, executive chef di Enrico Bartolini al Mudec di Milano; Giancarlo Perbellini da Casa Perbellini 12 Apostoli, Verona; Enrico e Roberto Cerea con Simone Finazzi, Da Vittorio a Brusaporto: i protagonisi della cena di giovedì 12 settembre a Identità Golose Milano